Stemma di Albenga

Albenga

In provincia di Savona


 

Info Albenga

Albenga, che con Vado e Ventimiglia è una delle tre città romane del Ponente ligure, possiede il centro storico meglio conservato della Liguria occidentale. L’antico abitato mantiene infatti la sua compatta costruzione medievale, sulla pianta del nucleo romano, con case addossate e le famose torri. Situata nella più vasta piana della Liguria marittima, al centro di un’ampia insenatura con spiaggia sabbiosa alla foce del Fiume Centa, ha sei frazioni (Bastia, Campochiesa, Leca, Lusignano, Salea, San Fedele) e un territorio di 36,5 kmq. Seconda città della Provincia di Savona dopo il Capoluogo, concilia il suo ruolo di importante mercato nel settore ortofrutticolo e florovivaistico con la sua vocazione al turismo balneare e di carattere storico-culturale. Albenga è sede vescovile (Diocesi Albenga-Imperia), il suo patrono è San Michele, festeggiato il 29 settembre, ma la città è devota anche alla Nostra Signora di Pontelungo, alla quale dedica la festa e la rievocazione storica del 2 luglio.

STORIA DI ALBENGA. Era l’antica capitale della potente tribù ligure degli Ingauni, da cui prese il nome di Albium Ingaunum (il nome mutò poi in Albingaunum, in Albingauna e infine in Albenga). Fu alleata dei Cartaginesi contro Roma durante la Seconda Guerra Punica (III sec.) e divenne la base navale di Magone, alleato di Roma contro Genova. Conquistata da Roma nel 181 a.C. da parte del proconsole L. Emilio Paolo, ottenne il diritto latino nell’89 a.C., la cittadinanza romana nel 45 a.C. e assoggettò i territori dell’interno. Il periodo più florido della città si colloca tra la fine del II sec. e la prima metà del III sec. d.C. La città romana si sviluppò dove poi sorse sulle sue rovine la città medioevale e infine quella moderna. L’anfiteatro del Monte, i resti delle probabili terme, l’acquedotto, le necropoli, un grande edificio pubblico a pianta rettangolare, tombe monumentali, epigrafi di personaggi famosi e moltissimi reperti testimoniano l’importanza di Albingaunum. Distrutta al principio del V secolo dai barbari, fu ricostruita nel 415 da Costanzo, generale di Onorio, e cinta di mura, divenendo sede vescovile con il vescovo Quinzio nel 451. Fu conquistata dai Longobardi e dai Rotari. Dopo il Mille fu tra i primi liberi Comuni marinari, partecipò alla prima Crociata e alle lotte per il predominio nel Tirreno. Entrata a far parte nel 1251 della Repubblica di Genova (sottoscrivendo una onerosa convenzione dopo la morte di Federico II che la proteggeva), ne seguì le vicende godendo ancora periodi di grande prosperità. Nel 1288 ebbe statuti propri. Coinvolta nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini, fu sotto la signoria dei Del Carretto di Finale, dei Visconti (1355-79), dei Francesi (1396-1413). Fu occupata dai Savoia nel 1625 e nel 1746 sotto Napoleone fu capoluogo della giurisdizione del Centa e capoluogo di provincia sotto il Regno di Sardegna (1815-1863).Tra i resti di epoca romana di Albenga si trovano i ruderi di un anfiteatro, di un teatro e di un acquedotto, di alcuni edifici pubblici, un monumento funerario del II sec. d.C. detto Il Pilone sul Monte, il colle in direzione di Alassio, insieme a tratti dell’antica via Iulia Augusta e ruderi di ville. Del IV e V secolo si conservano le rovine delle basiliche cimiteriali di San Vittore e San Calocero.

