Info Albissola Marina
Prestigioso centro della ceramica mondiale, Albissola Marina si è sviluppata tra il Torrente Sansobbia e il Rio Termine. Facilmente raggiungibile dalle stazioni ferroviarie e dai caselli autostradali di Savona e di Albisola Superiore, dall’Aeroporto “Colombo” di Genova, si colloca tra la spiaggia di sabbia fine e l’entroterra che assicurano ai turisti infinite possibilità di divertimento e relax. Il centro di Albissola Marina, parallelo alla via Aurelia e chiuso al traffico veicolare, è rappresentato da via Italia che conduce a scorci deliziosi con piazzette alberate e fontanelle artistiche. Vi si affacciano botteghe artigiane della ceramica e locali tipici che accompagnano il visitatore prima di arrivare alla celebre “Passeggiata degli artisti” sul lungomare costeggiato da alberi, giardini e panchine. Questa struttura fu costruita negli anni ’60 su idea del pittore Aligi Sassu, che copriva la carica di consigliere comunale, e dell’albissolese Adolfo Testa, fondatore del “Circolo degli Artisti”. La “Passeggiata", inaugurata il 10 agosto 1963, è lunga ben 800 metri e composta da venti grandi pannelli policromi (5 metri per 10), per un totale di circa 5 milioni di piastrelline destinate a interpretare i disegni originali degli artisti che spesso frequentavano la cittadina: Caldanzano, Capogrossi (i segni), Crippa (“composizione”), De Salvo, Fabbri (“forma”), Fontana (“dischi celesti e nature in bronzo”), Franchini, Gambetta, Garelli, Lam, Luzzati (“I re in esilio”), Porcù, Quatrini, Rambaldi, Rossello, Sabatelli, Salino, Sassu (“cavalli al sole”), Siri, Strada. Lo stesso “Circolo degli Artisti” nacque per creare un ponte tra la tradizione ceramica e le nuove tendenze artistiche inserite nel contesto della città. Città che a ogni angolo regala sculture, piastrelle, vasi e statue. Sempre dal centro storico si vedono Pozzo Garitta (Pozzo da Geita), sede del Circolo, che fu un tempo fornace, botteghe artigiane con le insegne in ceramica, il Muro Raku di via Grosso e gallerie d’arte. E ancora la Fabbrica casa museo “Giuseppe Mazzotti 1903” sistemata nella palazzina alla foce del Sansobbia progettata dal primogenito Torido con l’aiuto dell’architetto Nicolaj Diulgheroff. Sono custodite circa duecento opere dei maestri che hanno frequentato la bottega come Marinetti, lo stesso Diulgheroff, Farfa, Fillia, Strada, firmatari del manifesto futurista del 1938, di Fontana (“Testa di donna” del 1939), Piombino (“S.Giuseppe” in terracotta refrattaria ingobbiata del 1980). Il museo è aperto tutti i giorni (ore 10-12/16-18. Ingresso gratuito e su appuntamento visite alla fabbrica). Altra area da visitare è quella di Villa Faraggiana (dal primo marzo al 30 settembre, da martedì a domenica, ore 15-19). Ci sono anche appositi riconoscimenti come l’ “Oscar” (l’ultimo è stato Ernesto Treccani, fondatore del gruppo “Corrente” con Guttuso e Morlotti, tra gli altri), la Cittadinanza Onoraria (a Margherita e Luciano Gallo Pecca per il volume “L’avventura artistica di Albisola”), la Targa alla carriera. Ma oltre alle vaste possibilità offerte dalla cultura, ci sono una spiaggia ampia che continua in quella di Albisola Capo. L’Associazione Bagni marini delle due Albisole comprende 22 stabilimenti da località Torre sino al confine con Savona. Un ambiente ideale per trascorrere le vacanze con una piscina d’acqua marina, due centri velici, un centro sub, campi da beach volley e la possibilità di fare surf, windsurf, nuoto. Bellissimi i fondali di sabbia medio fine che verso levante si trasformano in rocce piatte tra cui fanno capolino diverse specie di pesci. Tra i prodotti locali vanno gustati il minestrone, gli gnocchi, la buridda, le acciughe, lo stoccafisso, le lattughe ripiene in brodo e altre specialità magari accompagnate da un bel bicchiere di vino Canavisse, Nostralino o Lumassina. Giorno di mercato il martedì tra banchetti di ogni genere dall’abbigliamento ai prodotti per la casa, dalla pelletteria agli alimentari. Si festeggia il patrono S.Giuseppe il 19 marzo.
