Info Finale Ligure
Le bellezze delle Liguria arrivano dal mare, passano dalla costa fino all'entroterra. Basta un'occhiata a Finale: turismo e sport (la piscina di via Manzoni è aperta solo a corsi per bambini e adulti), hotel Finale Ligure, cultura, itinerari nella natura. Finale Ligure è costituito da tre nuclei (Finalborgo, Finalmarina, Finalpia) e sei frazioni (Calvisio, Gorra, Olle, Perti, S.Sebastiano, Varigotti). Vi si arriva con l'autostrada da Genova verso Ventimiglia (casello di Finale Ligure), atterrando a Villanova o approdando al porticciolo di S.Donato che ospita circa 700 posti barca (servizi a terra e fondali da 2 a 4 metri). L'abitato di Finalborgo (XIII secolo) è circondato da mura merlate, dalla torre di Porta Reale si arriva a piazza Garibaldi e poi al Palazzo del Tribunale. Da qui per via Beretta, lungo la strada spagnola (1666), si vede il forte di S.Giovanni e si raggiunge Castel Gavone. Nel borgo, invece, si incontrano Santa Caterina, Porta Testa con la torretta ottagonale. Porte minori (Mezzaluna e Romana) garantiscono l'accesso al nucleo. A Porta Reale c'è la collegiata di S.Biagio (campanile del '400). Finalmarina scorre parallela alla spiaggia con due percorsi pedonali e giardini. Piazza Vittorio Emanuele II era centro commerciale di Spagnoli e Genovesi. Verso il mare, un arco celebra Margherita, figlia di Filippo IV di Spagna, diretta in Austria dal suo sposo l'imperatore Leopoldo I (1666); accanto un datario realizzato con i fiori. Attraverso il centro i palazzi più belli: De Ferrari (architettura ligure del '600, con colonne a impreziosire la scala interna), poco lontano Battaglieri (con stemma Del Carretto), De Raymondi, Buraggi. Risalta la facciata della Chiesa di S.Giovanni Battista. In fondo alla via, l'altro arco è dedicato a Carlo Alberto di Savoia all'inaugurazione della galleria della Caprazoppa. Nei pressi l'Oratorio dei Neri o di Maria Maddalena dei Pazzi (iniziato nel 1697, detto "dei Neri" per il colore delle cappe della Confraternita) in barocchetto ligure. In via Brunenghi il convento dei Cappuccini, in via Torino, la facciata del Teatro "Sivori" con i motivi musicali, intitolato al violinista allievo di Paganini. Prima del porto c'è Finalpia abbracciata alla Chiesa di Santa Maria e sul promontorio il Mausoleo del generale Enrico Caviglia, eroe della Grande guerra. Più a ovest Varigotti, borgo marinaro (XIV secolo), sul cui Capo restano strutture bizantino-longobarde, distrutte da Genova (1341) che interrò il porto.