PASSEGGIANDO PER IL CENTRO STORICO DI ALBENGA. Per meglio ammirare nel suo insieme l’aspetto monumentale della città si consiglia di portarsi nella centrale Via Enrico d’Aste, dov’è la Chiesa di Santa Maria in Fontibus, adorna di un bel portale gotico, fronteggiata dalla torre della Casa Cazzulini, del secolo XIII. La chiesa è di origine duecentesca, ma fu rimaneggiata nel 1617. Poco oltre svettano le due rosse Torri Comunali con accanto la torre campanaria della cattedrale ed altre torri minori. La Cattedrale di San Michele, costruita su quella paleocristiana, conserva strutture del XI secolo nella parte inferiore della facciata e del XII secolo nella parte superiore, nei fianchi e nell’abside. Il campanile è una ricostruzione del 1391-95 a cinque piani sul basamento romanico. L’interno, riportato alle architetture medioevali, conserva tracce a partire dal IV secolo e la cripta di età carolingia. Notevoli gli affreschi e l’organo. A fianco della chiesa sono il Palazzo Vecchio del Comune (1387), con la poderosa torre a bifore e con rampe esterne, e il Battistero, che è il principale monumento ligure dei primi tempi del Cristianesimo. Il Battistero di Albenga è a pianta decagonale all’esterno e ottagonale all’interno con nicchie alternativamente rettangolari e semicircolari ed è uno straordinario esempio di architettura paleocristiana della metà del V secolo. Il suo splendido mosaico trinitario-cristologico si può considerare uno dei più significativi dell’Italia settentrionale, insieme, naturalmente, a quelli di Ravenna. La nicchia d’ingresso è fiancheggiata da due tombe di cui una con sculture ornamentali longobarde del secolo VIII, mentre in quella di fronte all’ingresso si trova il suddetto mosaico bizantino con il monogramma di Cristo e le 12 colombe che rappresentano gli Apostoli. In due altre nicchie si trovano un fonte battesimale cinquecentesco e un affresco del XIV secolo. Al centro vi sono i resti della primitiva vasca battesimale ad immersione. Suggestiva la Piazzetta dei Leoni, dietro la cattedrale, ornata con tre leoni rinascimentali in pietra. Qui, in epoca medievale, c'era il mercato dei calzolai e delle pelli conciate. Notevoli la torre comunale con base in pietra nera e le torri (tra il XII e il XIII) della già citata casa Cazzulini, dei Palazzi Costa, Aste-Rolandi-Ricci, Lengueglia-Doria, Rolandi-Ricci, di palazzo Oddo, di Palazzo Peloso-Cepolla e quella del palazzo vesvovile. Romanica sono la loggia del Palazzo Fieschi-Ricci e un’arcata della loggetta dei Quattro Canti. Tipici esempi di dimore liguri sono il Palazzo Del Carretto di Balestrino del XVI secolo e il Palazzo d’Aste del Seicento. Nel Palazzo Vecchio del Comune ha sede il Civico Museo Ingauno che raccoglie oggetti romani e medioevali (sculture, lapidi, sarcogagi e affreschi del XV), collezioni archeologiche ed epigrafiche. Al piano superiore si trova una sezione preistorica con materiali della caverne della val Pennavaira. Il Museo Navale Romano ha sede nel Palazzo Doria-Cepolla e raduna oltre mille anfore romane recuperate da una nave del I secolo a.C., affondata nelle acque di Albenga. Fu la prima nave oneraria romana scoperta ed esplorata sul fondo del Tirreno. I primi recuperi avvennero nel 1950 ad opera della nave "Artiglio". Il Museo Diocesano, in ambienti quattrocenteschi in parte affrescati e decorati, presenta l’esposizione di opere d’arte e materiali proventienti dallo scavo della cattedrale. Fra i dipinti si distinguono un San Giovanni attribuito al Caravaggio e Il Martirio di Santa Caterina di Guido Reni. Non si può non citare il medioevale Pontelungo, a dieci arcate seminterrate, sotto il quale una volta scorreva il Fiume Centa con accanto il Santuario della Madonna del Pontelungo di costruzione barocca, con un trittico cinquecentesco del Barbagelata. Il santuario è al centro di una grande manifestazione che avviene ai primi di luglio. L’evento da cui parte la rievocazione è quello che accadde il 2 luglio 1637, quando i pirati sbarcati a Ceriale, in marcia su Albenga per saccheggiare la città, furono fermati da un violento bagliore. L’inspiegabile fenomeno fu attribuito ad un intervento miracoloso della Madonna, venerata nella piccola chiesa a fianco del Ponte, per proteggere il popolo ingauno. Al di fuori del centro storico si segnalano la Chiesa di San Giorgio in frazione Campochiesa, del XII sec. con vari affreschi nell’interno, uno dei quali rappresenta una visione d’assieme della Divina Commedia con Dante e Virgilio; S. Bernardino (con un Giudizio universale del Bisacci del 1483), S. Stefano di Massaro (sec. XI,XV) nei pressi della frazione Bastia, il campanile della parrocchia di San Fedele (sec. XIII), S. Maria del Bossero a Leca.

