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Dintorni di Albenga e Alassio: la zona di San Calocero, la Via Julia Augusta e l'Isola Gallinara

Dintorni di Albenga e Alassio: la zona di San Calocero, la Via Julia Augusta e l'Isola Gallinara

Le passeggiate intorno ad Albenga e Alassio sono tra le più interessanti della Riviera per le loro caratteristiche naturali e la loro storia. Si parte da Albenga recandosi in Regione Doria per visitare i resti della chiesa dedicata a San Calocero. Da qui è semplice raggiungere il percorso suburbarno della via romana, denominata Via Julia Augusta.

Bello da percorrere a piedi il tratto collinare che va verso Alassio, con i resti dell'Anfiteatro, dell'acquedotto, di vari edifici, con il monumento funerario "il Pilone". Si percorre la passeggiata archeologica, sulle orme degli antichi Romani, giungendo al capo Santa Croce, dove la chiesetta omonima del XIII secolo si trova arroccata in splendida posizione a picco sul mare.

Mappa dell'itinerario


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Partendo dalla zona di San Calocero

A ridosso della collina del "Monte", lungo il percorso della strada romana oggi deviato più a valle, sorse nel IV-V secolo la prima chiesa cristiana di Albingaunum, dedicata a San Calocero, martire locale il cui culto è legato alle più antiche tradizioni del Cristianesimo in questa parte della Liguria. Secondo la leggenda S.Calocero, ufficiale romano seguace del Cristianesimo, sarebbe stato decapitato nel II secolo d.C., durante la persecuzione di Adriano, presso l'antica foce del Centa, ove sorse più tardi un sacello a lui dedicato, oggi scomparso. Sul suo sepolcro e sul luogo dell'antica necropoli pagana, sorse nel IV secolo, dopo l'editto di Costantino e ad esaltazione del suo sacrificio, la basilica cimiteriale a lui dedicata. Si ha testimonianza della traslazione delle sue reliquie una prima volta nel secolo VIII, dall'iscrizione dell'abate Marinaces, una seconda volta nel 1286 per opera del vescovo Lanfranco. Dopo l'erezione della prima Cattedrale entro le mura, il primitivo tempio passò, nel VI o VII secolo, ai monaci benedettini, come dipendenza e sede in terraferma dell'abbazia da essi fondata nell'isola Gallinara. Fu ingrandito e trasformato a più riprese e conglobato entro le cinta del monastero, che nel 1368 fu acquistato dal vescovo Giovanni Fieschi per installarvi un nuovo convento di monache benedettine. Questo monastero femminile vi risiedette fino al 1593, quando il vescovo Luca Fieschi lo trasferì per ragioni di sicurezza entro la città, nella nuova chiesa di S.Chiara, presso l'Ospedale. Nei secoli XVII e XVIII l'antico monastero fu a poco a poco abbandonato e cadde in rovina e fu sepolto da macerie e frane. Una campagna di scavi, che ha portato al ritrovamento dei resti della chiesa primitiva e al parziale riconoscimento della pianta, è stata condotta nel 1939 ed è rimasta interrotta a causa della guerra. E' stata ripresa per breve tempo nel 1972. Gli avanzi del monastero si presentano oggi come un imponente complesso di rovine, in cui si accavallano muri ed edifici di diverse epoche medioevali. Il nucleo più antico, scoperto negli scavi del 1939, è quello della chiesa, a tre navate, con pianta del tutto asimmetrica e pilastri quadrati tozzi e molto ravvicinati che appartengono verosimilmente alla ricostruzione altomedioevale. Sotto la linea dei pilastri e all'esterno di essa, dal lato a valle, si può vedere il muro superstite della primitiva basilica del IV secolo, entro la quale sono state scoperte tombe dei primi tempi cristiani (e forse delle stesso Martire S.Calocero) e, al disotto, uno strato di materiali sconvolti della necropoli pagana. Sotto la navatella laterale nord era un vano coperto da una volta a botte alleggerita con pietre tufacee e con un'imbottitura di anfore, come nel Battistero. La navatella sud, verso la montagna, fu trasformata nel tardo Medioevo in ossario, ma la parete è ancora quella originaria e conserva traccia delle finestrelle del secolo VIII. Dinanzi alla chiesa era un portico a pilastri di blocchi monolitici la cui pianta non è chiara. Tutto intorno sono ampliamenti e vani di diversa epoca, racchiusi entro un'altra cerchia di mura che è costruita con copioso materiale marmoreo e laterizio tolto da edifici romani e paleocristiani. Notevole un labrun (vasca da bagno) incastrato in un nicchia, in posizione simile a quella che si riscontra negli edifici termali romani. La maggior parte dei materiali romani e paleocristiani recuperati e scavati nella zona si conserva nel Civico Museo Ingauno; da essa provengono pure le più importanti iscrizioni paleocristiane di Albenga.