STORIA DI FINALE LIGURE. La zona è stata abitata dall’uomo fin dalla Preistoria come testimoniano le caverne delle Arene candide e della Polléra), i reperti e le tracce di insediamenti. In epoca romana (a partire probabilmente dal 181 a.C.) furono consolidate e tracciate le vie di comunicazione, soprattutto la via “Aemilia scauri” risalente al 17 a.C. ancora visibile in Val Ponci.Nel 124 d.C., l’imperatore Adriano volle restaurarla e vi fece costruire nuovi ponti. Non sono rari rinvenimenti di strutture e manufatti dell’epoca. Altra strada importante è la via “Julia Augusta” che verso Gorra, si dirige fino a Borgio. Nella zona di Finalborgo è individuata l’antica “Pollupice”, nodo stradale romano. Nel Medioevo, Finale fu dominata da Bonifacio del Vasto e dalla famiglia dei Del Carretto (1142) che alla fine del XII secolo ne fecero un potente marchesato. Enrico II fondò Finalborgo nel 1188 e Castel Govone divenne residenza dei marchesi. Il Finale, riconosciuto dall’Impero, rimase sotto l’influenza di Genova per tutto il XIV secolo che, per ottenere un maggior controllo innalzò le fortificazioni di Castelfranco (1365) all’inizio di Marina. I Del Carretto, alleati con i Visconti di Milano, riacquisirono il potere, ma nella guerra tra Milano e Genova, Finale assediata e tornò a Genova (1448) che ne approfittò per fortificare il territorio e rase al suolo il Borgo. Alfonso I Del Carretto riottennero dall’Imperatore Massimiliano la totale investitura del marchesato, con il permesso di battere moneta. Dopo una nuova occupazione milanese, alterne vicende, sollevazioni popolari e pretese genovesi, il governatore spagnolo inviò 8mila soldati a occupare il territorio che passò alla Spagna (1598). Nel 1707, nella guerra di successione spagnola, Finale fu cadde in mano all’Austria che la vendette a Genova. Passò al Regno di Sardegna e di nuovo restituito a Genova. Nel 1794 fu la volta dei francesi, vittoriosi sulle truppe Austropiemontesi e nel 1797 nacque la giurisdizione delle Arene Candide con Finalmarina capocantone e capoluogo. La dominazione francese (1805-1814) integrò il territorio nel Dipartimento di Montenotte, mentre dal 1815 passò nuovamente al Regno di Sardegna, nel 1869 alla provincia di Genova e divenne parte di quella di Savona nel 1927.
Personaggi Famosi. Gian Andrea Aycardi, filosofo e studioso di giurisprudenza, ambasciatore del Marchesato alla corte di Filippo V di Spagna. Giovanni Boine, letterato, scrittore e filosofo, amico tra gli altri di Prezzolini e Papini. Pietro Paolo Bonora, architetto, lavorò in Liguria, artefice del Castello Wuillermin sulla collina del Gottaro, noto anche in Argentina ed Eritrea. Stefano Cagna, partecipe della trasvolata Italia-Brasile con Italo Balbo. Renato Castellani, regista di “Nella città l’inferno” con Anna Magnani e Giulietta Masina, “Mare matto” con Jean Paul Belmondo e diversi sceneggiati per la tv, tra cui le vite di Leonardo da Vinci e Giuseppe Garibaldi. Enrico Caviglia, militare, direttore in seconda dell’Istituto geografico della Marina, ebbe diversi incarichi nella Prima guerra mondiale (comando della Brigata Bari sul Carso, VIII Armata sul Piave), senatore e ministro della Guerra, fece ritirare con la forza D’Annunzio da Fiume; divenne Maresciallo d’Italia ed ebbe il collare della Ss Annunziata; con la caduta di Mussolini (Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943) fu proposto come Capo del Governo. Fabrizio Del Carretto, politico e linguista fu ambasciatore dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. Giorgio Gallesio, conte, fu ministro plenipotenziario della Repubblica di Genova, segretario di legazione al Congresso di Vienna. Emanuele Rossi, nato a Varigotti, è famoso per aver portato l’acqua potabile e la luce elettrica in ogni casa. Ne parlarono molti letterati e scrittori: da Italo Calvino a Cesare Pavese, da Primo Levi a Gina Lagorio, da Victor Hugo ad Anton Giulio Barrili.
