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Stemma di Toirano

Toirano

In provincia di Savona
Bandiera Arancione 2016


 

Info Toirano

Il Comune di Toirano, a circa 3 km. dal mare, oggi ha una popolazione intorno ai 2000 abitanti. La posizione geografica e il complesso delle condizioni naturali hanno consentito l'insediamento umano nel territorio della Val Varatella fino dalla lontana preistoria. Dall'età della pietra le tracce del passato di Toirano proseguono fino all'età romana, all'epoca bizantina e, quindi, al Medioevo in una continuità storica che ha riscontrato soltanto in pochi altri centri. Già abitato in epoca romana, Toirano divenne nel VI sec. d.C. un centro fortificato bizantino alla confluenza dei due torrenti Varatella e Barescione, dal cui nucleo probabilmente si sviluppò il borgo medievale, dominio del Vescovo di Albenga, che vi mantenne la sua residenza estiva anche dopo il 1385, quando i diritti feudali di Toirano passarono definitavamente alla Repubblica di Genova. Circondato da mura, difeso da fossati, dal fiume e dalla cinta delle case-torri da ogni lato, il paese conserva ancor oggi due delle cinque porte d'accesso, case, portici e logge. Mentre delle torri medioevali rimane quella che è diventata il campanile della chiesa Parrocchiale di S.Martino.
Il ponte a tre arcate sul torrente Varatella è anch'esso di età medievale. A nord del paese sono visibili la chiesa e il campanile della Certosa, complesso iniziato alla fine del sec. XV dai monaci certosini, che abbandonarono l'abbazia sul monte S.Pietro in Varatella, fondata secondo la leggenda da Carlo Magno e dove, alla fine del 1200, erano succeduti ai Benedettini. Il convento della Certosa venne soppresso nel 1797 con l'arrivo delle truppe francesi durante la prima campagna napoleonica. La realtà economica del paese, che attualmente si è sviluppata in particolare nel settore terziario, conserva ancor oggi l'impronta della civiltà contadina che per secoli ha caratterizzato l'economia della valle. Il locale Museo Etnografico della Val Varatella è sorto allo scopo di documentare la vita contadina del posto. Da visitare le spettacolari grotte di Toirano, una meraviglia della natura, tanto da essere tra le dieci più belle grotte italiane. Tra luglio e agosto, a Toirano, si festeggia l'olio con una delle feste popolari liguri più sincere e partecipate dalla popolazione: la festa dei gumbi, che sono i frantoi nel dialetto locale. E' una festa dei toiranesi, certo, ma i turisti sono i benvenuti: anzi, ci sono famiglie che vengono ogni anno da tutta Italia proprio per partecipare ai gumbi, a stipulare un ideale gemellaggio fra le diverse terre dell'olio italiano. Durante la festa, ci si riunisce nelle cantine e nei frantoi e si mangia stufato di pecora, focaccini, ravioli di verdura, frittelle di mele, bevendo il buon vino nostrano.

STORIA DI TOIRANO.
Il centro storico di Toirano vanta una storia millenaria. Posizionato ai piedi del Monte S.Pietro, rappresentava il punto di controllo delle mulattiere, la "Via del Sale", che conduceva alla cima della montagna e la "Via della Valle" arteria che seguiva l'andamento spontaneo della vallata. Ambedue i tracciati collegavano il litorale, dove si trovava la via consolare "Julia Augusta" poi Aurelia, con le comunità del basso Piemonte. Il primo accertato riferimento di Toirano, compare con il nome di "Castron Baractelìa", citato nella "Descripitio Orbis Romani" risalente agli inizi del VII sec. d.C..Nel resoconto geografico del funzionario bizantino Giorgio Ciprio si specifica l'aspetto fortificato del luogo posto a difesa del Limes, il confine tra le terre di Bisanzio, lungo la fascia costiera e le zone occupate dai Longobardi situate nelle vallate soprastanti. Il paese si formò nel punto di congiunzione dei torrenti Varatella e Barescione i quali costituivano una naturale difesa del centro abitato. Nell'alto Medioevo il paese fa parte del vasto territorio del Monastero benedettino di S.Pietro al Monte, mentre il Borgo risulta, nel XIII sec., feudo episcopale di Albenga. Nel 1313 i monaci verranno scomunicati per corruzione ed allontanati da Toirano per ordine del vescovo Emanuele Spinola (1303-1320) e sostituiti con i monaci certosini di Casotto, stabilendo il passaggio feudale del territorio alla Curia di Albenga. Tra il XIII e il XIV sec. si riscontrano le prime citazioni riguardanti l'organizzazione Comunale testimoniate in alcuni atti notarili vergati nella casa municipale ubicata nel cuore del Borgo. Con il passaggio di Toirano, dalla giurisdizione della chiesa di Albenga, alla Repubblica di Genova, avvenuto nel 1386, il paese vede la crescita della piccola proprietà terriera, e il conseguente incremento edilizio riscontrato nelle architetture ancora esistenti. Pesante fu il saccheggio che il Borgo subì nel 1438 quando i mercenari del capitano di ventura Nicolò Piccinino (1386-1444), di ritorno dall'assedio di Albenga, devastarono il territorio. Nel XVI sec. la zona venne favorita dallo sviluppo della coltivazione dell'olivo, della vite e dall'incremento industriale con la costruizione di alcuni frantoi, i "gumbi", e mulini azionati a forza idraulica. Sempre sulle sponde del Varatella verranno impiantate le cartiere gestite dai monaci certosini e dai conti D'Aste. Anche il commercio fu particolarmente fiorente, testimoniato dalle numerose botteghe diffuse in tutto il paese. Nel 1795 la zona di Toirano venne coinvolta dallo scontro tra i francesi e gli austro sardi nella Battaglia di Loano, causando seri disagi alla popolazione. I segni tragici della lunga e articolata storia culmineranno nel 1944, il 12 agosto, quando il paese subì un cruento bombardamento aereo anglo americano, che rischiò di radere al suolo l'intero luogo. In quel triste episodio perirono 44 civili e la zona centrale del paese, la contrada "Fascetta" e parte della "Braida", vennero rase al suolo. A ricordo della strage, dal 1969, nel Parco Rosciano si erge il monumento bronzeo fuso dello scultore Agenore Fabbri (1911-1998).

