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Finalborgo, Capitale del Marchesato del Finale: visita del centro storico

Finalborgo, Capitale del Marchesato del Finale: visita del centro storico


Finalborgo
nasce da un ripiegamento strategico: quello che il marchese Enrico II Del Carretto compì spostandosi da Savona e Noli verso ponente. Il Burgus Finarii (Finalborgo) era destinato a costruire il nuovo centro del suo potere. Siamo alla fine del XII secolo, un'epoca che rappresenta "Il punto zero" della storia del luogo. Dopo anni di guerra, nel 1449 Genova riesce - complice forse il tradimento di Giacomo Picco da Bardineto, uomo di fiducia dei Del Carretto - ad occupare il Castel Gavone e a distruggere il borgo. Tre anni dopo la città era già rinata con palazzi e mura più forti e massicce, visibili ancora oggi.



Nel corso dell'ottava assemblea nazionale del Club dei Borghi più belli d'Italia, che si è svolta a Chiusa (BZ) nella prima settimana di giugno 2008, è stato conferito a Finalborgo il titolo di "BORGO DELL'ANNO 2008".

Mappa dell'itinerario di Finalborgo


Visualizza Itinerario: Finalborgo in una mappa di dimensioni maggiori

Partendo da Porta Testa

La sua struttura sporgente con archi pensili è rimasta fedele alla ricostruzione voluta dal marchese Giovanni I nel 1452. Presso questo varco (punto  A ) si trovavano il mercato del bestiame e il dazio. Da qui entravano i prodotti dell'entroterra: grano, canapa, ma soprattutto il legname per i cantieri navali della Marina. La piazzetta antistante la porta era perciò una delle più animate di Finalborgo.

Panoramica aerea di Finalborgo - Fonte: croceverde-finalborgo.it
Ingresso al centro storico di Finalborgo - Foto R.Roncato
Via Nicotera - Foto R.Roncato
L'esterno di Porta Testa - Foto R.Roncato
L'interno di Porta Testa - Foto R.Roncato

Piazza Santa Caterina

Dal 1977 il convento di Santa Caterina ospita il Civico Museo del Finale dove si conservano notevoli testimonianze sulla geologia, la preistoria e la storia locale. Le cinque sale in cui è organizzata la raccolta offrono un vero viaggio nel tempo che iniziando dal Paleolitico inferiore - l'epoca in cui comparvero nel Finalese le prime forme umane - attraversa il Neolitico, le età del Bronzo, del Rame e del Ferro, fino all'età romana e all'epoca moderna. Tra i reperti custoditi spiccano numerosi utensili in pietra e osso, alcune rare ceramiche ed eccezionali sepolture preistoriche, tra cui quella di un giovane guerriero di 19mila anni fa.
Completa la piazza (punto  B ) il palazzo Ricci, uno dei migliori esempi di architettura del primo '500. A lungo sede del municipio, il palazzo è caratterizzato dalla scalinata d'accesso e dai numerosi, ricchissimi portali in pietra nera che ornano l'entrata e tutti i saloni interni.
Il capolavoro di piazza santa Caterina è il grande convento omonimo. Lo fecero erigere i marchesi Del Caretto nel 1359, sia per assicurarsi nel borgo l'influente presenza dei Domenicani, sia per procurarsi un grandioso mausoleo di famiglia.
Il convento ha subìto nel anni profonde modifiche; dal 1863 al 1964 è stato persino trasformato in carcere, ma la sua bellezza è rimasta intatta. Sono rimasti integri anche i due splendidi chiostri rinascimentali realizzati tra il '400 e il '500.
Annessa al convento si trova la chiesa di Santa Caterina. Inizialmente a tre navate, nel secolo scorso fu poi trasformata in un'unica grande sala. Conserva i due portali per l'entrata separata degli uomini e delle donne, gli stemmi dei marchesi e, nella cappella Oliveri, splendidi  affeschi del '300. Il grande campanile venne mozzato dopo il terremoto del 1887. Tra queste mura sono vissuti anche santi e beati. Come San Vincenzo Ferrer, confessore di Benedetto XIII, amico di S.Bernardino da Siena e abilissimo diplomatico che, nel 1412, favorì la salita di Ferdinando I al trono di Aragona. Abitarono in questo convento anche Vincenzo Maglio, predicatore alle Crociate, il beato Damiano Folcheri, che fu priore in varie città italiane. Infine Giovanna Caterina Boldona, fondatrice delle Domenicane di santa Rosa da Lima tuttora esistenti a Finale.