L'ANTICO PALAZZO VESCOVILE DI ALBENGA.
Nel centro storico di Albenga, accanto alle torri medievali e al battistero paleocristiano, si trova l'antica sede vescovile. il grande edificio è il risultato dell'accorpamento nei secoli di diversi stabili, i più antichi dei quali risalenti al XI secolo. Tracce visibili delle più antiche fasi del palazzo sono i blocchi di recupero di epoca romana, inseriti nelle murature ed il portale su via Lengueglia, ascrivibile ai secoli XI e XII, o la torre del sec.XII. Al visitatore è offerta la rara possibilità di ammirare non solo l'antica dimora, con decori e particolari che vanno dal Medioevo fino al tardo Barocco comprendendo l'eccezionale decorazione ad affresco del XV secolo, ma anche la ricca collezione di opere del Museo Diocesano, collocato nelle stanze del Palazzo. La visita può essere affrontata come un viaggio all'indietro nel tempo con una doppia valenza; da un lato permette di scoprire i segreti di un antico palazzo e di capirne le variazioni ad esso apportate nel corso del tempo a seconda dei cambiamenti di gusto, dall'altro consente di ammirare e conoscere l'arte degli artisti che con le loro opere nel corso dei secoli arricchirono le dimore e le chiese del nostro territorio; dalle lastre decorate provenienti dall'antica cattedrale alle tele seicentesche, come il Martirio di S.Caterina d'Alessandria di Guido Reni, fino ai preziosi arazzi del '500 e del '600. Si ha inoltre la possibilità di osservare i cambiamenti di Albenga nel corso dei secoli, è possibile infatti scorgere la città in tre opere appartenenti ai periodi diversi: nel Quattrocento, nel Cinquecento e all'inizio del Seicento. La visita inizia ancora prima di varcare il cinquecentesco portale; si può infatti ammirare in facciata l'affresco del 1477 che reca alcuni stemmi, tra cui quello di papa Sisto IV della Rovere (il committente della Cappella Sistina) e a sinistra quello del Cardinale G.B. Cybo, genovese, divenuto papa con il nome di Innocenzo VIII. Varcando il portale si accede all'elegante atrio seicentesco con cortile, dove sono collocati frammenti di iscrizioni e sculture provenienti dalle chiese distrutte di Albenga. L'accesso vero e proprio al museo e al Palazzo si effettua salendo lo scalone a sinistra. Il viaggio può iniziare partendo dalla Sala Lamboglia, la prima che incontriamo sul nostro cammino; la lancetta del tempo si sposta di molto all'indietro, i reperti più antichi qui conservati sono infatti stati eseguiti nel V-VI secolo d.C. Ci troviamo nella sala archeologica del Museo dove si possono ammirare alcuni dei reperti rinvenuti nel corso dei lavori di scavo e restauro della Cattedrale (1948-1967); come i frammenti di Pluteo (sec.VIII) decorato a girali vegetali e le lastre con iscrizioni tardo romane. Provengono invece dal vicino battistero la tomba ad arcosolio, formata da lastre di età longobarda, la lunetta traforata e una transenna decorata ad intreccio, quest'ultima databile intorno al V-VI secolo. La stanza stessa è molto antica e conserva tracce della fase gotica del Palazzo: il bel soffitto con volte a crociera, le antiche porte (ora murate) a sesto acuto e la colonna di origine tardo romana riadattata in periodo medievale ed inserita come appoggio alle volte. Continuando il nostro viaggio incontriamo la Sala delle Ceramiche e facciamo un salto in avanti nel tempo, spostandoci tra il secolo XIV e il secolo XVI. La sala deve il suo nome alle ceramiche di età rinascimentale custodite nelle sue vetrine; si tratta di una selezione del materiale portato alla luce durante lo scavo della Cattedrale, ed è esplicativo dei diversi tipi di ceramica utilizzata in città in quel periodo e dei commerci con altre località; possiamo infatti ammirare, oltre a manufatti in ceramica blu di Albissola, frammenti provenienti dalla Toscana e dal Nord Italia. Nella sala si possono inoltre ammirare alcune opere realizzate tra il Quattrocento ed il Cinquecento, pervenuteci solo in parte ma ancora in grado di restituirci l'idea dell'antico splendore; come la tavola a fondo oro punzonato raffigurante la Madonna con Gesù bambino o due scomparti laterali con Santi Eligio e Ampelio, frammenti di un trittico attribuito a Luca Baudo, pittore originario di Novara ma attivo a Genova negli anni a cavallo tra i due secoli, la cui parte centrale è stata identificata con la Natività conservata al Museo Poldi di Pezzoli di Milano. La successiva Sala delle Verzure, ci trasporta in un ambiente di metà Quattrocento; la stanza era la camera da letto del vescovo e possiamo ancora ammirare gran parte degli affreschi originali. Si tratta di una rarissima decorazione a trompe-l'oeil, con tappezzerie e tendaggi arabescati a finti arazzi, ricca di fiori, piante ed animali, che riprende la decorazione Trecentesca del Palazzo dei papi di Avignone. La presenza dello scudo vescovile di Napoleone Fieschi (a bande bianche e blu) suggerisce una data compresa tra il 1459 e il 1466. Coevo agli affreschi è il soffitto ligneo riportato all'antico splendore nel corso dei restauri al palazzo (1947-1976). Sono qui conservate, insieme ad altre opere, le teste reliquiario di San Calocero e San Verano, la Madonna con Gesù Bambino proveniente da S.Maria in Fontibus, la Crocifissione Gambarana di R.De Rossi dove è visibile sullo sfondo la città di Albenga nel Cinquecento. La Cappella, ambiente che corrisponde all'antica torre duecentesca, trasformata dai restauri quattrocenteschi in cappella privata del vescovo, conserva come la sala precedente parte degli affreschi originali. Entrambi gli ambienti sono attribuiti alla bottega del "Maestro di Lucéram", attivo a metà Quattrocento tra Liguria, Nizzardo e Piemonte occidentale. Al centro del soffitto possiamo ammirare la chiave di volta con l'Agnus Dei, sulle vele i quattro Evangelisti e i Dottori della Chiesa, sulle pareti, nelle lunette le Storie della Vergine mentre nel registro inferiore le Sibille, andate però quasi tutte perdute. Sono invece arrivati fino a noi in buone condizioni gli affreschi del piccolo altarino a muro, raffiguranti la Vergine in trono con il Bambino e ai lati l'Arcangelo Michele, con la spada e la bilancia e San Giovanni battista. Nella lunetta con l'Adorazione dei Magi, sullo sfondo, possiamo osservare una veduta quattocentesca di Albenga, ancora interamente racchiusa dalle mura. Particolare attenzione merita il Cristo ligneo quattrocentesco, appartenente alla tipologia dei crocifissi di confraternita. Il Salone degli stemmi ci trasporta nel Cinquecento, è il risultato degli aggiornamenti rinascimentali dei vescovi Carlo Cicada e Luca Fieschi; i loro nomi ricorrono sul camino e sulle incorniciature di porte e finestre. La sala deve il suo nome agli emblemi di tutti i vescovi della Diocesi, che corrono sul bordo superiore delle pareti. Qui troviamo una ricca collezione di dipinti; i più antichi, su tavola, documentano l'espressione locale del gusto tardogotico mentre quelle che li circondano sono tele eseguite dai maggiori maestri del Seicento genovese, come Orazio de Ferrari e Fiasella. Fiore all'occhiello della collezione sono il Martirio di Santa Caterina d'Alessandria (1606) di Guino Reni e il Miracolo di San Verano di Giovanni Lanfranco. Entrambi i quadri furono commissionati da Ottavio Costa insieme probabilmente al San Giovanni Battista, in passato attribuito a Caravaggio. La Sala degli Arazzi conserva il ciclo con Storie dell'infanzia di Mosè, pregevole esempio di manifattura di Bruxelles della fine del Cinquecento. Nella stessa sala troviamo una coppia di entrefenétre del XVII secolo, di manifattura di Audenarde, raffiguranti una scena di caccia e una scena d'incontro. I sei arazzi vennere introdotti nel palazzo da un vescovo genovese, Carlo Maria de Fornari. La sala rossa è l'ultima tappa del viaggio nel palazzo e ci trasporta nel XVIII secolo, per l'esattezza nel 1775, anno di esecuzione del prezioso damasco rosso che tappezza la sala, la data è riportata sul tessuto della parete sinistra. Questa era la sala delle udienze ed è ancora visibile il seggio del vescovo ed alcune poltrone coeve alla tappezzeria, come le due consolles e il Cristo Crocifisso in legno, avorio e argento. Di fine Settecento è anche la statua raffigurante la Madonna con Gesù Bambino assisa su nubi, mirabile opera di scuola genovese e la statua processionale dell'Arcangelo Michele. Termina qui il viaggio attraverso il tempo nell'antico palazzo-museo, dove è possibile ammirare più di mille anni di storia dell'arte nella Diocesi Albenga-Imperia.
 