STORIA
Albissola Marina nacque nel XV secolo attorno alla Chiesa di S.Benedetto. Fino al XVI secolo rappresentava la parte occidentale di Superiore con la quale condivise vicende e sviluppo. Al tempo era però chiamata “borgo basso”. Subì il passaggio dei barbari di Rotari (641), entrò nei possedimenti dei Marchesi del Vasto (1091) poi di quelli di Ponzone. Possesso aleramico fu spartito tra famiglie nobili locali e genovesi e Savona. Con la sconfitta di quest’ultima e la vittoria di Genova nel 1250, le Albissole finirono sotto il controllo della Podesteria di Varazze. In seguito divenne Comune autonomo e crebbe con l’arte della ceramica, regolamentata con i “Capitula artis figulorum loco Albisola” del 1589. Del XVI secolo sono le prime fornaci e i reperti più antichi conservati. Si tratta, ad esempio, del pannello della Madonna della Sapienza (1554) e dell’ “Adorazione dei pastori”, interpretazione di un quadro del ligure Antonio Semino fatta da G.Tommasi di Urbino (1576) e custodita nella Chiesa di Ns di Concordia. Sul territorio consolidarono la loro influenza artistica le famiglie dei Grosso e dei Conrado prima, dei Salomone, Siccardi, Pescio poi. Nel 1615, comunque, Albissola Marina si è resa Comune indipendente da Superiore. Nel ‘700 è Andrea Levantino a portare innovazioni con l’uso del colore rosa manganese, un secolo più tardi toccò a Bartolomeo Seirullo e al bruno chiaro. Superata indenne la dominazione napoleonica con l’annessione al Dipartimento di Montenotte, Albisola rimase capitale della ceramica. Attraverso nuove tecniche, materiali sperimentali, grazie all’ingegno di artisti locali e stranieri, quest’arte è giunta fino a noi capace di interpretare al meglio il passaggio dei tempi. Albisola ha dato i natali a Papa Giulio II Della Rovere, alla Santa Maria Giuseppa Rossello e al poeta Angelo Barile.
MONUMENTI E ARTE
Da via Italia, svoltando per via Colombo, si raggiunge il sagrato concentrico bianco e nero (i disegni centrali sono di Agenore Fabbri e Mario Rossello) della Parrocchia di Ns Signora di Concordia (festa l’8 settembre). Una Chiesa del ‘500, ma con facciata del 1903. All’interno tre navate e numerose opere di grande pregio come il gruppo in legno policromo “Riposo durante la fuga in Egitto” del Maragliano, gli affreschi di Paolo Gerolamo Brusco e Andrea Ansaldo, la “Via Crucis” in ceramica di Federico Quatrini. Pezzo notevole la pala d’altare in formelle di maiolica di Gironimo da Urbino e A. Salomone del 1576 che proviene dalla Chiesa di S.Antonio (distrutta) e raffigura l’ “Adorazione dei pastori” di Andrea Semino. Altro scorcio all’Oratorio di S.Giuseppe (1608). Più all’interno rispetto all’abitato sorge Villa Jorn, donata al Comune nel 1973. La villa sembra sia stata casa natale di Papa Giulio II e raccoglie tuttora importanti opere dell’artista danese Asger Jorn. Da piazza della Concordia per le vie Grosso e Salomoni si arriva alla settecentesca Villa Faraggiana, appartenente alla famiglia Durazzo, dogi genovesi. Tra gli alberi, spicca il colore rosso traversato da stucchi e fasce orizzontali, mentre all’interno si possono ammirare stupendi arredi d’epoca e un pavimento di piastrelle del XVIII secolo. Committente fu Gerolamo Durazzo che volle una dimora per la villeggiatura. La prima edificazione era sostanzialmente di forma cubica, poi il doge Marcellino Durazzo volle aggiungere due gallerie laterali (1750 circa). Fu venduta nel 1821 ai Faraggiana. L’ultimo proprietario la lasciò al Comune di Novara che l’ha aperta nel 1968. Caratteristica della costruzione è la diversità degli ambienti. A ponente la “Galleria delle Quattro Stagioni” (pavimento piastrellato in ceramica maiolicata azzurra, sculture in legno dorato di F.Parodi ispirate alla stagioni come anche le volte e grandiosa specchiera che raffigura “Narciso alla fonte”), a levante la Cappella di Ns di Misericordia (affresco del savonese Giacomo Agostino Ratti del 1736, decorazioni del ‘700 e diversi paramenti religiosi), al piano nobile trovano spazio sala di musica, biblioteca, salotti, stanze da letto (mobili intarsiati, stucchi, letto barocco a baldacchino rivestito in seta). Nel verde del giardino spiccano due peschiere con vasche sagomate dominate dalle statue di Bacco e Diana. Oltre alla Villa, i Faraggiana divennero proprietari di un’azienda agricola con frantoio, cantine, distilleria e due fornaci.
