martedì 6 ottobre 2009
Quattrocento opere di Otto Hofmann, molte delle quali inedite, verranno esposte, a partire da domani (a Palazzo Ducale) e fino al 14 febbraio, a Genova. Al vernissage sarà presente una folta delegazione albenganese:
“Si tratta - dice Adalberto Guzzinati, critico d’arte e giornalista - di un appuntamento imperdibile.
Questa retrospettiva dedicata all’artista tedesco, pittore e designer, la cui vicenda attraversa gran parte del Novecento, è infatti una delle mostre più importanti, a livello internazionale, fra quelle a cavallo fra la fine del 2009 e l’inizio del 2010”.
Organizzata in collaborazione col Goethe Institut di Genova, rappresenta una ghiotta occasione per gli appassionati della pittura del Novecento per approfondire in particolare i temi della pittura astratta. In mostra ci saranno disegni, olii, acquerelli, documenti, lettere, oggetti di designer, quaderni illustrati dall’artista e gli appunti delle lezioni tenute da Klee e Kandinsky.
“La mostra- dice Augusto Andreini, noto collezionista ed esperto d’arte - è anche una occasione per ricordare i 90 anni dalla nascita del Bauhaus. Hofmann fu uno degli artisti più importanti del gruppo che condivise quell'esperienza didattica nel celebre istituto a Dessau”. La mostra, curata da Giovanni Battista Martini, presenta circa quattrocento opere fra cui vera rarità, come i quaderni illustrati dallo stesso Hofmann nei quali disegnò ed appuntò le celebri lezioni tenute da Klee e Kandinsky tra il 1928 e il 1930.
La Bauhaus fu uno strordinario laboratorio della modernità: la scuola d'arti applicate venne fondata da Gropius a Weimar nel 1919, e venne poi trasferita a Dessau ed a Berlino, dove venne chiusa dal nazismo nel 1933.
”Gli artisti del Bauhaus, tra cui Kandinsky e Klee- dicono gli organizzatori di palazzo Ducale- credevano nella libertà dell'espressione artistica, nel valore educativo dell'arte e nella necessità di tradurla in forme e oggetti di uso quotidiano: da qui l'esigenza di un rapporto sempre più stretto tra progettazione e produzione, una concezione che sta alla base del moderno design”. In mostra ci sono anche 50 fotografie originali di molti artisti Bauhaus: László Moholy-Nagy, Lucia Moholy, Florence Henri, Walter Peterhans, Lux Feininger, Piet Zwart, Franz Roh, Greta Stern e lo stesso Hofmann.
”Per questi artisti – dicono i curatori della mostra-c'è l'esigenza di definire la fotografia come un elemento autonomo, sia rispetto alla pittura, sia a un uso descrittivo e documentaristico. Gli artisti Bauhaus elaborano l'immagine fotografica, creano prospettive inusuali, tagli insoliti, e ci restituiscono un'interpretazione del mondo circostante e della vita quotidiana collegata a nuovi codici visivi”.
Un ricco catalogo di Electa Edizioni contiene le riproduzioni di gran parte delle opere in mostra, apparati bio-bibliografici, una introduzione di Giovanni Battista Martini, testi critici di Fulvio Cervini (Università di Firenze), Matteo Fochessati ( Conservatore della Wolfsoniana di Genova), Markus Krause ( Storico dell’Arte), Lutz Schöbe ( Conservatore della Stiftung Bauhaus di Dessau), Erik Stephan (Conservatore del Kunstsammlung und Galerie im Stadtmuseum-Städtische Museen di Jena).
Fonte: Claudio Almanzi