La Via Julia Augusta: un'interessante passeggiata archeologica

Scendendo dalle rovine di San Calocero si consiglia di percorrere per breve tratto la carrozzabile Albenga-Villanova, per imboccare più a valle la strada di costruzione moderna che sale alla collina del Monte. La via romana saliva invece direttamente da S.Calocero in direzione della chiesa di S.Martino, ma il tratto di collegamento è oggi scomparso. Il percorso suburbarno della via romana (denominata ufficialmente Julia Augusta per essere stata sistemata dall'imperatore Augusto nel 13 a.C.) è cosparso di numerose costruzioni romane e forma una passeggiata archeologica di discreto interesse anche panoramico e ambientale. L'abbandono in cui è rimasta la zona, già intensamente coltivata e trasformata a fasce di vigne e di ulivi dai Benedettini, che la possedettero per secoli, consente la conservazione di lunghi tratti della via, la quale corre per vari chilometri fino a mezza costa fino al promontorio e alla chiesa di S.Croce, che si affaccia sulla baia di Alassio.

Lungo il trattto della via Julia Augusta - Foto Bruno Roncato
Il tracciato romano immerso nel verde della collina di Albenga - Foto Bruno Roncato
Antichi momumenti romani lungo la via - Foto Bruno Roncato
Un tratto dell'antica via romana - Foto Bruno Roncato
Resti di tombe romane - Foto Bruno Roncato

Appena lasciata la carrozzabile Albenga-Villanova, si giunge dopo 30 metri dinanzi ai resti di una chiesetta altomedioevale di indeterminata età e significato, casualmente scoperta e scavata nel 1933, con tombe a lato. Da questo punto è possibile salire al "Monte" per la carrozzabile privata che raggiunge l'abbazia di San Martino oppure raggiungendo l'antica via romana che passa presso l'ex-chiesa di S.Martino, entrando di qui nella proprietà privata dell'ex-abbazia. Si giunge al Pilone, monumentino funerario del II secolo d.C., che domina l'incantevole paesaggio sulla piana albenganese a nord e verso il mare e l'isola Gallinara ad est. Esso fu restaurato nel 1892 da Alfredo D'Andrade, appartiene al tipo delle tombe a torre dette "Pile" fin dall'antichità e consta di tre corpi leggermenti rientranti, coronati in alto da un attico che formava due nicchie, con le statue dei defunti (la parte alta è stata demolita dai tedeschi nel 1944, ed il monumento è rimasto così mutilato di qualche metro). Sulla fronte principale, verso il mare, si apre una nicchia a volta, entro la quale esistono due loculi laterali destinati ad accogliere le urne cinerarie dei due ignoti personaggi a cui era dedicato il sepolcro. Il Pilone, per quanto mal restaurato ed oggi mutilato, costituisce il modello meglio conservato dei monumenti di questo tipo. Proseguendo verso ovest, si giunge dopo una trentina di metri ad una vasta spianata ellittica, oggi magnificamente alberata, che racchiudeva l'Anfiteatro della romana Albingaunum. Ne avanzano ampi resti murari sul lato nord, appartenenti sia al muro perimetrale esterno, con contrafforti, sia all'ellissi interno che circondava l'arena; verso est è conservato uno dei due ingressi principali. L'edificio è stato identificato ai primi del '900 dal D'Andrade, messo in luce una prima volta nel 1934, poi nel 1973 e 1975, con uno scavo sistematico che proseguirà fino alla liberazione completa nel monumento. Sul margine ovest dell'antiteatro si conservano gli avanzi della Chiesa e dell'Abbazia di S.Martino, la prima incorporata in una casa colonica, la seconda trasformata in villa e molto restaurata. Esse sono l'ultimo residuo della vasta tenuta monastica che nel Medioevo i monaci di San Benedetto organizzarono in terraferma dall'Abbazia dell'Isola Gallinara, che sta dirimpetto. La chiesa, di cui si conserva l'abside quadrangolare, non è anteriore al secolo XIV, pure tardo-medioevale sembre la costruzione dell'adiacente casa monastica, le cui bifore gotiche sono in massima parte frutto di un restauro dei primi del '900. Ad ovest della chiesetta si sbocca sull'antica strada romana, il cui ultimo rifacimento qua e là conservato, con una striscia di mattoni al centro, dev'essere opera nel tardo Medioevo, mentre i tagli nella roccia che si osservano proprio a lato della chiesa possono essere opera romana. Di età medioevale assai antica sono i muri che recingono l'antica proprietà monastica a sud della via. Si giunge dopo una cinquantina di metri ad un edificio romano, probabile sepolcro monumentale sito a fianco della strada e conglobato in una assai caratteristica costruzione tardo-medioevale che ne ha utilizzato e conservato le quattro pareti a notevole altezza. Esso è costruito in muratura a piccoli quadrelli di arenaria a cui si vedono intercalati alcuni corsi ornamentali a losanga, modo costruttivo tipico in Liguria della fine del I secolo d.C. L'edificio era probabilmente in origine una tomba o recinto funerario monumentale a lato della via Julia Augusta. Più oltre, proseguendo verso ovest, si incontrano i resti di un edificio romano che sembrano appartenere ad una villa piuttosto che ad una semplice tomba, poichè il muro conservato, ben visibile a lato della strada, è lungo più di 30 metri e sembra costituire il recinto di una tenuta rurale. La casetta colonica che si vede all'interno è pur essa costruita su fondamenta romane. Sul versante opposto della valletta è un'altra zona di tombe suburbane allineate a monte della strada.