MONUMENTI A FINALE LIGURE E DINTORNI. Il Civico Museo del Finale (Chiostri di Santa Caterina). Il Civico Museo del Finale ha sede nell’ex convento di Santa Caterina (1359, ricostruito due secoli più tardi con due chiostri rinascimentali e adibito dall’800 al 1965 a penitenziario). La visita si svolge lungo un percorso cronologico. Si parte dagli eventi geologi intervenuti a determinare la struttura del territorio finalese. La prima sala raccoglie infatti documentazione, rocce, reperti fossili, dati sui fenomeni e l’evoluzione del territorio fino alla comparsa dell’uomo (materiale su tecniche di caccia, riti e arte rupestre). Da notare lo spazio dedicato alla “pietra di Finale”, calcare costituito da microorganismi fossili, e quello dedicato alle formazioni carsiche che hanno dato vita a caverne e caverne.Subito dopo si “entra” nel Paleolitico con pezzi che provengono dalle caverne della zona: dall’Arma delle Manie (strumento ricavato da mandibola di orso speleo e schegge) a quella delle Fate (nucleo di quarzite).Seguono resti del rinoceronte di Merck (Arma), di pantera (Fate), dell’Uomo di Neanderthal, lo scheletro di orso speleo. Una zona specifica che spiega i segreti delle tecniche archeologiche, sempre con reperti unici da Paleolitico a età del Bronzo. Meritano attenzione le sepolture con oggetti ornamentali, la prima ceramica, spilloni in osso, lamelle in ossidiana, materiali recuperati dal Villaggio delle Anime di Perti (recinto di muri di pietra a secco). Ci sono poi i corredi funebri delle necropoli di Isasco e Perti e alcune anfore recuperate in mare. Si passa poi all'età del Ferro, all’epoca romana (necropoli di Marina), al Medioevo e alla modernità con monete, oggetti sacri e altre ceramiche. La visita è chiusa dalle immagini del Finalese, perché dice la guida, il museo vuol stimolare i visitatori a ritrovare fuori ciò che è stato presentato nelle teche. Il museo civico è aperto tutti i giorni: dal martedì al sabato (nell’orario 9,00-12,00 e 14,30-16,30), domenica e festivi solo in mattinata. Giornata di chiusura il lunedì. Da vedere con attenzione anche la grotta dell’Arma delle Manie, sempre aperta, vicina alla Chiesa parrocchiale, raggiungibile in auto.
San Biagio a Finalborgo. La Chiesa di S.Biagio ha un campanile ottagonale stile lombardo, con tre ordini di bifore e scodelle a palmette in blue cobalto, giallo antimonio, verde ramina (XV secolo). Rifatta in epoca barocca, ha tre navate e cupola. Spiccano le “Nozze mistiche di Santa Caterina d’Alessandria” (1513) e l’opera unica in tre parti di Oddone Pascale (1533) sulla morte di Santa Caterina. La Cappella Madonna delle Grazie ha colonne rifasciate di Castel Gavone. A destra del presbiterio “S.Biagio tra i Ss. Paolo, Pietro, Caterina e Cristoforo”, polittico del Pancalino (1540). Altar maggiore, gruppo marmoreo “Battesimo di Cristo” e balaustra (1799) sono di Domenico Bocciardo. Nella parte alta dell’abside “S.Filippo in gloria” dello Spoleti. Al centro, il pulpito barocchetto di Pasquale Bocciardo (1765), all’ingresso il mausoleo di Sforza Andrea Del Carretto (1604) di Battista Orsolino.
Santa Caterina in Finalborgo e gli affreschi della Cappella Oliveri. Il Convento, approvato da Innocenzo IV (1359), appartiene al Comune di Finale Ligure che l’ha valorizzato come sala conferenze e mostre. Sui capitelli del primo chiostro gli stemmi dei marchesi, sugli altri motivi floreali e religiosi. Si conservano la “Madonna col bambino” attribuita a Taddeo Bartolo (‘300), “Storie bibliche” di Oddone Pascale, “San Tommaso d’Aquino tra i santi” di Giovanni Barbagelata (1502 circa), “Nozze mistiche” (1513) e la “Madonna del Rosario”, ricondotta al Tamagni (fine XV secolo). Imperdibile la visita alla Cappella di testata con il ciclo di affreschi della famiglia Oliveri, opera a due mani, come dimostrano l’ “Assunzione” da una parte e la “Fuga in Egitto” dall’altra. Da citare la “Disputa al Tempio” e gli Oliveri in abiti penitenziali. Influenze lombarde negli archi e nel colonnato.
