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LA STORIA DEL CROCIFISSO E BORZONASCA. Le origini del Crocifisso miracoloso che si venera nel Santuario di Borzonasca sono lacunose, si perdono nel tempo, e sono incerte. Certo è che “Quello di Borzonasca” è un crocifisso tutto speciale; per i valligiani è “il più buono e potente del mondo. E se lo dicono loro sarà anche vero...”. Così scrisse un Vescovo che presente alle celebrazioni giubilari ebbe l’occasione di approfondire e testimoniare il rapporto tra i fedeli e quel volto soave che da secoli protegge Borzonasca dal suo trono di gloria. Forse come dice l’inno che i fedeli cantano, fu un trofeo delle crociate d’oriente che “salvato dalle mani dei nemici suoi giurati” fu portato nelle nostre valli e probabilmente custodito dai monaci benedettini dell’Abbazia di Borzone. Dalle notizie incerte delle sue origini si può passare al 1600 quando documentazioni e scritti assegnano alla S. Croce un ruolo ben preciso e circostanziato della sua presenza nella Valle Sturla.
La S.Croce lascia Borzone. Dall’Abbazia di Borzone, dove era fino allora custodita con somma devozione, venne recata verso il 1600 a Borzonasca e collocata nell’oratorio dei Santi Giacomo e Filippo, al di qua del torrente Penna e sempre nel territorio di Borzone, ma alle porte della borgata che andava sempre più sviluppandosi. Di questo avvenimento è rimasta memoria negli Statuti dell’oratorio dove, in un capitolo dedicato al SS.mo Crocifisso, si legge: “Trattandosi di una croce che reliquia si può dire, che ha fatto e fa tanti miracoli notori a tutti questi luoghi, e perché non (c’)è cosa che più sollevi le menti e inviti alla devozione quanto (il) vedere di questa tenersi (aversi) quella maestà e venerazione che si conviene, e (che) dai nostri antichi sempre fu lodato (come opera di divina ispirazione), si sono mossi li nostri Priori (a) trattare pubblicamente e fuori con quasi tutti li maggiori di detto luogo di voler capitolizzare (fare un capitolo) ad honore e riverenza di detta SS.ma Croce, e con viva voce così i fratelli quanto tutti hanno detto essere cosa santa e laudabile , dando favorevoli voti: genuflessi, invocato aiuto et inspiratione da detto SS. Crocifisso il dì 2 Agosto. “Si statuisce (stabilisce) et ordina per detto priore, Consiglio e quasi tutta la compagnia, che non si ardisca né presumi portare né far portare detto SS.mo Crocifisso fuori di detto Oratorio né in processione, né manco in qualsivoglia altro modo, né tampoco scoprirlo per mostrarlo denza licenza ed autorità di detti priori o della maggior parte della Compagnia e del Consiglio; e quando per grande necessità si avesse da mostrare, prima si dia segno solenne colle campane della parrocchiale nostra e ancora con quelle dell’Oratorio, col numero di fiaccole e lumi, colla maggior riverenza e venerazione che sia possibile e che si conviene ad una tanto miracolosa Croce. Si metteranno le chiavi alla cascia, che dovranno tenere appresso l’una il priore, l’altra il sottopriore. Abbiamo statuito (stabilito) che si abbia da mostrarlo nella 3a festa di Natale, di Pasqua, di Pentecoste, nel giorno dei SS. Giacomo e Filippo con quel numero di lumi che sembrerà meglio ai priori”.