ARTIGIANATO: LE CERAMICHE
Albissola e la ceramica: un binomio inscindibile che affonda le sue radici nel tempo. Oggi restano le fornaci industriali e artigianali. Queste ultime producono pezzi di grande valore artistico: tutte certificate con i marchi Doc e di Qualità. Sempre aperte ai visitatori le fornaci albissolesi accolgono nei laboratori dove i ricordi di un tempo si mescolano con nuove materie. Pure nelle vie si possono trovare testimonianze di una città che vive d’arte. Oltre alle botteghe (circa 20 negozi), al museo, infatti, ci sono la “Passeggiata degli Artisti” e ben nove gallerie d’arte. La produzione della ceramica, nacque ad Albissola Marina all’inizio del XV secolo grazie alla vicina spiaggia sulla quale era facile trovare gli “ingredienti” più adatti: argilla rossa e terra bianca. All’inizio le tecniche di lavorazione era due: le terrecotte ingobbiate e graffite soprattutto per stoviglie (l’ingobbio è una miscela di terra bianca e acqua e viene distribuito su un modello poi cotto. In seguito viene verniciato e cotto nuovamente) e le maioliche (modello cotto immerso in smalto o maiolica, poi decorato e cotto). Con il ‘500 si affermano la produzione delle piastrelle da rivestimento (laggioni), le maioliche in “berettino” per piatti e boccali (azzurro intenso tipo azulejo portoghese come si vede a Villa Faraggiana), gli smalti bianchi a figure stilizzate in blu. Nel 1569 sono elencate tredici fornaci in Marina, mentre solo nel 1612 si ha notizia di un mulino per macinare i colori situato a Ellera. Le fornaci si sviluppano e arrivano a ben 23 nel 1640; simile a quello cinese, lo stile che va per la maggiore è quello naturalistico con vegetazione, rocce, fiori e animali (si aggiungono anche motivi marinari come barche e velieri). Altro filone è quello istoriato che riprende scene bibliche e mitologiche. Ogni famiglia di ceramisti adotta un marchio che la distingua, così i Grosso usano la lanterna di Genova, i Conrado una corona, mentre gli ordini religiosi commissionano oggetti con figure di santi o propri stemmi (vernice giallo- marrone o verde).Con il ‘700 declina il colore azzurro, mentre la produzione stagna su boccali e terrecotte più semplici. Numerosi esempi artigianali sono custoditi al Museo “Trucco” di Superiore (graffite conventuali, ingobbiati, stoviglie). Si affaccia però una terracotta popolare a vernice di colore bruno e a strisce e macchie scure, a buon prezzo. E’ un successo anche perché le famiglie genovesi “investono” nelle fornaci, ci sono le prime esportazioni sulle navi che fanno rotta atlantica. La crisi arriva con i dazi e la produzione arriva a dimezzarsi all’inizio dell’Ottocento. Si giunge così alla “terraglia nera” (vernice in bruno manganese) ispirata al gusto neoclassico che dura sino a metà del secolo soppiantata dal “pentolame da fuoco” delle grandi fabbriche. Le conduzioni familiari sono costrette, dunque, a ripiegare sulla terracotta gialla ingobbiata, verniciata a solfuro di piombo e decorata con stampi e sui “pastori di Natale” (i “macachi”), venduti alla Fiera di Santa Lucia a Savona il 13 dicembre. Dal 1862 la ditta Poggi produce piatti bianchi nell’unica fornace rotonda in Albisola e con Nicolò Poggi (reintroduce la maiolica) comincia la via dell’arte, seguito da Giuseppe Picone e Bausin Mazzotti. Con il ‘900 e il movimento futurista, arrivano ad Albissola molti artisti attirati dalla bellezza della cittadina e dalla fama dei ceramisti come Tullio Mazzotti, Tullio d’Albissola, Eliseo Salino o Manlio Trucco che ospita lo scultore trevigiano Arturo Martini. Tra le due guerre Albissola partecipa alle esposizioni (Biennale di Arte applicate di Monza nel 1923, Universali di Parigi 1925- 1937 e di Berlino 1938). Al sopraggiungere del II Conflitto chiudono quasi tutte le fornaci fino alla nuova vitalità del dopoguerra quando tornano gli artisti affascinati ancora una volta da Albissola Marina dove si organizzano incontri e concorsi d’arte che danno vita anche all’evoluzione dell’informale. Nel 1963 tocca al “Lungomare degli Artisti”. Ad Albissola i grandi personaggi hanno lasciato il segno: Filippo Tommaso Marinetti, Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Asger Jorn, Wilfredo Lam, Enrico Baj, Emanuele Luzzati, Camillo Sbarbaro, Eugenio Montale e ancora di recente Milena Milani e Renata Scotto. E gli studi sulla materia continuano nella ricerca di forme, materiali, tecniche di manipolazione.
Altre informazioni sono disponibili sui siti: www.albisolavillage.it www.albissola.it www.albissola.com www.alpidelmare.net www.cec.it www.comune.albissolamarina.sv.it www.comunitamontanagiovo.it www.gmazzotti1903.it www.inliguria.liguriainrete.it www.inforiviera.it www.liguriainrete.it www.liguriaplanet.com www.provincia.savona.it www.turismo.liguriainrete.it (le foto di queste pagine sono di Fabio Lavagna)