ITINERARI NELLA NATURA NEI DINTORNI DI ALBENGA. Dalla piana partono quattro valli che conducono verso l’interno lungo il corso dei torrenti Lerrone, Arroscia, Pennavaire e Neva. La Val Lerrone, la più occidentale, ha nel suo tratto iniziale ordinati campi e antichi borghi ben ristrutturati che fanno da cornice agli ormai famosi campi da golf (Garlenda). Dopo Casanova, e le località di Degna e Vellego si sale raggiungendo il passo del Ginestro (677 m) dal quale si può arrivare a vedere il promontorio di Varigotti, distante in linea d’aria una cinquantina di chilometri. Dal passo si può scendere nell’entroterra della Valle Impero o ancora in Val Merula a ridosso di Stellanello. Assai suggestiva è la conca dell’Arroscia, che nasce dal Monte Frontè (2152 m), il cui centro principale è Pieve di Teco, un tempo punto di incontro tra le comunità piemontesi e liguri per lo scambio di prodotti. Salendo lungo la Val Pennavaire si raggiungono i 1279 metri del passo, si incontrano Alto e Caprauna, il laghetto di origine glaciale dal quale si dipartono i sentieri per il Monte Dubasso (1538 m). Risalendo il Neva, passando per Cisano e il castello di Conscente si arriva a Zuccarello con i suoi antichi portici; salendo ancora si arriva al bivio che porta a Castelvecchio di Rocca Barbena e poi all’altopiano di Bardineto; proseguendo lungo la Val Neva (che era una antica via del sale, ben difesa da torri e castelli) si incontrano Erli e più in su, tra faggeti e castagneti, dopo Cerisola e Gazzo, il passo di S. Bernardo, noto per la fonte che vi sgorga. Qui si può scendere nella Val Tanaro. Per chi ama il birdwatching è interessante fare escursioni lungo la foce del Centa, l’Arroscia e nella zona di Villanova. Al largo, tra Albenga e Alassio, si trova l’Isola Gallinara, così chiamata dai Romani perché un tempo piena di galline selvatiche. In essa si trovano i resti di una Abbazia Benedettina che fu potente e ricca nel medioevo. Si può vedere anche la grotta in cui si rifugiò S. Martino vescovo di Tours città della Francia nel secolo IV per sfuggire alle persecuzioni degli Ariani. Nel luglio 1998 è stato posizionato sul fondale nei pressi dell’isola la statua del Cristo redentore.

