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Magliolo, Melogno, Calizzano: Madonna della Neve, Forti Napoleonici e Foresta della Barbottina

Magliolo, Melogno, Calizzano: Madonna della Neve, Forti Napoleonici e Foresta della Barbottina

Una stupenda escursione che percorre l'Alta Via dei Monti Liguri, partendo da Magliolo per raggiungere prima la Cappella della Madonna della Neve, circondata da splendidi boschi con una ricca varietà di vegetazione. Intorno alla Cappella ci sono anche zone adibite per il barbecue, sia all'aperto sia al coperto. Dopo una sosta in una delle aree attrezzate per pic nic, si ritorna al bivio del Melogno e si imbocca la strada in direzione Calizzano. Lungo la strada si incontra la Cappella che Nicolò Morelli delegato da Mons. Filippo Allegro Vescovo di Albenga benedisse il 6 settembre del 1896 intitolandola dalla Vergine Immacolata apparsa in una grotta di Louders e dai Santi Giuseppe Lorenzo M.Nicolò di Bari Ves. e Cecilia V.M. Poco dopo il Rifugio Heidi  che dispone di posti letto con riscaldamento. È possibile usufruire di mezza pensione e pensione completa, oltre che campeggiare sul terreno del rifugio. È presente anche una stalla per i cavalli. Ed eccoci arrivati, in pochi minuti al Forte Centrale che segna il valico del Melogno oltre il quale si entra nel territorio di Calizzano. Si attraversa la Faggeta all'interno della quale si trovano i resti di caserme ottocentesche. Una volta giunti a Calizzano, si può fare una passeggiata per il paese visitando la Chiesa di S.Lorenzo, facendo una sosta ai Laghetti e al Santuario della Madonna delle Grazie.

Madonna della neve - Foto R.Roncato
Cappella lungo la strada per Calizzano - Foto R.Roncato
Interno della Cappella - Foto R.Roncato
Rifugio Heidi - Foto R.Roncato
Scorcio dei laghetti di Calizzano - Foto R.Roncato

Mappa di Magliolo, Melogno e Calizzano


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Partendo da Magliolo

Il Comune di Magliolo si sviluppa nella valle del torrente Maremola che sfocia, sulla costa, in prossimità di Pietra Ligure. Magliolo è ricco di testimonianze relative alle sue vicende storiche ed è immerso in un ambiente naturale nel quale si possono praticare numerose attività come l'escursionismo, la mountain bike, l'alpinismo e il trekking. Numerosi ed importanti sono i sentieri che lo attraversano: l'Alta Via dei Monti Liguri, il sentiero delle Terre Alte e l'antica Via del Ferro che collegava l'antica ferriera di Isallo al mare, oltre, naturalmente tutti gli itinerari che raggiungono le sue frazioni e, per finire, la nuova Via Ferrata, un lungo percorso attrezzato che si sviluppa in corrispondenza della panoramica Costa dei Balzi Rossi in località Isallo. Il territorio comunale comprende, oltre al capoluogo le frazioni di: CANOVA-MELOGNO-ISALLO.

Santuario dei Santi Cosma e Damiano - Foto R.Roncato
La cappelletta vicino al Santuario - Foto R.Roncato
La strada provinciale che porta al Melogno - Foto R.Roncato
Panorama dalla frazione Canova - Foto R.Roncato
Scorcio con l'Isola Gallinara al tramonto - Foto R.Roncato

Colle del Melogno: Madonna della Neve (Rialto)

Da Magliolo, oltre il Santuario dei Santi Cosma e Damiano, si prosegue lungo la strada provinciale 490 (SP 490), attraversando la frazione Canova. Una volta arrivati al bivio del Melogno si svolta a destra, superato il Bar Ristorante Din, si imbocca la Via Pian dei Corsi fino ad arrivare al Santuario della Madonna della Neve (937 metri slm). Il Colle del Melogno (1028 metri slm) è un valico sullo spartiacque principale della catena alpina ed è attraversato dalla strada che collega Finale Ligure con Calizzano. Nel territorio del Finale, sono disseminate chiese, cappelle e santuari di differenti stili e tipologie che appartengono a diversi momenti storici, testimonianza di un sentimento religioso diffuso e radicato. Ad essi si potrebbero aggiungere i numerosi altari a cielo aperto utilizzati dagli uomini della preistoria per fare sacrifici e per propiziarsi i raccolti. I ciappi, cioè le pietre di cui solo parzialmente si conosce la localizzazione e la tipologia, costituiscono, insieme alle grotte, testimonianza di un mondo pastorale che risulta affascinante. Il cristianesimo si affermò presto nel territorio del Finale: la leggenda vuole che lo stesso San Pietro avesse dato avvio alla predicazione ed avesse fondato il monastero di San Pietro ai Monti. Come è attestato da un'iscrizione dell'inizio del IV secolo la cristianizzazione del territorio poteva dirsi compiuta. In piena macchia mediterranea, in prossimità di aree boscate, situate lungo un antico sentiero o ben consolidate nel tessuto del borgo, chiese, cappelle e conventi sempre esprimono una religiosità che si intreccia con continuità alle vicende della popolazione. Nei luoghi più impervi e solitari, laddove la fantasia vedeva agitarsi presenze inquietanti e malefiche, una cappella rustica rappresentava la rassicurazione ed il conforto. In vicinanza di punti panoramici e significativi si ergono costruzioni dedicate a Maria: Madonna della Guardia, Madonna della Neve o altri Santi, come San Rocco, che appartengono alla tradizione religiosa più radicata.

