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Il monte di Portofino da San Rocco a San Fruttuoso

Il monte di Portofino da San Rocco a San Fruttuoso

Natura e storia si incotrano nella splendida baia di San Fruttuoso, dove l'Abbazia romanica, perfettamente integrata nel paesaggio, è testimone di tempi lontani.
Questo itinerario ad anello attraversa i più caratteristici ambenti del promontorio di Portofino, che costituisce un lembo di Liguria ancora intatta in cui le attività umane non hanno intaccato un pratimonio naturale quanto mai vario e interessante.

Grazie al clima mite della zona l'escursione è possibile tutto l'anno;sono sconsigliati solo i mesi estivi, in cui la calura e il sovraffolamente turistico della zona possono rovinare il piacere dell'escusione.
Durata per chiudere l'anello sono necessarie circa 5-6 ore di cammino (escluse soste), a seconda dell'allenamente dell'escursionista. 

Il punto di partenza e di arrivo è San Rocco (Camogli a 25 km da Genova); sul versante opposto del Monte di Portofino c'è invece Santa Margherita importante cittadina turistica della Riviera di Levante

Fotogallery

Il percorso

Arrivati al posto di incontro (San Rocco), si prende il sentiero segnalato da due cerchi pieni rossi; si procede inizialmente lungo un viottolo, con il quale si raggiunge l'abitato di Mortola.
Si prosegue quindi per un tratto attraverso oliveti disposti a fascia, mentre la vista spazia sul mare: in questo punto è presente l'unica tonnara fissa ancora in esercizio in Liguria.
Passato un ponticello, sulla sinistra c'è un fontana, Sorgente Vegia, ma noi proseguiremo invece in direzione delle Batterie.
Si tratta di bunker risalenti all'ultima guerra mondiale, oggi purtroppo usati come "depositi" di immondizie assortite.
In compenso da questo punto , a picco sullo spuntone roccioso di Punta Chiappa, nelle giornate limpide è possibile vedere tutto il litorale di ponente fino alla costa francese, e più in là le vette imbiancate di un tratto della catena alpina.
Superate le Batterie il sentiero scende aggirando gli imponenti speroni rocciosi del Bricco.
La roccia è la buddinga, o conglomerato, formato da ciottoli arrontodati cementati da sedimenti.Sopra queste rocce è possibile osservare l'elegante volo dei falchi.
Si passa sopra la bellissima Cala dell'Oro, con l'acqua dominata da una toretta che risale al periodo delle invasioni saracene.
A questo punto il tragitto si inasprisce un poco e si comincia a salire per stretti tornanti nella gariga.
La salita continua, inoltrandosi in un fresca lecceta, all'uscita della quale inizia la discesa di San Fruttuoso:il sentiero prende a scendere a zig-zag tra i cespugli.
Ancora poco e il sentiero arriva a San Fruttuoso, borgo di origine medievale.
Si riprende il sentiero, questa volta seguendo una "O" rossa come segnavia, e si sale per circa un'ora fino a raggiungere la località Pietre Strette.
A Pietre Strette di gira sulla destra fino a un cartello con affissa una cartina completa del Parco del Monte Portofino; da cui ci si incammina verso Portofino vetta, percorrendo in piano una larga mulattiera in un castagneto.
Giunti in breve alla località Gaixella (dove è stato allestito un punto attrezzato per picnic) si gira a sinistra, sempre seguendo la "O" rossa, e si scende in un castagneto d'alto fusto struttato un tempo per i suoi frutti. Si incontra un fontana, "Sorgente Acquafredda", e una grossa cisterna d'acqua circondata da felci.
Il sentiero diventa una dolce scalinata e procede parallelamente a una "via crucis": tra fasce coltivate e orti riconduce a San Rocco.

La vegetazione

I coltivi lasciano progressivamente spazio alla vegetazione spontanea; arbusti e alberi della macchia meditteranea sostituiscono olivi, magnolie, fichi, e altri alberi da frutta.
Lungo un tratto di sentiero troviamo ciuffi di lisca o ampelodesma, una graminacea molto resistente alle fiamme: questa pianta, assieme all'erica arborea e al corbezzolo, sostituisce la macchia mediterranea là dove questa viene distrutta dagli incendi.
L'itinerario procede attraversando diversi ambienti: si cammina tra formazioni arbustive mediterranee che recano tracce di incendi, poi, a metà circa, si passa in un bosco in cui l'essenza dominante è il leccio. Il terreno è in larghe zone ricoperto da un folto mantello di edera.
L'ambiente vegetale è ora quanto mai diverso da quella incontrato nella prima parte dell'itinerario: il bosco mesofilo della parte sommitale del Monte di Portofino, fresco e ombroso, presenta la caratteristiche tipiche della foreste della media europa con climi più rigidi.
Si incontrano così alberi come il castano, la roverella, il carpino nero, il maggiociondolo e l'orniello: una circostanza eccezionale, se pensiamo che abbiamo lasciato da pochi minuti la vegetazione meditteranea.

Attrezzatura

Il clima è mite anche di inverno e quindi non è necessario indossare abiti pesanti; utili in ogni stagione per proteggersi dagli arbudti spinosi pantaloni lunghi, e scarpe robuste.

Come arrivare

In Auto:
Arrivati presso Camogli, con l'Aurelia o con l'autostrada (uscendo a Recco), si segue l'Aurelia fino a Ruta e si devia sulla destra, prima della galleria, sulla strada per San Rocco

In Treno:
Si può arrivare a Camogli in treno e raggiungere San Rocco a piadi, in una mezz'ora: usciti dalla stazione, sulla sinistra, si segueil cerchio rosso di segnavia fino a San Rocco (via Nicolò Cuneo, via San Baartolomeo, via San Rocco).

Info

Per maggiori informazioni visita:

http://www.comune.camogli.ge.it
http://www.comune.portofino.genova.it

Questo itinerario è stato realizzato il 26/06/2010




 

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