Prima processione in Borzonasca. Fu nel 1634 che, forse per far cessare qualche grave calamità, il SS. Crocifisso venne portato la prima volta in processione per le vie di Borzonasca. In un libro dell’oratorio – detto “Sentenze” – il notaio G.B. Gatto di Borzonasca attesta che venne redatto , nella circostanza, il seguente verbale: “1634 – 14 maggio. Dopo una solenne processione, ordinata e voluta dall’Ill.mo e Rev.mo Vescovo di Bobbio (Francesco Maria Abbiati) venne trasportata la veneranda Croce, cui è affissa una meravigliosa Immagine del SS.mo Signor Nostro Crocifisso, dalla parte del Vangelo, ove da molti anni era stata collocata e mai più rimossa, all’altar maggiore maggiore di questo Oratorio di S. Giacomo, con giusto divieto del Prefato Pastore di non più portare in processione la predetta santissima croce e colla pena della scomunica a chi osasse asportarla: il che in segno di maggior divozione e riverenza venne eseguito. In memoria di questo giorno si stabilì di cantare annualmente nella seconda domenica di maggio la messa solenne a detto altare: le quali cose ecciteranno nel cuore dei fedeli la pietà e la fede verso il Signor nostro G. C. cui è dovuto impero e lode per tutti i secoli”. Le severissime disposizioni del Vescovo di Bobbio che proibivano, pena la scomunica, di rimuovere o di asportare il SS. Crocifisso, erano le evidenti difficoltà e contrapposizioni dei cristiani dell’epoca nella nostra parrocchia, e nel vicino Oratorio dei SS. Giacomo e Filippo.
La seconda processione con la S.Croce. Nel 1675 in un’ora di altra grave calamità il prevosto di Borzonasca don Cesare Marrè otteneva in via straordinaria di portare in processione il SS. Crocifisso. Il Vescovo di Bobbio nel concedere la grazia invocata, con una comunicazione del Vicario generale Mons. Rusticelli in data 15 maggio 1675 ammoniva: “… Lodo la disposizione di coteste anime, preparate, come ella mi scrive, ad esercitarsiin digiuni et orazioni, et a fare la SS. Comunione…” Nella circostanza il Vescovo ammoniva i fedeli di non ricordarsi della S. Croce solo nei momenti difficili e calamitosi, ma a farne modello quotidiano di vita cristiana nel cammino verso la salvezza. Altre solenni processioni con la Santa Croce furono autorizzate dal Vescovo nel 1693, nel 1721 (dopo un’oscura vicenda per la quale l’oratorio era stato interdetto dal 1708 al 1717) e poi nel 1730, 1772, 1782, 1801.
Il trasporto nella Chiesa Parrocchiale. Chiuso per decreto napoleonico l’Oratorio dei Santi Filippo e Giacomo – divenuto Oratorio di S. Croce da quando aveva avuto il privilegio di custodire il taumaturgo Crocifisso – la popolazione di Borzonasca implorò ed ottenne dal Vescovo che la insigne reliquia venisse trasportata nella parrocchiale di S. Bartolomeo (si realizzava antico, vivissimo desiderio) e della trionfale traslazione – avvenuta il 25 Aprile 1811 – è rimasto un significativo ricordo anche nell’affresco del Morgari sul catino della chiesa parrocchiale. Non va meraviglia che, caduto Napoleone, i confratelli dell’Oratorio, con il consiglio e la popolazione del borgo orientale di Borzonasca, abbiano fatto molte insistenze per riavere la Santa Croce. Ma il Vescovo Fr. Isaia Volpi, cui avevano rivolto le loro suppliche, dirimeva la questione con un decreto in data 22 ottobre 1819, ove si diceva tra l’altro: “Riconosciuti ragionevoli ed alla pietà confacenti i motivi per i quali la Veneranda Immagine del Crocifisso fu traslocata dall’Oratorio dei SS. Filippo e Giacomo alla Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo di Borzonasca, col presente nostro Decreto ordiniamo che si conservi la suddetta Immagine nella Parrocchia ove la pietà del popolo avrà miglior comodo alla divota venerazione del SS. Crocifisso…”.