La Casa del Mago al bivio del Melogno - Foto R.Roncato
Segnale di arrivo alla Madonna della Neve - Foto R.Roncato
Area pic nic alla Madonna della Neve - Foto R.Roncato
Panoramica dalla Madonna della Neve - Foto R.Roncato
Pale eoliche alla Madonna della Neve - Foto R.Roncato

 

Cappella della Madonna della Neve - Foto di R. Roncato

Cappella della Madonna della Neve: storia e tradizioni.
26 maggio 1666:
Francesco Bellenda, parroco di Rialto, chiede al Vescovo di benedire la Cappella "prima che passi la Regina", Margherita, figlia di Filippo V di Spagna. Infatti il 20 agosto, Margherita sbarca a Finale per intraprendere il viaggio che la porterà dal suo sposo Leopoldo I, in Austria, attraverso la "Via per Milano", che prevedeva di valicare il passo del Melogno. Con il permesso del vescovo si benedisce
la cappella appena costruita. Così, oltre alla festa principale della "Madonna della Neve", che ricorre il 5 agosto, si festeggia ogni anno, da allora, la benedizione avvenuta alla fine di maggio. Tradizionalmente, questa festa si celebra il 1 maggio ed è detta "Festa du Massu", cioè "Festa del mazzo di fiori". Ecco il perchè del nome: si racconta che la Regina si fermò nella Cappella e alcune ragazze rialtesi le offrirono in omaggio un mazzo di fiori. Margherita rispose: "Non Dateli a me ma alla mia Regina" e li depose sull'altare. Nacque così la tradizione - in questa festa - di portare, in processione da Rialto, un mazzo di fiori alla Madonna. I fiori portati e quelli raccolti nei prati qui attorno venivano benedetti e poi venduti "all'incantu" (all'asta). Il ricavato era devoluto alla cappella. "Nasce così un nuovo momento di devozione che è anche occasione di incontro tra comunità vicine".
Aprile 1732: Sappiamo che in questo periodo vive qui l'eremita "Domenico Selvatico", di Garessio.
9 maggio 1745: La statua della "Madonna della Neve" viene portata in paese dai rialtesi perchè al passo del Melogno sono accampate le truppe piemontesi in guerra con il Finale.
1790: La Cappella viene restaurata.
29 giugno 1795: Davanti alla Cappella avviene una battaglia tra austriaci e francesi.
23 settembre 1944: Le truppe tedesche, di stanza al Melogno, distruggono la Cappella e danneggiano gravemente l'antica statua della Madonna.
7 giugno 1954: Si benedisce la Cappella, nel frattempo ricostruita e vi si riporta la statua restaurata.
Settembre 1980: la Cappella viene derubata dall'antica e preziosa statua della Madonna, mentre l'intero edificio è oggetto di numerose azioni teppistiche.
Giugno 1982: La Parrocchia di Rialto decide, grazie alla collaborazione dell'intera comunità, di restaurare nuovamente la Cappella.

Il bosco intorno alla Cappella della Madonna della Neve - Foto R.Roncato
Fiori del bosco - Foto R.Roncato
Fiori del bosco - Foto R.Roncato
Erba nel bosco - Foto R.Roncato
Ortiche - Foto R.Roncato