COME RAGGIUNGERE TOIRANO.
In auto:
con l’autostrada dei Fiori A10, uscita Borghetto Santo Spirito ed imboccare la strada provinciale per Toirano.
In treno: fermata alla stazione di Loano; con mezzi pubblici imboccare poi la strada statale Aurelia fino a Borghetto Santo Spirito e proseguire sulla strada provinciale per Toirano.
In autobus: con i mezzi pubblici di linea partenze da Pietra Ligure, Loano e Borghetto Santo Spirito.

TOIRANO E I SUOI ITINERARI TURISTICI.
IL CENTRO STORICO. Il borgo medioevale costituisce un interessante itinerario alla scoperta della storia di Toirano. Sulla piazza S.Martino si affaccia la Chiesa Parrocchiale costruita nel 1600. Il porticato laterale che si affaccia sulla piazzetta dell'Oratorio conserva colonne in pietra di Finale appartenenti all'antica Pieve. La torre campanaria, un tempo torre di difesa, presenta merlatura ghibellina ed è abbellita da un doppio ordine di trifore. Proseguendo nel vicolo di via G.B. Parodi, si incontra la loggia del Paraxo, residenza del Vescovo di Albenga che in questa sede esercitava la sua sovranità feudale su Toirano. Sul portone dell'ingresso si conserva un bassorilievo cinquecentesco in pietra nera con San Michele titolare della diocesi e le insegne del vescovo Leonardo Marchese. Girando a destra, subito dopo il Paraxo, si inizia il pittoresco percorso del Torracco, che costituiva il nucleo originario e fortificato del paese lungo il Varatella. E' un insieme antico e suggestivo, caratterizzato da mura in pietra, case torri, vicoli tortuosi, archivolti, porticati bassi e bui, ripide scale esterne. A metà del primo vicolo è possibile scendere, attraverso una delle antiche porte del borgo, la porta del Molino, verso il ponte medioevale, sul Varatella, costituito da tre arcate in pietra. I vicoli del Torracco sboccano nella piazza della Libertà, da dove si prosegue verso il ponte sul Barescione. Qui è possibile ammirare la decorosa architettura dell'Oratorio di S. Giuseppe, eretto nel 1716 per volontà del Capitano Giuseppe Polla, Il quale inoltre si preoccupò, con un benefico lascito, che Toirano avesse una scuola per l'istruzione gratuita della Gioventù, affidata agli Scolopi. Si scende quindi lungo la via intitolata a Giuseppe Polla, un vicolo stretto e suggestivo che si snoda lungo la cinta muraria del vecchio borgo, sormontato da tipici archetti. Un tempo a scopo difensivo, vi veniva incanalata l'acqua del torrente Barescione , per questo il vicolo è conosciuto come via dei Fossi. Superata una serie di arcate si raggiunge il Palazzo d'Aste, imponente costruzione che si affaccia da un lato sulla via dei Fossi, dall'altro sul vicolo principale. Fu abitato fino agli inizi del 1700 dalla famiglia D'Aste, che tenne in feudo Toirano per conto dei vescovi di Albenga e successivamente divenne la dimora dei Marchesi del Carretto scesi da Balestrino nel periodo finale della loro storia. Una rampa conduce al giardino del Palazzo, arricchito da superbi esemplari di piante secolari ed esotiche. Nei fondi del Palazzo, che si aprono proprio sulla via dei Fossi, dove una volta erano situate le scuderie, è stato recentemente creato il Museo Etnografico della Val Varatella, sapiente ricostruzione degli aspetti più caratteristici della civiltà contadina  della valle Varatella dei secoli scorsi. Il Museo è organizzato in 10 sezioni, distribuite in quattro suggestive sale a volte ribassate che espongono più di 1000 pezzi autentici a compendio della vita e del lavoro dei Toiranesi.
