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Teatro ad Albenga

Debutta all'Ambra la nuova produzione di Kronoteatro

mercoledì 21 aprile 2010

Debutta in anteprima al Teatro Ambra di Albenga, venerdì 23 e sabato 24 aprile alle 21:00, la nuova produzione di Kronoteatro, inserita nella stagione teatrale cittadina. Il titolo è “Pater familias (dentro le mura)” e continua idealmente il progetto “Familia” inaugurato da Kronoteatro con la piece di successo “Orfani la nostra casa” (che ha rappresentato la Liguria al prestigioso Festival di Napoli).

Questo secondo capitolo, scritto sempre dalla drammaturga Fiammetta Carena, vede gli attori Tommaso Bianco, Alberto Costa, Vittorio Gerosa, Nicolò Puppo e Maurizio Sguotti, per le scene e i costumi di Francesca Marsella, musiche e luci di Enzo Monteverde.

Sulla scena si muovono tre entità principali: un padre, un figlio e il “branco” degli amici del figlio. Il registro narrativo è duplice. Da una parte una realtà contemporanea scarna e afasica: un padre vedovo e di estrazione sociale modesta, un figlio rabbioso e dall’identità incerta e un gruppo di giovani di buona famiglia ferocemente uniformati ai riti imperanti. Dall’altra un mondo onirico e astratto che trova rappresentazione in un labirinto, un labirinto che il padre ossessionato dalla manualità ha costruito come modellino, un labirinto che in chiave simbolica diventa un luogo fantastico, un paesaggio della mente in cui prendono vita impulsi, paure e desideri dei personaggi.

Il padre vive nel suo mondo, arrocato sul passato, qualcosa che non c'è più. In questa mancanza di dialogo familiare, il branco sembra essere per il figlio una risposta allettante. Un gruppo che ha una dimensione borghese, che sembra accogliere: loro sono i giusti, gli altri sono gli “sfigati”, una nuova identità, un insieme stilizzato, un po’ alla Arancia Meccanica, che cerca lo sballo, senza nessun ideale. Una soluzione che è, certamente, peggio del problema. Alla fine per integrarsi il figlio deve commettere atti di violenza contro il suo stesso padre.

Una situazione attualissima, in cui viene indagato il rapporto tra generazioni, la ferocia e il richiamo all’omologazione che viene esercitato dal gruppo, “il male” e la crudeltà come illusione di soluzione, di contenimento, di estrema semplificazione, il frammentarsi della società nell’individualità. Tematiche forse un po’ scomode, ma che rappresentano una parte del mondo giovanile d’oggi. Tutto viene rappresentato in modo simbolico, quasi onirico, senza crudezze o modi fastidiosi e realistici. Sulla scena anche gli impianti esprimono una simbologia con efficace multifunzionalità: l’oggetto più comune è il tavolo, simbolo di unione e ritrovo della famiglia classica, tavoli che spostandosi, accopiatti a specchi, formano tutte le scene e anche il labirinto, simbolo dei desideri della mente. Qui lo spettacolo prende spunto da un racconto dello scrittore e drammaturgo Frederich Dürrenmatt, che aveva immaginato il Minotauro un labirinto di specchi. 

Biglietti, intero 15, ridotto 10 euro, orari della biglietteria: giovedì e sabato dalle 15 alle 18, i giorni di spettacolo dalle ore 19,30.


Info:
019/8932329, 327/6127678
info@kronoteatro.it



Fonte: Alessandro Acquarone

 

 

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