Vegetazione lungo la Via Julia Augusta - Foto Bruno Roncato
Un fiore lungo la via - Foto Bruno Roncato
Un fiore lungo la via - Foto Bruno Roncato
Panorama - Foto Bruno Roncato
Uno scorcio panoramico - Foto Bruno Roncato

La Chiesa di Sant'Anna ai Monti

Una volta entrati nel territorio di Alassio si incontra la Chiesa di Sant'Anna ai Monti del X secolo. E' stata la prima Parrocchia di Alassio e tale rimase fino al 1507. Sant’Anna ai Monti fu officiata fino all’epoca napoleonica, poi ceduta a privati e adibita a stalla, successivamente cadde in abbandono. Ridotta ad un rudere, fu radicalmente restaurata negli anni 1968-70 e riaperta al culto. Durante i restauri sono venuti alla luce interessanti affreschi; il più esteso si trova sulla parete sinistra del portico e rappresenta il Cristo Pantocratore racchiuso in una mandorla proprio sotto la testata del muro divisorio, con alla destra una folla di beati e alla sinistra, nella navata, rimane un "Angelo della salvezza", frammento di una probabile rappresentazione di dannati all’inferno. Sulla sommità del muro della facciata si trova un frammento con la figura di Sant’Anna e altri due volti. Questi affreschi si fanno risalire alla fine del XV secolo. All’interno vi è una navata trapezoidale che si restringe dalla facciata verso l’abside quadra, preceduta da un portico  rettangolare; prima dell’abside, a sinistra, si trova uno slargo rettangolare che dovrebbe essere ciò che rimane di una precedente piccola costruzione romana.

Il cartello che indica la Chiesa - Foto Bruno Roncato
La Chiesa di Sant'Anna ai Monti - Foto Bruno Roncato
Scorcio sul porto di Alassio dalla chiesa - Foto Bruno Roncato
Un affresco - Foto Bruno Roncato
L'interno - Foto Bruno Roncato

L'Arco e la Chiesa di Santa Croce

L'Arco e la Chiesa di Santa Croce - Foto di Fabrizio Trunzo

Proseguendo si può raggiungere l'Arco di Santa Croce, che segna l'antico confine medioevale tra Albenga e Alassio, sua "villa" nel Medioevo, resasi indipendente a partire dal secolo XVI. A lato dell'arco, che offre un belvedere tra i più belli della Riviera, sorge la Chiesa romanica di Santa Croce, fondata nel secolo XI dai monaci benedettini che, dalla vicina Isola Gallinara, estesero il loro dominio a tutto il territorio di Alassio, cedendolo al Comune di Albenga nel 1303. La chiesetta, ridotta fino a ieri ad un rudere, è stata da poco tempo ricoperta e restaurata, nonchè riaperta al culto; conserva l'abside originaria con archi binati e strette feritoie; i fianchi sono pure medioevali per un certo tratto, mentre tutta la parte anteriore, compreso il caratteristico portico, è un'aggiunta del secolo XVI.