San Giovanni Battista a Finalmarina. La Basilica di S.Giovanni Battista o dei Cappuccini (1619-1675) sorge sulla pieve altomedioevale. La facciata è presa fra due campanili (1762), nelle tre navate all’interno le colonne binate e l’altar maggiore (1767) in marmo policromo, il tabernacolo con colonne a tortiglione e ai lati del pallio due volti d’angelo. Del Bruschetto le opere sulla volta e i tre affreschi sulla vita del Battezzatore. Tra le dodici Cappelle la più ricca è quella dell’Immacolata con una statua della Madonna del 1681 e nella volta l’Assunta del Merano (1632-1698). La Cappella di Sant'Antonio è l’unica senza colonne: in quella di Sant'Andrea spicca il quadro che ne raffigura la morte; in quella di San Giuseppe è curiosa la tela con il dettaglio di angioletti che giocano con i ferri da falegname. La Basilica offre inoltre un crocifisso attribuito al Maragliano, un archivio storico e reperti bellici.
Nostra Signora di Pia. Si arriva a Nostra Signora di Pia percorrendo via Santuario. La Chiesa a un’unica navata (1729) sorge sopra una cappella medioevale (di cui conserva il campanile romanico-gotico) per volontà di Biagio Del Carretto che vi insediò i Benedettini olivetani. Il Santuario divenne poi parrocchia di Finalpia, animata dagli Olivetani e nel tardo ‘800 passò ai Sublacensi. Dell’antico monastero restano solo il chiostro in pietra di Finale, colonne e capitelli. Sopra l’altare l’ancona marmorea che racchiude l’icona (1728); tra le opere spiccano la “Deposizione” di Andrea Della Robbia e una tavola del ‘400, attribuita a Nicolò da Voltri, forse parte centrale di un polittico con “Madonna, Bambino e Santi”. Nella sala capitolare (XVI secolo) la mostra di arredi e oggetti sacri.
San Lorenzo a Varigotti. A levante dell’abitato sorge la Chiesa di S.Lorenzo vecchio, caratterizzata da un campanile a vela, dall’ingresso con due porte e cinque monofore. La navata è unica con abside quadrata; lungo le pareti interne corre una panca in muratura e restano tracce di un finto schienale. Nel 1586 S.Lorenzo fu trasferito a S.Antonio (XV secolo) del quale rimangono il campanile tardo romanico e la navata della Confraternita. Fu aggiunta la Cappella della Madonna. Spiccano la copia della tela “Madonna del Rosario” (1625-1713); il tabernacolo ligneo (XVI secolo); il polittico di S.Lorenzo con i Ss Pietro e Antonio Abate; all’ingresso il Crocifisso tra i Santi (XVIII secolo) e “S.Pietro”. L’altar maggiore in marmo è di Pietro Ripa (1726). Castel San Giovanni fu edificato dagli Spagnoli a difesa di porta Mezzaluna (1640-1644), inglobando la torre medioevale. Dopo ampliamenti e abbandoni, fu destinato a carcere duro femminile, poi dismesso (inizi XX secolo) e recuperato più recentemente. Di fianco, Castel Gavone (nella foto a lato) (vi sostò l’imperatore Corradino di Svevia), distrutto nella guerra contro Genova (1447-1452) e subito ricostruito, passò a Spagnoli e Genovesi che, per ordine del governatore Antonio Spinola, lo demolirono (1715). Rimasero parti dei muri perimetrali, sotterranei e la Torre dei Diamanti, rivestita di spuntoni di derivazione padana (fine XV secolo), senza però le volte. Sulla linea di valico, sorge la Chiesa medioevale di S.Eusebio di Perti con un polittico del ‘500. Nel campanile a vela, una croce di piastrelle policrome spagnole. Sotto l’abside poligonale della Chiesa