LA CERTOSA E I MULINI. Sullo sfondo di S.Pietro si staglia un vecchio campanile che sorge dai ruderi di un grigio tetto a capanna: è quanto resta della Chiesa del Convento dei monaci di S. Bruno del XV° secolo. L'antico convento certosino è ormai in rovina. Si è conservata un'ala del chiostro e l'edificio è stato trasformato in abitazioni. Scendendo dalla Certosa verso il paese la via diventa ciottolata e conduce alla località chiamata Mulini, dove abbarbicati ad una parete rocciosa sul Varatella, sono conservati tutt'oggi, anche se adibiti ad altri usi, tre antichi mulini che sfruttavano nel passato l'unica fonte di energia disponibile, l'acqua. Un pittoresco ponticello scavalca il fiume e lungo la sua sponda destra è stata canalizzata l'acqua di un sorgente calda, tuttora attiva, che alimenta numerosi lavatoi, distribuiti nel paese, utilizzati ancora oggi dai Toiranesi per la limpidezza e il tepore dell'acqua.
S.PIETRO AL MONTE. L'itinerario che conduce a S. Pietro al Monte affonda le sue radici nella storia. Furono i frati della Certosa ad organizzare le processioni a S. Pietro, perché, dopo la loro discesa dal Monte nella seconda metà del sec. XV, rimasero sempre legati al monastero e spesso vi salivano per celebrare le sacre funzioni. Si parte dalla Chiesa Parrocchiale, si attraversa il borgo fino alla Chiesa della Madonna del Rosario nella Braia, si sale dai Molini alla Certosa, poi ci si immerge nella macchia verde degli ulivi, quindi uscendo dalle vigne, si supera l'urivetta, ultimo alberello oleastro già schiacciato tra i sassi e dopo una lunga tirata si arriva sulla dorsale della montagna, alla ca' du prau. Attraversati i verdi boschetti, alternati a fasce erbose, ci si imbatte in un masso isolato sormontato da una croce battezzato dalla fantasia popolare prea du gallu. Iniziano poi i tornanti della mulattiera e il sentiero si fa più stretto e aderente alla parete rocciosa. Proprio in questa località (la burdunaira), in una fenditura davanti ad una croce in ferro battuto, su un naturale stretto davanzale si doveva depositare una volta un pacchetto di sale come pedaggio per salire al monastero. Quest'ultimo è situato a 891 metri s.l.m. e fu uno dei centri più noti ed organizzati della vita monastica medioevale. L'edificio è stato più volte restaurato: l'interno della Chiesa è strutturato ad un'unica navata con robuste arcate a sostegno della volta. Oggi esiste un'alternativa più agevole per arrivare a S. Pietro. Si percorre in auto la statale per Bardineto e, poco prima del valico del Giovo una strada sterrata sulla destra prosegue per qualche Km fino ad uno spiazzo in località Cian de' Barretti. Di qui si prosegue a piedi lungo il sentiero in quota che con qualche leggero saliscendi seguito da una breve inerpicata nel tratto finale raggiunge la sommità del Monte.
PARCO ROSCIANO BARESCIONE. Adiacente al Nuovo Palazzo Comunale si trova il Parco Rosciano, all'interno del quale è situato il monumento alle vittime del bombardamento aereo subito da Toirano il 12 agosto 1944, che ha ispirato anche il murale realizzato dai ragazzi della locale Scuola Media nel cinquantenario del luttoso evento. Realizzato nel 1969 dallo scultore Agenore Fabbri, il monumento è composto da un basamento in granito sul quale si ergono tre figure bronzee, scavate dal dolore e dalla sofferenza, dalle quali scaturisce un grido straziato contro ogni guerra e ogni forma di violenza contro l'uomo. Attraversato l'ombroso vialetto, seguendo la strada che conduce a Balestrino si incontra il pittoresco nucleo di Barescione, antica frazione di Toirano, oggi sobborgo unito al paese dalle recenti costruzioni. Stretto tra il torrente omonimo e la strada è costituito da un insieme di case unite da archetti che si affacciano su un vicolo centrale. Di particolare rilievo la piazzetta centrale con la Chiesa seicentesca dedicata a S.Rocco. Sulla facciata dell'abitazione antistante, spicca un'antica meridiana, restaurata di recente.
LE GROTTE DI TOIRANO. Risalendo la Val Varatella, poco oltre Toirano, si incontrano i contrafforti di un massiccio calcareo di dolomiti grigie, solcato da una serie di valloni, in cui si aprono oltre 50 caverne naturali, tutt'oggi oggetto di ricerca da parte di studiosi internazionali. Il complesso delle grotte di Toirano, aperto al pubblico nel 1953, dopo le opportune opere di sistemazione, è gestito direttamente dal Comune e costituisce oggi una delle maggiori attrattive che l'entroterra della Riviera Ligure di Ponente offre al turismo italiano.
