venerdì 13 maggio 2016
Una festa dedicata alla focaccia col formaggio di Recco, capitale gastronomica della Liguria, nel cuore del golfo Paradiso. E’ qui che domenica 22 maggio andrà in scena l’evento più atteso dagli appassionati gourmet. Per tutta la giornata la focaccia sarà protagonista: al mattino con le versioni più “genovesi”: focaccia normale, alle olive o con le cipolle. Al pomeriggio con la distribuzione di quella col formaggio, che ha recentemente ottenuto la certificazione europea igp.
Durante la giornata la celebre “No limits challenge”, la sfida delle sfide: 10 volontari estratti a sorte tra coloro che vorranno partecipare dovranno divorare una focaccia di Recco col formaggio da un chilogrammo in meno di 15 minuti. E poi musica, cabaret, il trenino della focaccia.
Storia della focaccia di Recco
Si narra che questo prodotto esisteva già all’epoca della terza crociata. “Era la Pentecoste di rose dell’anno 1189… la cappella dell’Abbazia di San Fruttuoso accoglieva i crociati liguri per un solenne Te Deum prima della partenza della flotta per la Terra Santa… Sulle bianche tovaglie di lino ricamate facevano bella vista i piatti di peltro e di rame, zuppiere di ceramica e di coccio colme di ogni bendiio: pagnotte di farro ed orzo impastate con miele, fichi secchi e zibibbo, carpione di pesce, agliata, olive e una focaccia di semola e di giuncata appena rappresa (la focaccia col formaggio)…”. In tempi lontanissimi la popolazione recchese si rifugiava nell’immediato entroterra per sfuggire alle incursioni dei saraceni.
Si narra che grazie alla possibilità di disporre di olio, formaggetta e farina, cuocendo la pasta ripiena di formaggio su una pietra d’ardesia coperta, venne “inventato” quel prodotto gastronomico che oggi conosciamo come “Focaccia di Recco col Formaggio”.
Ormai considerata una delle bandiere gastronomiche della Liguria, nel corso degli anni la Focaccia di Recco col formaggio è cresciuta di apprezzamento varcando in modo ormai così vasto i confini territoriali tanto che i produttori locali si sono sentiti defraudati delle loro tradizioni, sentendosi così in dovere di chiedere l’intervento delle Istituzioni preposte per difendere il nome del roprio prodotto bandiera, da quì le motivazioni della richiesta IGP.
Un prodotto semplice e sano, con pochi ingredienti, lontano da ogni tipo di sofisticazione,eppure così difficile da riprodurre. Forse proprio per questo il riconoscimento IGP prosegue, grazie al forte legame del prodotto con il territorio, grazie alla manualità e alla naturalità con la quale i focacciai del luogo tirano le sfoglie, veri e propri veli che a vederli ci si chiede come facciano a maneggiarli, con quelle grandi mani, senza romperli.