gotica si conserva una cripta romanica (XI secolo). Una terza Chiesa (1714-1733), di fianco è a pianta ottagonale. Dietro l’abside, il sentiero porta alla Cappella dei Cinque Campanili o di Ns di Loreto (imitazione della Portinari in S.Eustorgio a Milano). Da qui, interna a tre strutture difensive, si accede alla Chiesa di S.Antonino (Bric Sciamarco) che conserva l’originale parte absidale. Nell’area sono stati ritrovate ceramiche di origine nordafricana e oggetti che affermano una presenza femminile. Sempre a Perti la Chiesa di San Sebastiano, alla Rocca la Cappella di S.Carlo e la Caverna di Polléra. Altre testimonianze storiche il campanile con quattro piani di bifore del XII secolo di S.Cipriano a Calvisio Vecchio (abside altomedievale, ma impianto romanico) e quello del ‘300 di S.Bartolomeo (con maioliche liguri e ispaniche) a Gorra, i resti del Castrum Picae e la Torre Belenda (‘300, con due bifore, caminetto a piano terreno, pavimento in mattoni a spina di pesce) presso Monticello, le torri di Capo Caprazoppa e della Punta di S.Donato. Diversa la natura di Varigotti: costituita da nuclei di case arroccate con torri di vedetta contro le scorrerie turche. Nei nomi le vicende: Cà dei Mori, Chien Pino, Costa con le sue rovine e Capo che fu abitato dalla prima metà del ‘600 (la torre su punta Crena fu chiamata Castello).
TRADIZIONI, PRODOTTI TIPICI E MERCATI DI FINALE LIGURE. Le attività tradizionali del Finale ruotavano attorno ai tessuti e ai panni con diverse filande. Lungo il torrente Aquila i mulini, mentre erano sparse le botteghe dei fabbri, i frantoi, le fabbriche di sapone. Fino alla metà dell’800 esistevano ancora 5 cartiere. Un prodotto tipico è la pietra di Finale che risale a 26 milioni d’anni fa, originata da frammenti fossili di gusci di organismi marini, di molluschi e pesci cementati tra loro, da depositi dei corsi d’acqua della zona.La natura calcarea è la stessa delle Dolomiti, tra il rosa carnacino, il bianco caldo e il rosso mattone. Di varia durezza, è molto apprezzata in edilizia interna ed esterna e utilizzata in lavorazioni artigianali. Tra i frutti della natura vanno degustati l’uva e i vini (nell’entroterra con il Barbarossa di Carbuta e il Lumassina di Feglino adatto per le “lumasse” ovvero le lumache), le olive speciali che crescono sulle terrazze in collina e che, “spremute” artigianalmente nei frantoi, danno dolci olii per condimento. Le piante spontanee regalano distillati, olii essenziali e, con una piccola collaborazione, miele confezionato anche dai frati di Finalpia (di acacia per i diabetici, al castagno per migliorare la circolazione). E ancora la frutta con i fichi e le albicocche di Calvisio, gli odorosi tartufi neri, i broccoli. A Finale la cucina ligure acquista sfumature particolari: dal cavolo ripieno a focacce e focaccette fino ai dolci con amaretti, chifferi di mandorla, baci. A Finalborgo si possono gustare i “gubeletti”, dolci ripieni di marmellata. La tradizione si riflette negli appuntamenti. Quello più consueto è il mercato settimanale che si svolge il giovedì sul lungomare di Finale e allestito da moltissimi banchi di ogni genere, dall’abbigliamento alla frutta e verdura, dagli articoli per la casa ai formaggi, dalla profumeria ai giocattoli. Tutti i primi sabati e domeniche del mese si tiene invece il mercatino dell’antiquariato a Finalborgo.
