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Da Palo al Monte Beigua in bicicletta

Monte Beigua per chi vive sulla costa è il nome di questa cima appenninica, non altissima ma maestosa di rocce e di boschi con un fascino quasi magico. Sta lì dietro, incombente e amica, velata di nebbie autunnali, spolverata dalle nevi d'inverno, verde di erbe tenere in primavera, coperta di pini e di faggi sui suoi versanti interni, uno dei monti sacri ai Ligures preistorici.
Il masiccio del Begua conserva angoli tra i più intatti della liguria e giustamente il suo intreccio di foreste, valli, prati, paesi e torrenti è tutelato dal Parco Regionale Naturale; nel suo paesaggio quasi alpino la bici sale fra i ruderi delle vetrerie preindustriali e gli affioramenti di rocce oceaniche ricche di minerali rari, si pedala lungo torrenti popolati di trote e girini dove è bello fermarsi a fare il bagno sotto lo scroscio di una cascatella freschissima, per raggiungere una vetta a picco sul mare e affacciata sulle Alpi innevate e lontane.

Mappa: da Palo a Monte Beigua in bicicletta

Il percorso

Il sentiero inizia dalla piazza principale dell'antico borgo rurale di Palo (650 m), da cui si sale verso la chiesa e il cimitero proseguendo sulla sterrata che porta a Sassello. Dopo un ampio spiazzo si prende una sterrata a sinistra che prosegue incassata in un'incisione artificiale della roccia, su un suolo rossicio fra castagni, pini e betulle.

Dopo una breve salita si prosegue in falsopiano fra alberi cedui e felci sui resti di una paleofrana attraversata da alcuni ruscelleti intorno ai quali vive, e non è difficile scorgere, la salamdra pezzata dal mantello giallo e nero. Siamo sopra la valletta  del Rio La Ciappa, (900 m circa) oltre la quale nel bosco appaiono i primi faggi; si prosegue verso il creinale costeggiato a ovest il Monte Cucco sino a scendere verso le case di Veirera (980 m), che si attraversa su asfalto.

Il nome di questa piccola borgata ricorda una delle tante vetrerie che sorsero nell'area del Begua durante il Medioevo, favorite dalla presenza in loco della pietra turchina silicea, materia prima necessaria per il vetro, e dall'abbondanza di legna e di calce.

Dopo essersi congiunto all'itinerario che sale da Sassello, il sentiero gira a destra sulla carrareccia che porta sotto Punta Pragiroso (1140 m) e sale verso sud fra castagni e poi faggi anche molto grandi. Si procede sotto il versante ovest del Monte Ermetta dove la vegetazione si dirada e appare la roccia nuda, verde-azzurra di serpentiniti.

Quando si raggiungono le pendici sud del Bric Verici si confluisce nell'Alta Via dei Monti Liguri dal cielo e da panorami infiniti verso il mare - sino alla Corsica - verso Genova e verso le Alpi.
Breve è il tratto che porta, infine alla cima  tondeggiante del Monte Beigua (1287 m): la chiesetta della Regina Pacis, un tempo solitaria custode della sacra vetta montuosa e oggi nascosta dalle decine di antenne e ripetitori, è il capolinea di questo itinerario.

Intorno al percorso

Il mare di verde che ricopre i versanti dal monte Beigua e l'ondulato altopiano che da esso sende verso la pianura Padana furono, millecinquecento anni fa, la selva dell'Orba, riserva di caccia dei re longobardi che prende il nome dal principale corso d'acqua della zona; oggi fra i boschi eredi della selva antica spiccano i muri in pietra delle cascine che, solitarie o a piccoli gruppi, popolano le campagne tra San Pietro d'Olba (550 m) capoluogo del comune di Urbe, e Sassello, che è una delle capitali della gastronomia ligure, celebre per gli amaretti e i salumi. D'inverno , sul versante di nord-est dal Monte Cucco, all'Alberola (960 m), neve permettendo così di sciare.

Informazioni per il turista

Equipaggiamento consigliato: il normale equipaggiamento da MTB cin protezione contro il vento, la nebbia e la pioggia.

Come arrivare
In treno: stazione FS Albisola, poi bus verso Sassello-Urbe sino a Palo.
In auto: uscire dall'A10 ad Albisola, svoltare a sinistra e salire lungo la SP 334 sino a Sassello, poi la SP 49 fino a Palo.

Stagioni consigliate: da marzo a ottobre, intorno alla vetta attenzione alla nebbia (in realtà nuvole basse che arrivano dal mare) che può essere fitissima a accecante. D'inverno la zona è spesso innevata.
 

Questo itinerario è stato realizzato a Luglio 2016.


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