Conforto e salvezza nelle ore del dolore. Dal suo nuovo trono, il SS. Crocifisso scenderà in ore particolarmente tribolate e sofferte, quando gli “Anziani” di Borzonasca ottenevano di deporlo dalla sua ancona per processioni di penitenza attraverso le strade della borgata. Si trattava di peste, di carestie, di febbri perniciose e maligne, o della siccità, come nel 1836 quando il SS. Crocifisso venne portato nella regione “Forra” ed il Padre Boccardo esortò ad aver fede perché la grazia sarebbe venuta: difatti, appena la processione fu di ritorno in chiesa con la Santa Croce, cominciò a piovere a dirotto. Così nel 1850, mentre nel ’61 il SS. Crocofisso giungeva fino nella località “Pian di Puta” vicino alla filanda. Riferiscono le cronache dell’epoca: “La moltitudine a questa processione fu davvero imponente e straordinaria… Nella stessa circostanza, raccontano i pochi testimoni tuttora viventi, che in Pian della Puta, luogo di fermata della processione, la S. Croce venne deposta ai piedi di un grosso albero di castagno; e di lì a poco, scatenatosi un forte temporale, un fulmine con immenso fragore colpì il castagno asportando un grosso ramo di esso, senza che la moltitudine raccolta in orazione ai piedi del SS. Crocifisso riportasse alcun danno”. Nel 1883 nel mese di Luglio, la Santa Croce venne portata in processione per la strada del “Taglio” appositamente rimessa a nuovo e sostò in un pianoro che i vecchi ricordano come “Cian da Santa Cruxe”.
Sempre più grande devozione e amore - incoronazione. Particolarmente memorabile la processione del 1885, in ringraziamento alla Santa Croce per aver risparmiato Borzonasca dall’epidemia del “morbo asiatico”, che aveva seminato stragi spaventose in ogni parte d’Italia, specie a Napoli e nella non lontana La Spezia. Altre celebrazioni seguirono nel settembre 1901, in coincidenza con i restauri della chiesa arricchita da pregevoli affreschi del Morgari, ma oltremodo solenni furono quelle del 1911- ancora ad iniziativa dell’arciprete don Augusto Rotta e della fabbriceria presieduta dal dott. Giacomo Raffo – allorché, nel 1° centenario della traslazione, l’arcivescovo di Ravenna Mons. Pasquale Morganti (assistito dal Vescovo di Bobbio Mons. G.B. Porrati e dal Vescovo di Chiavari Mons. Fortunato Vinelli), incoronava il Crocifisso con una corona d’oro massiccio e pietre preziose, offerta dalle figlie di Maria e da anime pie. Nuovi fervidi tributi di omaggio il SS. Crocifisso riceveva nell’Anno Santo 1925, (con la partecipazione del Vescovo di Bobbio Mons. Calchi Novati, del Vescovo di Chiavari Mons. Casabona, dei Vescovi di Anagni e Pontremoli); come nel 1933 – centenario della Redenzione – con il Vescovo di Bobbio Mons. Matteo Pellegrino, grazie al generoso impegno dell’arciprete don Umberto Guarnieri e alla entusiastica collaborazione dell’intera parrocchia, sempre più unita attorno alla Santa Croce.Unica speranza nella bufera della guerra. Durante le sei incursioni del settembre 1944 – quando Borzonasca viene ridotta ad un cumulo di macerie – il SS. Crocifisso è salvo come per miracolo, mentre la chiesa ha subito gravi danni e l’oratorio è in parte distrutto: ma la furia dei bombardamenti sovrasta ancora, a Borzonasca non c’è più anima viva, e Mons. Angelo Zambarbieri la mattina del 12 settembre depone dall’ancona la Santa Croce, l’avvolge in un drappo bianco e con il solo curato Don Felice Pallini la porta a Borzone. È una “via Crucis” da autentico venerdì santo. Sono molti e molti, ancora, a ricordare che cosa è stato, in quei mesi di passione, il SS. Crocifisso per tutte le famiglie di Borzonasca, disperse, sconvolte, sottoposte ad ogni sorta di stenti e spaventi, e pur sempre fiduciose…
Ritorna il SS.Crocifisso e Borzonasca risorge. Il 3 maggio 1945 la Santa Croce ritorna trionfalmente. Tutta Borzonasca è salita a Borzone per riprendere in consegna il suo tesoro: e sotto lo sguardo del SS. Crocifisso comincia una nuova vita di ricostruzione spirituale e materiale. Quando la Santa Croce, deposta dal suo trono per l’Anno Santo 1950, passa benedicente fra le strade di Borzonasca che sta risorgendo dalle sue rovine, è pegno di completa rinascita per tutto un popolo che ha sempre guardato al suo Crocifisso con indicibile fiducia, e si commuove quando l’Arcivescovo di Cagliari Mons. Botto, - concludendo le celebrazioni onorate dalla presenza del Vescovo di Bobbio Mons. Bertoglio e dal Vescovo di Chiavari Mons. Marchesani – assicura alla borgata ed a tutta la valle Sturla la perenne protezione del SS. Crocifisso.