MANIFESTAZIONI A FINALE LIGURE. Il 3 febbraio si festeggia S.Biagio a Finalborgo; a giugno luminarie, processioni, falò per S.Giovanni Battista (24) e S.Pietro (29, i rioni finalesi disputano il Palio marinaro dei gozzi e, durante la processione, si fanno sobbalzare le casse processionali). La prima domenica dopo il 16 luglio tocca alla Madonna del Carmine, il 10 agosto S.Lorenzo a Varigotti festeggia, il 15 agosto l’Assunta e l’8 settembre la Natività della Vergine entrambe a Finalpia. Il 24 agosto è la volta di S.Bartolomeo a Gorra. Nel periodo estivo Varigotti organizza due fiere del pesce. A settembre c’è la mostra mercato dei vini e l’8 dicembre la Chiesa di San Giovanni Battista festeggia con la discesa dell’immagine della Vergine (il cui vestito settecentesco è stato da poco restaurato) e la processione. A Natale c’è la fiaccolata in costume da Castel Gavone alla Chiesa di S.Biagio per la messa di mezzanotte. Per tutta l’estate viene organizzata la Festa del Marchesato con concerti, sfilate, balli in costume, esibizioni con le armi bianche, tornei d’arco, rievocazioni di fatti storici, fiere di arti e mestieri. Per l’occasione si conia il “finarino”, moneta che permette l’acquisto nelle botteghe. Lo spunto viene dalle celebrazioni volute da Giovanni I del Carretto per la ricostruzione delle mura (1452) che si ripetono nel “Dinô da Nùxe” di dicembre. La musica classica nella Riviera ligure delle Palme si identifica da ormai trentacinque anni con il Concorso Internazionale di Musica da Camera “Palma d’Oro Città di Finale Ligure”. È dal 1974, infatti, che d'estate nella vitalissima cittadina rivierasca si ripete una delle manifestazioni culturali più prestigiose della Provincia di Savona. Dalla prima edizione ad oggi la Palma d’Oro ha visto una partecipazione ed un successo crescenti, arrivando ad ospitare musicisti di ben 63 nazioni. Uno degli ingredienti di questo successo sta certamente nell’alta qualità con cui è composta la giuria, che conta su capiscuola del concertismo e della didattica musicale internazionale nonché su grandi firme del giornalismo e della critica musicale. Il Concorso, nato con la sola sezione di pianoforte, si è gradualmente allargato fino alle attuali sei sezioni: oltre al pianoforte, il Duo per due pianoforte, il Duo per pianoforte e volino, pianoforte e violoncello, canto, chitarra. Ogni anno il Concorso è preceduto da un concerto inaugurale nella Basilica di San Giovanni Battista di Finale Ligure. Altri appuntamenti con gli stage di danza nell’arena del Borgo, "Voci nell'ombra" (dedicato al doppiaggio) la rassegna cinematografica di Varigotti, i convegni e le mostre dell’Oratorio dei Disciplinati.
