Info Borgio Verezzi
Viaggiando da est verso ovest lungo l’Aurelia, tra Finale e Pietra, appena superato il capo della Caprazoppa, si incontra un altro piccolo ma affascinante borgo rivierasco: Borgio Verezzi. Con l’immancabile torre di vedetta e la sua “parte alta”, ovvero Verezzi, ancora immersa nel verde di mandorli, carrubi e olivi e con le tipiche case disposte a terrazza come nella migliore tradizione mediterranea, questa località ha conquistato un posto di rilievo nel panorama artistico nazionale e internazionale per essere sede di un importante festival teatrale, giunto nel 2000 alla trentaquattresima edizione. Da ammirare, oltre alla struttura complessiva del borgo, con le sue case addossate le une alle altre, gli stretti passaggi, i ponticelli aerei gettati tra un edificio e l’altro (tali strutture, come più volte ricordato nella presentazione di altri Comuni del Ponente, avevano uno scopo difensivo, essendo queste località esposte ad attacchi pirateschi da parte dei cosiddetti “saraceni”), le diverse chiese e la nota piazzetta di Verezzi. Sul poggio esiste ancora uno dei pochissimi superstiti molini eolici del mediterraneo del tipo fenicio. Oltre a puntare sulla cultura e sulla natura, Borgio Verezzi naturalmente gioca le sue carte sul turismo balneare. La località può essere raggiunta facilmente in auto (uscite autostradali di Pietra o di Finale), in treno e anche in aereo (aeroporti di Genova, Nizza o Villanova d’Albenga, che distano rispettivamente 65, 122 e 23 chilometri da Borgio Verezzi).
STORIA DI BORGIO VEREZZI. Nel 181 a.C., nella piana tra Borgio e Pietra, alle falde del Monte Grosso, l’esercito romano comandato da Lucio Emilio Paolo sconfisse, in una battaglia sanguinosa, i fieri Ingauni. Sottomettere le tribù liguri non fu impresa facile per i Romani, anche se indispensabile per difendere le vie di comunicazione, e quello scontro, unico in campo aperto, fu determinante. Nel 13 a.C. fu costruita la via Julia Augusta, che, nel tratto che riguardava quest’angolo di Liguria, scendendo da Gorra proseguiva per l’attuale via Borgio lungo la valle del Rio Botassano e si congiungeva con la via Aurelia all’altezza dell’attuale Santuario del Buon Consiglio. Qui i Romani edificarono la stazione del Pollupice (dal quale ha preso il nome la Comunità Montana). In epoca cristiana, una parte del territorio di Borgio rientrò nei possedimenti dell’abbazia benedettina di San Pietro in Varatella. Burgus Albingaunum e Veretium si trovarono ad essere località di confine tra due “marche” (regioni stabilite da re Berengario II) e la situazione si accentuò sotto i Marchesi Del Carretto (che per un breve periodo acquisirono i due borghi), durando fino al 1713, quando la Repubblica di Genova prese possesso del Marchesato. Ceduti da papa Urbano VI a Genova nel 1385 (come compenso per averlo liberato dal re di Napoli che lo teneva prigioniero), Borgio, Verezzi, Pietra, Giustenice, Toirano e altre terre vissero un periodo di prosperità che durò fino all’arrivo di Napoleone. Borgio e Verezzi facevano parte della Podesteria della Pietra; la vita civile e quella religiosa erano ben separate, la vita socio-politica ed economica era molto intensa e nacquero così numerose feste civili quali il Confuoco. Quest’ultimo viene celebrato ancora oggi a Pietra Ligure con la partecipazione dei gruppi storici di Borgio Verezzi la domenica che precede il Natale.Venendo ad epoche più recenti, Borgio e Verezzi divennero un unico Comune del 1933.