La Chiesa di Santa Caterina - Foto R.Roncato
Particolari del campanile - Foto R.Roncato
Panorama da Piazza Santa Caterina - Foto R.Roncato
In Piazza Santa Caterina - Foto R.Roncato
Passeggiando per il centro storico - Foto R.Roncato

Strada Beretta (itinerario opzionale)

"Maestro di campo generale" del re di Spagna e brillante ingegnere, Gaspare Beretta fu, nel 1666, il progettista della strada che porta tuttora il suo nome. Strada che, superati i monti, scendeva a Cairo, proseguiva per Acqui e Alessandria fino a giungere a Milano. Un'opera grandiosa che collegava i possedimenti spagnoli della Lombardia con il mare di Finale, rappresentando il cardine dei collegamenti tra Madrid e Milano. Lungo strada Beretta (punto  C ), poco oltre la Porta Mezzaluna, iniziano i bastioni del Castel San Giovanni  (punto  D ). Eretto dagli Spagnoli nel '600 inglobando la medievale Torre del Bechignolo, fu in parte distrutto dai Genovesi nel 1715. Dopo le guerre napoleoniche venne trasformato in penitenziario femminile. Il Castel Gavone (punto  E ) si trova poco più in alto. E' il gioiello architettonico della zona, roccaforte e insieme elegante residenza dei marchesi Del Carretto. Alleanze politiche e grandi ricevimenti, fatti d'arme e vita di corte, tutto ebbe luogo per secoli in questo palazzo-fortezza già esistente nel 1186. Ogni anno la Festa del Marchesato rievoca il matrimonio che qui, il 3 febbraio 1453, unì Giovanni I Del Carretto alla bellissima Viscontina Adorno di 16 anni.

Castel San Giovanni e Castel Gavone - Foto R.Roncato
L'abitato con Castel San Giovanni - Foto R.Roncato
Castel San Giovanni - Foto R.Roncato
Castel Gavone - Foto R.Roncato
La torre dei diamanti di Castel Gavone

Piazza del Tribunale

Piantina del centro storico di FinalborgoPiazza del Tribunale (punto  F ) è sempre stata la piazza del potere. Da otto secoli nel grande palazzo del Tribunale si trovano i massimi rappresentanti della giustizia e del governo: prima i magistrati dei marchesi Del Carretto, poi i reggenti spagnoli, i governatori genovesi, i prefetti napoleonici, i governanti sabaudi.

Ancora oggi qui ha sede la Pretura. La data di costruzione del Tribunale non é certa. Forse esisteva già alla fine del XII secolo, di sicuro comunque era compiuto nel 1311.

A causa del lungo utilizzo, il palazzo ha subito innumerevoli modifiche e trasformazioni, ma ha sempre conservato l'eleganza dell'edificio-simbolo del potere. Ne sono un esempio gli affreschi, in parte ancora visibili e le eleganti bifore che si aprono sulla piazza.

La facciata del palazzo presenta la decorazione quattrocentesca in conci policromi ed è decorata dal portale in pietra nera, che si dice provenga da Castel Gavone, da una lunetta del 1462 in cui sono raffigurate le quattro Virtù cardinali, e dalla figura di un togato di epoca gotica.

Su questa piazza anticamente si svolgeva il mercato così detto "delle erbe", mentre  al giono d'oggi viene utilizzata anche per ospitare parte del mercatino dell'antiquariato e degli oggetti antichi.

Piazza Aicardi e Piazza Garibaldi

Fin dal Medioevo tutto il variopinto mondo che affollava Finalborgo trovava in piazza  del Grano (l'attuale piazza Aicardi) e nella contigua piazza delle Erbe (oggi intitolata a Garibaldi), il centro dei commerci e della vita sociale. Da sempre utilizzato per il mercato, lo spazio di piazza Aicardi (punto  G ) aveva una struttura bene organizzata: sotto la "Volta di Ramondo" si teneva il mercato della carne, mentre al centro della piazza un altro grande spazio porticato oggi scomparso, la "Truìna di san Rocco", ospitava i banchi delle merci più svariate. Tutto intorno le decorazioni delle case con affreschi e stucchi che qui e là ancora si intravedono, donavano alla piazza un aspetto elegante.

Il piccolo arco che sovrasta il passaggio da piazza Garibaldi (punto  H )a via Torcelli ricorda che nel 1666 passò di qui l'infanta di Spagna Margherita, diretta a Vienna per andare in sposa all'imperatore Leopoldo I. Pochi metri separano piazza Garibaldi da piazza Aicardi, dove si trova l'omonimo teatro. Ultimato nel 1804, è la prima sala per spettacoli costruita in Liguria durante il periodo napoleonico. L'edificio venne progettato dall'architetto finalese Giacomo Barella con l'aiuto dei fratelli, e la sua struttura, capace di 250 posti tra platea e due ordini di palchi, ne fece una realizzazione d'avanguardia per il suo tempo. In quasi due secoli di vita il Teatro Aicardi ha ospitato spettacoli di prosa, drammi lirici e molti concerti. Qui ebbe sede anche la locale Accademia Filarmonica, che nel 1845 rappresentò una propria opera, "L'empirico e il masnadiero", appositamente commissionata ad artisti liguri. L'intero abitato di Finalborgo è disseminato di stemmi nobiliari.