Colle del Melogno: i Forti Napoleonici

Forte Centrale - Foto di R. Roncato

Il valico del Melogno si supera attraversando il Forte Centrale, ma sono presenti nei dintorni anche il Forte Tortagna e il Forte Merizzo, costruiti tra il 1883 e il 1895. La loro funzione era quella di impedire che gli attacchi di eserciti, sbarcati in Liguria, potessero risalire lungo le Alpi e gli Appennini liguri per giungere in Piemonte. Il Forte Centrale è salvaguardato da un profondo fossato, che ne circonda completamente il perimetro. La principale parte architettonica militare è costituita dalla tagliata, che mediante due ponti levatoi, bloccavano il passaggio della rotabile sul valico e all’interno delle mura. Oggi si possono ancora distinguere le due entrate principali, caratterizzate da grandi portali di pietra chiara e sopra di queste le due cannoniere in pietra locale grigia. Lungo il primario accesso interno, si diramano altre entrate, sbarrate da inferriate o portoni di ferro. Da qui si stendono gli accessi ai numerosi magazzini, ai locali uffici e i relativi luoghi originari, di ricaricamento munizioni. Gli interni presentano intonaci e pavimentazioni originali in terracotta e altri in listelli di legno. Alcune scale laterali, costituite con ringhiere di ferro battuto e corrimano di legno, conducono sia al piano superiore sia a quello sotterraneo. I piani alti oggi sono in pessime condizioni; le pavimentazioni risultano a volte pericolanti. I sotterranei, composti di lunghi budelli, conducono alle riservette e alle difese del fossato nonché alla galleria di scarpa, dove si potranno individuare le feritoie per fucilieri e  alcune caponiere. Nella fortezza si possono scorgere ancora molti manufatti originali, come le balaustre, le pavimentazioni, la fontana sita nell’atrio centrale della fortezza ed alcuni elementi che costituivano l’ impianto elettrico originario dell’epoca. Molto interessante è anche il sistema di riscaldamento utilizzato, realizzato tra l’intercapedine di alcune stanze, mediante tubi si permetteva di diffondere il calore nella stanza.

L'entrata del Forte Centrale - Foto R.Roncato
Un lato del Forte Centrale sul fossato - Foto R.Roncato
Parete laterale del Forte - Foto R.Roncato
Una caserma ottocentesca nella faggeta - Foto R.Roncato
Resti delle caserme - Foto R.Roncato

Faggeta del Melogno e Foresta della Barbottina

La strada che costeggia la Faggetta - Foto di R. Roncato

I versanti padani del Colle del Melogno, incisi dal torrente Frassino, ospitano una delle più belle faggete della Liguria. La foresta demaniale del Melogno è, infatti, una vastissima area forestale caratterizzata da alberi di alto fusto e dalla presenza di bellissime faggete che possono essere facilmente ammirate percorrendo l'Alta Via dei Monti Liguri. Da alcuni decenni riconvertita da ceduo (bosco che si riproduce da polloni) in alto fusto (bosco che si riproduce da semi), si può dire abbia raggiunto attualmente la struttura di fustaia pura "disetanea", dove cioè i faggi si presentano in differenti stadi di crescita. Incastonata al suo interno troviamo la foresta di faggi monumentali della "Barbottina", raggiungibile percorrendo l'Alta Via dei Monti Liguri, fra la 13a e la 14a tappa. E' uno spettacolo di grande suggestione, dove si trovano esemplari di faggio dell'altezza di circa 50 metri con un tronco ben formato, forte, eretto, elegante; non per nulla la foresta demaniale della "Barbottina" è annoverata la faggeta migliore della Liguria e tra le più belle d'Italia. La tutela delle faggete ha scopo non solo paesaggistico - ricreativo ma anche idrogeologico, economico e culturale. Un'oculata gestione forestale e faunistica può permettere, oltre al razionale utilizzo di legname pregiato, la reintroduzione di grandi ungulati (capriolo), anch'essi elementi di grande potenzialità economica e turistica.

Foresta di faggi - Foto R.Roncato
Foresta di faggi - Foto R.Roncato
Foresta di faggi - Foto R.Roncato
Foresta di faggi - Foto R.Roncato
Foresta di faggi - Foto R.Roncato