Grotta della Bàsura (grotta della strega). Nota sin dal secolo scorso per le esplorazioni di Nicolò Morelli, risulta sicuramente la più spettacolare. Nel 1950 alcune persone di Toirano appassionate di speleologia, scoprirono una serie di sale interne che seguono un percorso di circa 450 metri, meravigliose per la ricchezza e la varietà di formazioni calcaree naturali. Nella grotta trovò rifugio per millenni l'orso delle caverne (Ursus Spelaeus), la cui presenza è attestata da un gran numero di resti ossei, da impronte di zampe sul suolo e dalle tracce di unghiate che si possono osservare sulle pareti della grotta. Di particolare interesse sono le testimonianze riferibili all'uomo preistorico, rappresentate da impronte di piedi, mani e ginocchia e, nella "sala dei misteri", dalle numerose palline d'argilla scagliate contro la parete, probabilmente con significato rituale. Sino a qualche anno fa, le impronte si attribuivano all'uomo di Neanderthal. Una serie di datazioni effettuate recentemente ha tuttavia dimostrato che esse hanno un'età di 12.340 anni e sono pertanto riferibili a uomini del Paleolitico superiore, vissuti posteriormente. Nel 1960 gli scopritori tolsero l'ultimo diaframma calcareo e scoprirono la sala conclusiva della Grotta della Bàsura. Da qui il percorso prosegue scavato in una grandiosa colata di alabastro, all'interno di imponenti ambienti ricchi di formazioni calcaree ("antro di Cibele"). 
Grotta di  S.Lucia. Nel 1966 i "grottieri" toiranesi, ricercando un collegamento con la grotta della Bàsura, scoprirono nella grotta di S.Lucia  una serie di sale interne straordinarie per le loro delicate formazioni calcaree. A questi ambienti è possibile accedere dal fondo della grotta della Bàsura attraverso un traforo lungo 120 metri. Formazioni di cristalli sottili di aragonite, in curiose disposizioni a "fiore", ricoprono le pareti. Alcune delle sale, di vaste proporzioni, presentano enormi stalattiti, anch'esse ricoperte da cristalli di aragonite. Nei pressi dell'uscita si può visitare il misterioso e antico Santuario rupestre di S.Lucia. Già conosciuto nel tardo medioevo come grotta santuario è tuttora consacrato alla devozione a S.Lucia protettrice degli occhi e viene valorizzato in occasione dell'annuale festività della Santa, il 12 dicembre, quando si celebra con una pittoresca fiaccolata e una cerimonia nella Grotta, il Natale dello Speleologo.
Grotta del Colombo. Si apre nel medesimo massiccio calcareo della grotta della Bàsura e di quello di S.Lucia. Consiste in una galleria lunga 50 metri, che si collega con un braccio laterale sino a una sala di notevoli dimensioni. La cavità è di grande interesse preistorico, poiché dai suoi livelli provengono testimonianze di successive occupazioni umane, dal Paleolitico Inferiore sino al Neolitico. Questa grotta non è aperta al pubblico, ma solo agli studiosi autorizzati.


Per maggiori informazioni:
Museo Etnografico della Val Varatella
Via G.Polla 12
Tel. 0182-989968
museo@comune.toirano.sv.it

Ultimi eventi a Toirano

Mercati/mercatini a Toirano

  • Alimentare (6 banchi)
    Dove: Largo di Murin
    Quando: Giovedì (orario: 08.00 /12.00)
    Organizzatore: Comune tel. 0182 92101 / 9210201 - fax 0182 989698 - municipio@comune.toirano.sv.it

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Foto di Toirano
Panoramica del paese
La Torre campanaria - Foto F.Trunzo
La Chiesa parrocchiale di San Martino - Foto F.Trunzo
Le massicce arcate dei portici del Palazzo dei Capitani, antistanti la piazza S. Martino - foto F.Trunzo
Un tipico caruggio del centro storico di Toirano - foto F.Trunzo
Il portico di Piazza della Libertà
L'interno delle grotte

 

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