Novità al Museo di Finale Ligure

Aperta al pubblico una nuova sala archeologica

lunedì 18 gennaio 2010

E' stata recentemente risistemata in nuovi spazi ed aperta al pubblico la sala dedicata all’Età medievale e moderna del Museo Archeologico del Finale. In una grande vetrina, progettata dalla designer Rossana Managlia, si possono apprezzare importanti reperti riconducibili al Medioevo e all’Età moderna del territorio finalese, che conobbe un'evoluzione storica peculiare nel contesto ligure.

L’immagine archeologica del Medioevo finalese, caratterizzato dal dominio feudale dei marchesi Del Carretto durato fino al 1602, risulta particolarmente diversificata. Importanti reperti di XI-XIII secolo dimostrano i rapporti marittimi del Finale con aree mediterranee riconducibili al mondo islamico, a quello bizantino, all’Italia meridionale araba e normanna, alla vicina Provenza. Il “reposadero de Tinaja” (porta anfora in ceramica), rinvenuto durante gli scavi di piazza Santa Caterina a Finalborgo e finora unico in Italia, costituisce un eccezionale reperto riconducibile alla ritualità della casa dell’Andalusia islamica tra fine XII e XIII secolo. La sua presenza nell’ambiente abitativo in cui fu rinvenuto rimane per molti versi ancora misteriosa. Alle ceramiche d’importazione si affiancano suppellettili da tavola prodotte a partire dalla fine del XII secolo nella vicina Savona, ma anche in laboratori di ceramisti attivi nel Finalese. Durante il Quattrocento, alle produzioni locali si affiancavano materiali provenienti dalla Spagna islamica e cristiana. Numerosi reperti in metallo e osso consentono di cogliere i modi di vestire e gli oggetti della vita quotidiana, le armi, il lavoro, il gioco del Finale medievale. In alcune piccole vetrine sono stati inoltre raccolti e presentati i reperti riconducibili alla vita religiosa, con le testimonianze dei pellegrinaggi medievali rinvenute nella zona. L’esposizione comprende inoltre i reperti dell’Età moderna, quando - a partire dal 1602 - il Finale divenne un possesso della Corona di Spagna e, dal 1713, fu inglobato dalla Repubblica di Genova sotto il cui dominio rimase fino all’annessione nel 1815 al Regno sabaudo. Il riallestimento è stato attuato con il supporto finanziario della Fondazione “A. De Mari”- Cassa di Risparmio di Savona.



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