Il Cinquantesimo dell'Incoronazione. Solennissime le celebrazioni del 1961, nel 50° dell’incoronazione, con l’intervento del Vescovo di Bobbio Mons. Zuccarino, del Vescovo di Chiavari Mons. Marchesani e del Vescovo Missionario Mons. Massa. Ormai quasi completamente risanate le ferite della guerra, Borzonasca eleva al taumaturgo Crocifisso un inno di gratitudine e di amore senza precedenti, e a dividerne la gioia, in tutte quelle memorabili giornate di settembre, c’è anche Mons. Angelo Zambarbieri, sempre memore dei prodigi di misericordia e di grazia operati dalla Santa Croce, davanti alla quale tornerà fedelmente da Guastalla ogni anno, in maggio e in settembre, a sciogliere un voto di sempre più profonda riconoscenza.
La Santa Croce in pellegrinaggio a Bobbio. Come non ricordare, infine, il trasporto della Santa Croce a Bobbio, nell’aprile del 1965, in occasione del 950° anniversario della diocesi? Per la prima volta il SS. Crocifisso veniva portato fuori della valle Sturla, e gran parte della popolazione volle seguirlo nel pellegrinaggio che doveva riuscire un tributo di fede, per la devozione suscitata lungo tutta la strada e particolarmente a Bobbio, in cattedrale e nella processione per le vie della città, con indicibile gaudio del Vescovo Mons. Zuccarino. Oltremodo suggestivo il ritorno, al tramonto ormai di quel 4 aprile, con soste continue. Arrivava a Borzonasca: un applauso in frenabile l’accolse sulla piazza e la moltitudine si riversò poi nel santuario per l’ultima S. Messa celebrata da Mons. Angelo Zambarbieri e per il bacio della reliquia.
L'ultimo settembre di Mons.Angelo Zambarbieri. Quattro anni dopo, la inesauribile bontà di Mons. Zuccarino permetteva alla popolazione di Borzonasca di stringersi ancora una volta attorno al SS. Crocifisso, deposta dall’ancona in occasione degli splendidi restauri realizzati dall’arciprete Mons. Mario Lavezzoli. Fu la sera del 14 settembre 1969, giorno memorabile in cui erano stati inaugurati i nuovi lavori che han fatto il Santuario sempre più bello: per due ore, innumerevoli devoti sfilarono davanti alla Santa Croce, retta alternativamente da Mons. Zuccarino e da Mons. Angelo, ancora una volta uniti del grande loro amore al SS. Crocifisso. Si compivano, quel giorno, venticinque anni dai tragici bombardamenti del settembre 1944 e Mons. Angelo, pallido come non mai e assorto, sembrava avesse sul cuore tutto il peso dell’antico calvario.
...Viene ancora tra i suoi figli. Nel 1975 grandi e solenni furono le celebrazioni in occasione dell’anno giubilare. Per la prima volta nella sua storia la parrocchia di Borzonasca ospitò un Principe della Chiesa. Il Cardinale Giuseppe Siri di Genova, con squisita sensibilità, accolse l’invito del nostro arciprete Mons. Mario Lavezzoli e fu a Borzonasca in un tripudio di fede. Al suo fianco, a rendere ancora più solenne la circostanza, furono i Vescovi Mons. Giacomo Barabino di Bobbio, Mons. Giovanni Battista Pardini di Jesi e Mons. Giovanni Mariani, Nunzio Apostolico. Le feste si svolsero dal 7 al 15 settembre con una solennità e partecipazione che resta ancora nella nostra memoria. Oggi, con il passare degli anni, le cose del mondo cambiano e le frenesie degli uomini non sono in grado di ritornare al passato per riscoprirne i valori e dare un senso alla vita. Fu una ricorrenza piena di sfarzo e di luci, ma sotto quelle apparenze si riscontrava tutta la fede e l’amore dei borzonaschini verso il loro Crocifisso. Alla opulenza dei velluti e delle luci del santuario faceva riscontro lo sguardo sereno e fiducioso dei fedeli che in tanto lusso trovavano motivo per fortificare la loro fede, retaggio dei padri nella speranza di inculcarla nei figli troppo facilmente traditi dalle apparenze invitanti di un mondo pieno di cose vuote. Quel settembre 1975 rimarrà pietra miliare nella fede e religiosità di Borzonasca legata al “suo” Crocifisso, che dal suo trono guida nei secoli.