AGRICOLTURA E PRODOTTI DI ALBENGA. Fin dall’antichità il fertile territorio alle spalle della città era intensamente coltivato. In epoca romana esistevano ville e fondi agricoli, nel Medioevo era sfruttato ad orti e frutteti vicino alla città e vi erano zone di seminativo, orti e pascoli nella parte pianeggiante più arretrata e vigneti sulle prime colline. Quando il Centa abbandonò il suo vecchio alveo, ormai invaso dai detriti alluvionali, e mutò il suo corso, questo influì sull’agricoltura della Piana. Soggette a numerose inondazioni, quelle terre divennero acquitrinose e vi si diffuse la coltivazione e la macerazione della canapa, che però rendeva malsano l’ambiente. Mentre in collina si affermava soprattutto l’olivicoltura, alcuni centri abitati in pianura furono abbandonati. Quando nella Piana arrivarono contadini della Val Polcevera, "sfrattati" dalla crescente industrializzazione di Genova e dintorni, questi introdussero nuovi metodi di coltivazione e rilanciarono la produzione di ortaggi e frutta che divenne, anche con l’impiego di serre in vetro e in plastica, altamente specializzata. Carciofi e asparagi sono i prodotti più rinomati, ma sono coltivati anche i cavoli, la verdura a foglia larga (insalate, bietole, spinaci), le zucchine, le patate, i pomodori, le carote e i porri. Così come la frutta, pesche e albicocche in testa, senza dimenticare il basilico e le altre aromatiche.Intensa anche la floricoltura (dalle orchidee alle margherite, dai ciclamini alle stelle di Natale, dalle primule ai crisantemi). Vino, olio e miele sono rinomatissimi in tutta la zona. In campo enologico si distingue il Pigato (Salea, Ortovero e Cisano), il cui nome pare derivi dalle "pighe", macchioline scure che punteggiano gli acini o dal latino "pix-picis", la pece che rivestiva le antiche anfore vinarie. Il Pigato, giallo paglierino, sugli 11-14 gradi, con un sapore le cui sfumature variano a seconda della zona di produzione, ha antiche origini, era apprezzato già in epoca medioevale dai Clavesana. Il vitigno pare sia arrivato in Liguria dopo un lungo viaggio iniziato in Grecia, passando dalla Spagna e dalla Corsica. Altri vini ingauni sono il Rossese, l’Ormeasco e il Vermentino. Al Pigato e ai vini DOC della Liguria è dedicata l’annuale rassegna in frazione Salea (a settembre).