A CONTATTO CON LA NATURA. Il viaggio nel Finale parte dall’alba della preistoria. Basta recarsi sull’Arma delle Manie (reperti di 75mila anni fa), alla Caverna delle Fate (manufatti da 40mila a 120mila anni fa) o alle Arene Candide (ritrovamenti di 18mila-10mila anni fa). Qui la tomba del “Giovane principe” (una delle più ricche del Paleolitico) e altre sepolture. Nell’entroterra, presso Rocca degli Uccelli, spicca “Ciappo del sale”: roccia piatta, pentagonale incisa con segni tra cui croci, coppelle (“vaschette dei cacciatori” perché vi bevono uccelli), case, figure.Sul Monte Caprazoppa c’è una specie di dolmen, come quello di Monticello e la “Pietrafitta” a Gorra. Intorno la splendida vegetazione: lentisco, rosmarino, lavanda, ginepro, boschi misti di castagno, nocciolo e querce, sorbi, faggi, pinete. Crescono fiori come il “dente di leone”, mentre altri preferiscono le crepe della roccia di Finale (una specie di campanula ligure) o le facciate (malvone delle rupi). E poi gli animali: rettili (come la lucertola gigante “mamalua”), insetti cavernicoli, anfibi e crostacei, specie di bosco (scoiattoli, tassi, donnole), alle oltre settanta specie di uccelli (aquila e gufo reale, falco pellegrino, poiana). Ma il vero simbolo è il gabbiano. Non si trascurino le bellezze geologiche: l’altopiano delle Manie fa parte di una struttura geologica tra Finale e Noli. La leggenda narra il passaggio di Ercole (via Herculea) verso la Spagna e le “sue” colonne. Restano pochi insediamenti dal tipico aspetto “a cubo”. Da Finalborgo si risale la valle del Torrente Aquila con le pareti a strapiombo, oppure si prende la Val Pora o ancora il Colle del Melogno che conduce in Valbormida.Da Finalpia, lungo il torrente Sciusa (la zona è stata detta “lacremâ” dopo) si arriva al borgo di Calvisio (oltre il bivio per la Val Ponci si ammira la fenditura detta “Colpo d’Orlando”) e seguendo il segnavia 3 pallini rossi si scende alle case rupestri di Cà Cerisola e il Tribunale, davanti Camporotondo, poi a un bivio la casa rupestre del Vacché e in salita fino al Ciappo dei Ceci (piccole fenditure nella roccia) e a quello delle Conche tra Rocca di Corno (free climbing) e degli Uccelli (nidificazioni di rapaci). A est del Ciappo, sul sentiero per S.Lorenzino, la grotta Arma du Bo con specie vegetali uniche e la presenza del sauro Lacerta Lepida. Si può andare alle Manie e in Val Ponci (tratto della “Julia Augusta” con cinque ponti). Dalla Val Ponci si raggiunge il Rio delle Manie e all’Arma. Si sale alla vasca dell’Acquedotto con vista panoramica. Si scende alla Grotta delle Fate e al ponte romano meglio (ce ne sono altri tre sul tratto della “Julia Augusta”, costruita sulla precedente “Aemilia Scauri”). Con qualche opportuna deviazione si può vedere il Ciappo del Sale. Di fronte Verzi e nella valle la roccia simile a un viso verso il cielo, forse il dio Penn di tribù celtiche. Per evitare sforzi fisici si scelga una gita in auto o moto. Diretti alle Manie, attraverso ripidi tornanti con scorci sulla costa. Passando tra la vegetazione, si arriva a una locanda e a sinistra l’Arma. Dalla strada si scende a Voze e, a sinistra, emerge la Bastionata di Boragni. Per gli appassionati di volatili c’è l’imbarazzo della scelta. Da Finalmarina si sale seguendo le vie dei capitani di mare (esiste un servizio che porta sino all’inizio dell’itinerario). Tra caprifogli e ginestre spinose si notano diversi esemplari: merli e verdoni, capinere e usignoli, gruccioni in migrazione e ghiandaie marine. Proseguendo (“triangolo con punto”) si individuano poiane, bianconi e rari sparvieri. A Camporotondo (reperti archeologici), prendendo il segnavia “cerchio giallo pieno” si intravede il Monte Tolla; tra S.Cipriano e Calvisio, l’upupa e il torcicollo. Nella zona di S.Bernardino, barbagianni e civetta, qualche allocco. Oppure si può salire a S.Lorenzo di Varigotti, imboccando la Strada vecchia sulla destra. Si vedono uccelli marini e di macchia (cinciallegra, occhiocotto), gheppi, passeri solitari, corvi imperiali. Poi la Torre delle Streghe (eretta dai nolesi per sorvegliare il confine con Finale) e il semaforo di Capo Noli con falchi pecchiaiuoli. All’altezza della galleria nidifica il rondone pallido. Per la mountain bike ci sono numerosi percorsi dalle Manie alla Caprazoppa, sentieri e discese nel bosco. Da Finale fino all’Altopiano in circa 4 km (dislivello 300 m). Si scende per Isasco (costruzione “Casa della volpe”) e poi Varigotti oppure si prende il viottolo in terra battuta fino all’Arma. Dalla grotta, a destra e poi a sinistra, una sterrata per Capo Noli. Si può anche declinare a Verzi, costeggiando Rocca di Corno. Da Finale si sale a Magnone, S.Filippo, S.Giorgio e poi per la sterrata nel bosco. Si sale per un km con la provinciale per Segno e si arriva a Cà de Gatti, alle Rocche Bianche fino alla Val Bormida. Da Finalborgo verso Calice Ligure (piano per 5 km), dopo una leggera salita arrivano le rampe impegnative. Dopo una cappelletta, a sinistra inizia il tratto in terra battuta. Si arriva all’Osteria vecchia, discesa e all’incrocio con la statale da Finale, si piega per il Melogno. Sempre a Calice Ligure, si devia per Vene e poi verso la Chiesa di Rialto. Qui a destra per la stradina con passaggi sconnessi e dritti ai bivi. Dopo 13 km, verso Colla S.Giacomo e le sterrate per Finale e Feglino.