Calizzano: visita al paese, laghetti e Madonna delle Grazie

I Laghetti di Calizzano - Foto di R. Roncato Giunti in paese, è consigliata una sosta al bar gelateria Pinotto per gustare un buon gelato artigianale al pinolo o alle castagne di Calizzano. Lungo le vie si trovano negozi che vendono i funghi porcini locali oppure macellerie con allevamenti propri con ottime carni e salumi. Nel centro di Calizzano si trova la Chiesa di S.Lorenzo che nacque come cappella sita ai piedi del castello dei Marchesi Del Carretto (distrutto nel 1794), signori di Calizzano, la cui presenza è accertata fin dal 1300. Nel 1587, per ordine del Vescovo di Alba - della cui Diocesi Calizzano farà parte fino al 1815 - (oggi invece è compresa nella Diocesi di Mondovì) e con il consenso dei Marchesi, proprietari della chiesa, essa fu ingrandita dal lato sud, su progetto di un architetto di casa Doria di Genova. Nel 1630 i lavori terminarono con la creazione dell'abside, delle sue cappelle al fondo e dei 6 altari laterali in marmo bianco intarsiato. L'altare maggiore è opera dello scultore genovese Casetta (XVII secolo): l'attuale mensa, dove vengono celebrate le funzioni, era l'altare della chiesa della Confraternita di S.Giovanni e vi fu inserito solo nel 1983. La Cappella che chiude la navata sinistra è dedicata alla Madonna del Carmine. La cappella di destra è invece dedicata a S.Giuseppe. Il coro ligneo alle spalle dell'altare maggiore è opera di un artista francesce ignoto (XVIII sec.): pregevoli gli intarsi praticati nel legno di noce massiccio. All'inizio del 1900 la navata centrale e l'abside furono decorate dal pittore torinese Luigi Morgari; nelle due grandi tele ai lati dell'altare sono raffigurati S.Lorenzo e la cena di Emmaus oltre ai Santi patroni delle tante cappelle delle frazioni del paese. La statua di S.Giovanni Battista che sovrasta l'altare centrale della navata destra è dello scultore genovese Antonio Maragliano, mentre il bel crocifisso ospitato all'ingresso della navata destra, che ritrae Nostro Signore nell'atto estremo del "tutto è compiuto" è opera dello scultore bardinetese Roasio, ispiratosi alla scuola di Maragliano. Sia la statua che il crocifisso, sono di proprietà della locale Confraternita di S.Giovanni. In posizione separata dalla chiesa si erge il Campanile, alto circa 42 metri.
Si raggiunge in pochi minuti la zona dei Laghetti, dove si trova un'area pic nic sotto una pineta. Chi vuole fare il pic nic con il proprio cibo nei tavoli della pineta o lungo il viale alberato pagando la quota di 1 Euro a persona, compreso nel prezzo avrà anche: tovaglietta, posate monouso, bicchiere monouso, tovagliolo. Inoltre la cucina prepara delle pietanze da asporto. Per pagare la quota pic nic e per altre informazioni rivolgersi al bar.
Su un'altura, dopo la frazione Frassino, si trova il santuario della Madonna delle Grazie. A sinistra della facciata il piccolo portico del 1290 con affreschi nella volta. All'interno si distingue un pregevole quadro raffigurante "La peste del 1631".

Il campanile di San Lorenzo - Foto R.Roncato
La parrocchiale di San Lorenzo - Foto R.Roncato
Interno della chiesa - Foto R.Roncato
Interno del santuario della Madonna delle Grazie - Foto R.Roncato
Gli affreschi nella volta del portico del santuario - Foto R.Roncato

Informazioni per il turista

Come raggiungere Magliolo.
Magliolo è raggiungibile dall'autostrada Genova-Ventimiglia uscendo al casello di Pietra Ligure, raggiungendo in seguito la via Aurelia e proseguendo, a sinistra, in direzione Savona. Dopo meno di un chilometro ad un incrocio svoltare a sinistra verso Tovo San Giacomo, Bardino Nuovo e infine Magliolo (10-15 minuti d'auto da Pietra Ligure) nell'alta val Maremola. Si può raggiungere il paese anche provenendo da Finale Ligure e dallo stesso casello autostradale di Finale Ligure seguendo la strada provinciale 490 del colle del Melogno seguendo le indicazioni per Bardino Vecchio in direzione Calizzano. Provenendo dalla val Bormida e dal basso Piemonte si può raggiungere Magliolo seguendo un suggestivo itinerario automobilistico che scavalca il colle del Melogno attraversando il forte Centrale e scende verso la costa con deviazione a destra per Magliolo lungo la SP 490, una volta attraversata la località Canova.

EscursioniBus.
Servizio di trasporto su richiesta rivolto a tutti: escursionisti, ciclisti, disabili, scolaresche, famiglie e associazioni. E' dedicato all'escursionismo per l'Alta Via dei Monti Liguri, per i sentieri di Bormida Natura, alle visite ai Centri di Educazione Ambientale di Cascina Miera, Cascina Piagna, Centro Emys e al Percorso botanico per diversamente abili di Cabidona. Il servizio è attivo nei weekend. Corsa singola 4,00 euro - Corsa A/R 7,00 euro. Numero verde 800-012727 dal lunedì al venerdì dalle 7.15 alle 19.00 e il sabato dalle 7.15 alle 13.00.

Altre informazioni.
Per maggiori informazioni è possibile contattare:
Comune di Magliolo - Piazza Plebiscito 
Tel. 019.634004 - Fax 019.634503 - www.comune.magliolo.sv.it - e-mail: comunemagliolo@tin.it
Oppure visitare i siti: www.provincia.savona.it - www.altaviadeimontiliguri.it




 

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