CURIOSITA', EVENTI E MANIFESTAZIONI DI ALBENGA. Il mercato settimanale si tiene il mercoledì in Via Dalmazia e dintorni, ma non mancano nel corso dell'anno mercatini di artigianato e prodotti agricoli. Per esaltare il meglio della produzione locale (i fiori, le aromatiche e i cosiddetti "4 di Albenga", ovvero asparago violetto, pomodoro cuor di bue, carciofo spinoso e zucca trombetta) si tengono manifestazioni quali "Fior d'Albenga" e "Vip - Verdure in Piazza". Tra le altre iniziative citiamo l'annuale mostra di sculture floreali della locale sezione del Garden Club Savona. Tra le sagre e mostre-mercato più importanti, oltre alla summezionata rassegna dei vini di Salea, a luglio in località San Giorgio si tiene la Sagra du Michettin, dedicata ad un particolare tipo di pan fritto. Sempre a San Giorgio il Salone "Don Pelle" ospita tra le altre iniziative una rinomata rassegna di teatro dialettale e il longevo concorso canoro per bambini e ragazzi "Zucchino d'Oro". Altro spazio dedicato a rappresentazioni teatrali e concerti è il Cinema Teatro Ambra nel centro storico. Non mancano manifestazioni sportive, rassegne librarie, conferenze... il tutto grazie ad un'attiva rete di associazioni impegnate su vari fronti. Nel periodo natalizio sono numerosi i presepi visitabili presso le varie parrocchie e anche presso privati.