SPORT A FINALE LIGURE. Dieci km quadrati di roccia da scalare, oltre 1500 vie di arrampicata. Nella zona di Finale il free climbing è avviato a diventare un’offerta recente grazie alla varietà di palestre, diverse per livelli di difficoltà e per tipologie, che rendono l’ambiente ideale in ogni stagione. A Perti, c’è l’omonima Rocca, poi la Paretina di Finalborgo, in arco montano che comprende Monte Sordo, Monte Cucco, la Mole di Bric Pianarella, il Vallone di Cornei, la Bastionata di Boragni, la Val Ponci, Rocca di Corno. Chi ama questo sport e tutti quelli all’aria aperta può avvalersi di servizi, inclusi nei pacchetti turistici, di operatori competenti che consigliano accessori e tracciati attrezzati, di indicazioni e segnaletiche, di posti auto e sosta. Per queste valli si possono fare delle camminate, dedicarsi alla speleologia. Per gli altri vengono organizzati spesso gare a livello nazionale e, in qualche caso, anche internazionale. Per chi ama i cavalli c’è il maneggio delle Manie che apre su percorsi nella natura e organizza gare e raduni. In deltaplano si può scendere alla costa e lì dedicarsi alle piccole imbarcazioni a vela, al windsurf oppure al surf. Chi vuole approfondire la conoscenza del mare può immergersi tra le onde e visitare i fondali della scogliera tra Finale e Varigotti. Fondali sabbiosi a occidente, scogli su arena fino a Varigotti, sabbia grossa dalla Baia dei Saraceni a Capo Noli Gli appassionati di apnea si dilettano in indimenticabili escursioni subacquee tra gronghi, dentici e mormore, pesci ago e qualche cavalluccio marino. A Finale c’è spazio per le arti marziali, per l’arco nella specialità del tiro di campagna (in strutture idonee nei boschi, battute di caccia con sagome oppure tiro a volo o tiro ai pesci nei laghetti di pesca sportiva). Sul Lungo Sciusa ci sono tre campi in terra battuta, uno in erba sintetica per il tennis e uno per il calcetto. Il campo sportivo da calcio ospita il Finale Fc (che milita in Promozione), mentre per la pallavolo ci sono il Vt Finale (C maschile) e il Finale (D femminile). Per il basket, il Finale milita nel campionato di C2 maschile.
Altre informazioni sono disponibili sui siti: http://users.iol.it/san.lorenzo www.alpidelmare.net www.cec.it www.centrostoricofinale.com www.finalborgo.it www.finaleligure.it www.finaleligurehotel.com www.inliguria.liguriainrete.it www.inforiviera.it www.liguriainrete.it www.liguriaplanet.com www.provincia.savona.it www.turismo.liguriainrete.it