MONUMENTI DI BORGIO VEREZZI. Spesso, per indicare i borghi liguri, si usa l’aggettivo “saraceni”; e i pirati “saraceni” erano infatti i tanto temuti invasori che venivano dal mare e che spingevano le autorità locali a trasformare paeselli e cittadine in veri e propri “forti”, con mura, torrioni e strutture arroccate, accentuando quell’”arroccamento” già dovuto alla natura stessa del territorio, visto che, spesso, le colline e le montagne sembrano sorgere direttamente dal mare e i centri abitati sono letteralmente incastrati tra la costa e le alture. Borgio Verezzi conserva ancora il suo bastione o torrione, una tozza torre di avvistamento e di segnalazione che, come molte altre lungo la costa, furono edificate a metà del ‘500 (questo è datato 1564). Per quanto riguarda il cosiddetto “Mulino fenicio”, il mondo nordafricano e mediorientale si riaffaccia in quel di Borgio con una particolare struttura che avrebbe, appunto, origine fenicia e che sarebbe stata introdotta in Spagna e in Italia (che con la cultura “moresca” ebbero molto a che fare). Ne esistono, pare, solo altri due esempi in Europa, proprio in Spagna e in Sicilia, ma quello di Borgio Verezzi sarebbe il meglio conservato. Le pale del mulino sono poste all’interno del torrione e il vento le muove passando attraverso varie feritoie, che incanalano l’aria in modo da far funzionare il mulino anche con la minima brezza. Diversi sono i luoghi di culto che meritano una visita. Presso il cimitero sorge la Chiesa di Santo Stefano, costruita nel XVI e poi rimaneggiata in epoche successive, che presenta affreschi del sec. XV e un bel campanile romanico a cuspide. Accanto al Mulino fenicio si trovano invece il Santuario di S.Maria Maddalena (Maria Regina Mundi) e la Chiesa di S.Martino, con all’interno un dipinto raffigurante il patrono di Verezzi, S. Martino di Tours. Vicino alle due chiese vi è una campana i cui rintocchi sono dedicati a tutte le mamme del mondo. Sull’omonima piazzetta dove hanno luogo le rappresentazioni teatrali sorge la piccola chiesa di Sant’Agostino. Se Verezzi ha San Martino, il patrono di Borgio è San Pietro Apostolo, al quale è dedicata una chiesa barocca. Al Santo era già stata intitolata un’antichissima chiesa, costruita sulle rovine della stazione romana Pollupice, prima del Mille; il campanile fu eretto nel 1076 (data certa, scolpita su una pietra) e poi ritoccato in epoche successive; modifiche alla chiesa furono fatte attorno al 1400, nel 1453, intorno al 1500 e nel 1688, quando l’abside fu trasformato da rettangolare a ottagonale. La chiesa è a tre navate, ottimo esempio di romanico-gotico, con campanile a due ordini di bifore e cuspide a piramide poligonale. L’altare maggiore è del 1721. La chiesa divenne oratorio di Santo Stefano (sede dell’omonima confraternita) nel 1808; nel 1960, per intervento di Papa Giovanni XXIII che lo dichiarò “insigne”, divenne Santuario della Madonna del Buon Consiglio.
LE GROTTE DI BORGIO VEREZZI. A pochi minuti di distanza dal mare, nel tranquillo e caratteristico paesino di Borgio Verezzi, sono situate le Grotte, uno tra i siti di notevole valenza turistica più belli del Ponente Ligure. Dopo la loro scoperta nel 1933, la successiva e sistematica esplorazione avvenuta nei primi anni Cinquanta, furono finalmente aperte ufficialmente ai visitatori il 29 giugno del 1970.