Per maggiori informazioni:
Ufficio informazioni turistiche di Albenga
Piazza del Popolo, 11
tel.0182/558444 - fax 0182/558740
albenga@inforiviera.it
Sito ufficiale del comune di Albenga: http://www.comune.albenga.sv.it/servizi/notizie/notizie_homepage.aspx

Ultimi eventi a Albenga

Mercati/mercatini a Albenga

  • Alimentare, Merci varie (202 banchi)
    Dove: Via Dalmazia
    Quando: Mercoledì (orario: 08.00/18.00)
    Organizzatore: Comune tel.0182 562253 - fax 0182 562263 - commercio@comune.albenga.sv.it
  • Artigianato (60 banchi)
    Dove: Centro storico
    Quando: Ogni secondo sabato del mese (orario: 09.00 / 19.30 (24.00 Lug / Ago))
    Organizzatore: C.I.V. L' isola - I negozi del centro antico Pres. Sig. Goldberg tel. 0182 559254
  • Prodotti floricoli (10 banchi)
    Dove: Piazza Torlaro
    Quando: Ogni quarto sabato del mese (orario: 09.00 / 19.30 (24.00 Lug / Ago))
    Organizzatore: C.I.V. L' isola - I negozi del centro antico
  • Antiquariato (60 banchi)
    Dove: Viale Martiri della Libertà
    Quando: Ogni terza domenica del mese (a Dicembre posticipato al 26) (orario: 08.00/22.00)
    Organizzatore: Ass.ne "tra le Torri" Sig.ra Eugenia Galizia tel.Cell. 339 5406562

Visualizza mappa più grande
Link sponsorizzati
Foto di Albenga
Albenga e Ceriale dal Monte Piccaro
Panoramica di Albenga - Foto F.Trunzo
Le torri e l'abitato dalla Via Julia Augusta - Foto B.Roncato
Le torri di Albenga - Foto F.Trunzo
L'abitato con l'Isola Gallinara all'orizzonte - Foto B.Roncato
L'Isola Gallinara - Foto F.Trunzo
Le torri e la Cattedrale di San Michele - Foto B.Roncato
Le torri e il battistero - Foto B.Roncato
I monumenti del centro storico con le luci della sera - Foto B.Roncato
La Chiesa di Santa Maria in Fontibus - Foto B.Roncato
Interno del Battistero - Foto B.Roncato
Interno del Museo Navale - Foto B.Roncato
Per le vie del centro storico - Foto F.Trunzo
Via Enrico d'Aste con le luci natalizie - Foto B.Roncato
La Piazzetta dei Leoni - Foto B.Roncato
La Piazzetta dei Leoni illuminata - Foto B.Roncato
Piazza San Michele durante Fior d'Albenga - Foto B.Roncato
Orchidee durante Fior d'Albenga - Foto B.Roncato
Resti della Chiesa di San Teodoro in Piazza delle Erbe - Foto B.Roncato
Il viale alberato sotto la neve - Foto B.Roncato
Le sponde del fiume Centa innevate - Foto B.Roncato
Le sponde del fiume Centa e l'Isola Gallinara - Foto R.Roncato
Resti archeologici sul Centa - Foto F.Trunzo
Il ponte rosso illuminato - Foto F.Trunzo

 

Iscriviti gratis! Contattaci

Ricerca l'hotel per la tua vacanza