L'isola Gallinara

 

                                                                                                     Foto Studio Fotografico Rossello Albenga - www.mros.it 

La visita all'isola Gallinara ha valore soprattutto panoramico e di ricordo storico, oltre che per i singolari tipi di flora e di fauna che vi si conservano. Chiamata così dai Romani per la presenza di molte galline selvatiche, fu scelta da San Martino da Tours, intorno al 370 d.C., come eremitaggio e si mostra tuttora sul fianco occidentale dell'isola, la grotta dove egli avrebbe dimorato. I primi monaci rifugiatisi nell'isola dedicarono a S.Martino il monastero. Isola Gallinara - Foto di Bruno RoncatoL'abbazia divenne poi potente nei secoli dell'alto Medioevo ed acquistò, per donazione di re e feudatari, vastissime proprietà nella Diocesi di Albenga e fuori. Era suo possesso in Albenga la chiesa di S.Maria in Fontibus, che pare debba collegarsi al suo doppio titolo: S.Maria e S.Martino. Nel 1162 si rifugiò nell'isola il Papa Alessandro III, a causa di una tempesta mentre viaggiava verso la Francia; con bolla del 1169 egli pose l'abbazia sotto la diretta protezione della Santa Sede. Nel secolo XIII cominciarono il declino e la graduale alienazione dei beni, nel secolo XV l'abbazia fu convertita in "commenda", conferita da Papa Sisto IV al cardinale Cybo, poi da Innocenzo al patrizio albenganese Pietro Costa nel 1484. Per due secoli i Costa furono abati commendatari dell'isola; succedettero ad essi nella commenda i Vescovi di Albenga, finchè nel 1842 il Vescovo Raffaele Biale ne fece vendita a privati. Della primitiva chiesa di S.Maria e S.Martino non si conserva nulla all'infuori di alcune tracce delle fondamenta (l'attuale chiesetta è moderna). Il monastero è stato pure completamente trasformato e incorparato nella villa padronale dell'isola. Unico monumento degno di interesse è la torre di vedetta e di difesa innalzatavi nel secolo XV o primi del XVI dalla Repubblica di Genova per la guardia della costa albenganese contro le incursioni dei barbareschi. Essa è di forma circolare e conserva l'interessante coronamento a doppio ordine di archetti pensili, caratteristico del tardo Medioevo. Dal 1989 la Gallinara venne istituita Parco Naturale Regionale. Essendo proprietà privata, non è aperta al pubblico, pertanto si possono effettuare gite con sosta nel porticciolo e circumnavigazione dell'isola.

Panoramica dall'Isola Gallinara - Foto Studio Fotografico Rossello Albenga
Uno scorcio dell'Isola - Foto Studio Fotografico Rossello Albenga
L'attuale chiesetta di S.Martino - Foto Studio Fotografico Rossello Albenga
Interno della chiesa di S.Martino - Foto Studio Fotografico Rossello Albenga
La torre di vedetta - Foto Studio Fotografico Rossello Albenga

Informazioni per il turista

Percorso Via Julia Augusta:
- Luogo di partenza: Via Salita Madonna di Fatima, Albenga.
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Tempo e dislivello: 1,10 h per raggiungere la chiesetta di Santa Croce, altri 20 minuti per scendere sul lungomare di Alassio, 100 m di dislivello, 7 km sola andata.
- Periodo consigliato: tutto l'anno.
- Difficoltà: il tragitto è segnalato da cartelli con indicazioni per la via Romana e si svolge in un percorso privo di difficoltà, tutto pianeggiante. La passeggiata è adatta a tutti coloro che abbiano voglia di camminare per un'ora e mezza in un ambiente rilassante e lontano dalla confusione della costa. Il percorso è adatto anche ai ciclisti che dovranno tenere conto della presenza di tratti sterrati e delle numerose buche in quelli asfaltati.
- Note: Entrati in Albenga, si percorre via Piave attraversando il ponte sul Centa per proseguire in Via Ruffini, svoltando a destra in via San Calocero. Dopo pochi metri si sale a sinistra in via Salita Madonna di Fatima e dopo due tornanti si raggiunge l'inizio della strada romana, indicato da un pannello esplicativo nei pressi di una cappelletta. L'auto può essere lasciata poco a monte di questo punto, dove altri due ampi tornanti forniscono una possiblità di parcheggio. Il rientro può avvenire con il percorso dell'andata o utilizzando i numerosi bus che collegano Alassio con Albenga.

Visite all'Isola Gallinara con partenza dal porto di Alassio:
- Dal mercoledì al sabato dal 27 giugno al 31 agosto h.09.30-h.11.00-h.15,00-h.16.30.
- Durata escursione circa un'ora e trenta.
- Tariffe:
adulti € 15
bambini (5-14 anni) € 8
bambini fino a 4 anni gratuito

Per maggiori informazioni:
Alimar S.r.l
Calata Zingari
16126 Genova
Tel. 010255975
Fax 010252966
www.alimar.ge.it - alimarsrl@tin.it

Biglietteria di Alassio: 3495965355




 

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