Sul pavimento di Piazza Garibaldi - Foto R.Roncato
L'arco in piazza Garibaldi - Foto R.Roncato
Entrando in Piazza Aicardi - Foto R.Roncato
Piazza Aicardi con il Teatro - Foto R.Roncato
Uno stemma nobiliare - Foto R.Roncato

Porta Reale e Piazza San Biagio

L'ingresso da Porta Reale (punto  I ) è sempre stata l'entrata principale a Finalborgo per chi veniva dalla Marina. Ubicata anticamente poco più a monte, subito dopo la torre, ha visto nei secoli il transito di mercanti, soldati, qualche volta anche di re e principi. Fu proprio in occasione del passaggio del re di Spagna Filippo V, nel 1702, che l'antica apertura venne ampliata trasformandosi nella "Porta Reale" giunta fino a noi. Le sue decorazioni risalgono al secolo scorso. Da questo varco si entrava in un borgo che controllava lo sbocco a mare delle vie di transito tra Liguria e Piemonte. Per secoli fu questa la funzione di Finalborgo, così come la pianificò alla fine del XII secolo il suo fondatore, il marchese Enrico II Del Carretto, quando si ritirò da Savona e Noli facendo di Finale il nuovo centro del suo potere. Nel 1449, dopo un lungo assedio, Finalborgo venne espugnato e subì gravi danni da parte dei Genovesi. Ma già l'anno dopo Giovanni I Del Carretto avviò un'opera di ricostruzione che diede un volto nuovo alla città. Lo stesso che nonostante le trasformazioni compiute poi durante le dominazioni spagnole, genovesi e soprattutto sabaude possiamo, in molti tratti, vedere ancora oggi.
La Piazza di San Biagio (punto  I ), dominata dalla grande collegiata, è la "sala d'ingresso" dell'abitato. Inizialmente la chiesa di San Biagio si trovava fuori dalle mura, ma nel '300 venne sostituita da una nuova parrocchiale dentro il borgo che, nel 1463, fu dotata di quell'ardito campanile ottogonale che spicca sopra le mura. Il nome dell'autore di questa torre campanaria, unica in tutto il Ponente ligure, è giunto fino a noi. La realizzò Bartolomeo Mutano, maestro muratore milanese: il suo lavoro gli varrà il dono di un piccolo terreno vicino alle mura del borgo. Ricostruita nel '600 in forme barocche, raddoppiata come superficie e dotata nell'arco di decenni di splendidi altari, sculture e dipinti, la colleggiata di San Biagio è rimasta però incompiuta nella facciata. La sua semplicità contrasta con un interno grandioso di elevato pregio artistico.

Case a Finalborgo - Foto R.Roncato
Mura esterne - Foto R.Roncato
Il campanile di S.Biagio e il ponte - Foto R.Roncato
Torri e mura - Foto R.Roncato
Il campanile di San Biagio con le mura - Foto R.Roncato
Il campanile di San Biagio - Foto R.Roncato
Porta Reale - Foto R.Roncato
Il campanile di San Biagio dall'interno di Porta Reale - Foto R.Roncato
Basilica di San Biagio - Foto R.Roncato
L'interno della Chiesa di San Biagio - Foto R.Roncato

Informazioni per il turista

Come raggiungere Finalborgo
Per raggiungere il paese in macchina si prende l'autostrada A-10 Genova-Savona uscita Finale Ligure e si procede direzione mare percorrendo Via Per Gorra. Alla fine della via, si prende la rotonda verso sinistra direzione Finalborgo.
Arrivando in treno si scende alla stazione di Finale Ligure e si procede, anche a piedi, verso il centro di Finalborgo (20 minuti a piedi).

Durata itinerario
L'itinerario proposto è percorribile comodamente in 2 ore e più precisamente 1 ora per il percorso segnato in rosso (particolarmente ripido) e 1 ora per il percorso segnato in verde.

Biglietti
A Finalborgo non si paga alcun biglietto per visitare i Chiostri di Santa Caterina o i Castelli, a meno che non siano visite guidate a pagamento o all'interno dei Chiostri non ci sia una manifestazione a pagamento. Per visitare invece il Museo Archeologico di Finale (chiuso il lunedi) è necessario munirsi di biglietto d'ingresso.

Altre informazioni
Per maggiori informazioni è possibile contattare il Comune al numero di telefono 019.68901 oppure via mail all'indirizzo urp@comunefinaleligure.it. Il sito è visitabile all'indirizzo http://www.comunefinaleligure.it/.

Questo itinerario è stato realizzato in Agosto 2010.




 

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