Il penultimo incontro. Grazie alle disposizioni del Vescovo di Bobbio, Mons. Giacomo Barbino, la Sacra Effigie venne deposta la sera del 2 settembre e rimase tra la sua gente fino al 2 ottobre per celebrare il “mese dell’amore”. La S. Croce è rimasta tra la sua gente per un lungo periodo, per dare a tutti, anche ai più indifferenti, la possibilità di trovare un attimo per un incontro d’amore di un padre che attende il figlio per dare una parola di conforto e di sostegno. Molti in quel mese hanno avuto modo di pregare solo guardando quel Crocifisso dall’espressione intensa ed amorevolmente amica. Incontri a bocca chiusa che valevano molte parole vuote di circostanza. Per la prima volta a memoria d’uomo, il Santo legno venne portato dai sacerdoti e dai giovani del paese, cosa impensabile cento anni addietro. Il giorno 11 settembre ad accogliere la Santa Croce fu la Chiesuola di N.S. della Consolazione, del rione “Villetto”, ed il giorno 25 dello stesso settembre venne portata dell’Oratorio dei SS. Giacomo e Filippo nel “borgo di sotto”, già dimora della Santa Croce fino al 1811. In queste occasioni la popolazione dei rioni diede priva di profonda fede e di grande partecipazione nell’accogliere degnamente, anche con segni esteriori, la visita del miracoloso Crocifisso. Nella chiesa parrocchiale fu festa per tutto il mese, alla quale parteciparono anche i defunti quando la sera del 1 ottobre la Sacra immagine venne portata nel cimitero per una particolare benedizione di suffragio ed una S. Messa votiva. Il mese di settembre 1983 per molti è servito ad approfondire l’amore per il Crocifisso che i padri hanno loro da secoli tramandato.
L'ultimo incontro. Il Crocifisso è tornato nuovamente tra la sua gente dal 9 al 17 settembre dell’anno giubilare 2000, per un contatto più ravvicinato ed un colloquio più intimo. Suggestiva e partecipata è stata la processione sino all’antica Abazia di Borzone, nonché alla Chiesuola nel rione “Villetto” e all’Oratorio. Il Crocifisso sarà deposto nuovamente dal 9 al 14 Settembre 2011 in occasione del secondo centenario della traslazione dall’Oratorio dei SS. Giacomo e Filippo alla Chiesa Parrocchiale.
Cronologia delle deposizioni del SS.Crocifisso.
Verso il 1600 Trasporto da Borzone all’Oratorio di Borzonasca
1634 14 maggio
1675 nel mese di maggio
1693 a protezione di calamità
1721 a protezione di calamità
1730 a protezione di calamità
1772 a protezione di calamità
1782 a protezione di calamità
1801
1811 25 aprile – TRASLAZIONE ALLA CHIESA PARROCCHIALE
1836 per invocare la pioggia a causa della grande siccità
1850
1861 in processione alla “filanda” nel “Pian della puta”
1883 in processione al “taglio” nel “Pian della S. Cruxe”
1885 per protezione dalla “asiatica morbus”
1901 inaugurazione restauro della chiesa parrocchiale
1911 primo centenario della traslazione - INCORONAZIONE
1925 Anno Santo
1944 12 settembre - trasportata a Borzone a causa dei bombardamenti
1945 3 maggio - ritorno a Borzonasca nella chiesa parrocchiale
1950 Anno Santo
1961 primo centenario dell’incoronazione
1965 aprile - a Bobbio per il 950° anniversario della Diocesi
1969 14 settembre - inaugurazione restauro della chiesa parrocchiale
1975 7 - 15 - Anno Giubilare
1983 2 settembre - 2 ottobre “mese dell’amore”
2000 9 - 17 settembre - Anno Giubilare
2011 9 - 14 settembre – Secondo centenario della traslazione