Da allora il percorso turistico ha subito notevoli cambiamenti, sono state aperte alcune splendide sale dove si possono ammirare, così come del resto in ogni punto della cavità, delle importanti peculiarità di questo splendido gioiello naturalistico: laghetti dalle acque verde smeraldo, la ricchissima policromia delle concrezioni, caratteristiche che catturano immediatamente l’attenzione dei visitatori. Si passa dalla brillantezza del bianco puro delle formazioni alabastrine, al rosso-brunito degli idrossidi di ferro, al giallo della limonite ed al grigio del manganese; colori differenti dovuti ai diversi tipi di sostanze minerali contenuti nelle rocce e nei terreni di percolazione.Stupende stalattiti e stalagmiti, maestose colonne, leggiadri drappeggi, sottili cannule ed incredibili eccentriche che assumono le forme più disparate a dispetto della forza di gravità : tutto ciò crea un insieme così meraviglioso da rendere la visita di questo mondo sotterraneo un’esperienza veramente unica.
Dall'1 ottobre al 31 maggio ingressi alle ore: 9.30–10.30–11.30; 15.00–16.00–17.00.
Chiuso il lunedì (eccetto i festivi), il 25 dicembre ed il l'1 gennaio.
Dall'1 giugno al 30 settembre: 9.30–10.30-11.30; 15.20–16.20–17.20.
Chiuso il lunedì (eccetto i festivi).
Per informazioni: tel. 019/610150, www.grottediborgio.it, e-mail: grotte@comuneborgioverezzi.it
MANIFESTAZIONI E TRADIZIONI A BORGIO VEREZZI. Borgio Verezzi è noto soprattutto per il Festival Teatrale (nato nel 1967), al quale, da undici anni è stato affiancata una rassegna cinematografica nazionale. Il calendario di appuntamenti è comunque ricco di altre manifestazioni e di festività religiose. Queste ultime sono: San Pietro (29 giugno), Santa Maria Maddalena (22 luglio), Sant’Isidoro (lunedì dopo Pentecoste), San Martino (11 novembre), Santo Stefano (26 dicembre). Durante tutto l’anno la Biblioteca Civica cura numerose attività culturali e, durante l’estate, vi sono una minisagra gastronomica, il palio delle borgate, gare sportive, concerti d’organo e canto corale, la sagra della lumaca e la festa del mare. Le lumache alla verezzina sono uno dei piatti tradizionali, accanto alla buridda, alla cima, ai ravioli di verdura o al burro e salvia, alla torta di zucca, ai crostoli, ai gnocchetti al pesto, alle frittelle di erbe, al cundijun e allo zemin. Il mercato settimanale di generi vari si tiene ogni martedì, mentre il lunedì, il mercoledì e il venerdì i contadini locali tengono il mercatino dei prodotti ortofrutticoli.
NATURA A BORGIO VEREZZI. Per gli appassionati del mare e delle esplorazioni subacquee, c’è la “secca” di Borgio Verezzi (dal Rio Fine a levante fino al Rio Bottassano a ponente) ovvero una piattaforma rocciosa ricca di anfratti utilizzati come rifugio dalla flora e dalla fauna marina. Non può inoltre mancare una visita alle grotte di Valdemino, la cui scoperta viene attribuita a tre giovani del luogo, che negli anni Trenta si avventurarono al loro interno; nel 1951 fu iniziata un’esplorazione più sistematica e, a partire da quegli anni e dal decennio successivo presero il via i lavori per rendere il sito accessibile al pubblico. La prima visita guidata risale al 1970. Albero tipico di Borgio Verezzi è il carrubo. Ne esisteva uno secolare, morto durante l’inverno del 1929, chiamato del “buon giorno” perché posto ad un crocevia, punto di incontro e di saluto per gli abitanti del luogo. Coltivato per impieghi sia in campo alimentare sia in campo farmaceutico, il carrubo era nel passato usato soprattutto come cibo per gli equini, fondamentali mezzi di trasporto. Questa pianta viene dall’Oriente e il fatto che si sia diffuse qui è un’ulteriore testimonianza dell’influenza araba in questa zona.
Altre informazioni sono disponibili sui siti: www.alpidelmare.net www.borgioverezzi.it www.cec.it www.comune.borgio-verezzi.sv.it www.inliguria.liguriainrete.it www.inforiviera.it www.liguriainrete.it www.liguriaplanet.com www.provincia.savona.it www.turismo.liguriainrete.it