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Stemma di Ventimiglia

Ventimiglia

In provincia di Imperia


 

Info Ventimiglia

Per chi arriva in Liguria da occidente, dalla Francia, e magari ha il privilegio di osservare la fascia costiera dal mare piuttosto che dalla terraferma, viene accolto dall’irresistibile fascino della natura e dalle testimonianze di epoche remotissime. A colpire la fantasia del viaggiatore è l’alta parete di roccia sanguigna denominata "Balzi Rossi", nelle cui cavità sono stati rinvenuti preziosi reperti che hanno permesso di ricostruire il passato dei nostri progenitori. Proseguendo nel cammino verso levante, ecco Capo Mortola, con la vasta superficie lussureggiante dei giardini Hanbury. E poi Ventimiglia, con la parte alta, medioevale, arroccata sulla collina e difesa da mura, e la città moderna, distesa in pianura sui resti della romana Albintimilium. Alle spalle, le Alpi Marittime, e le strette valli del Roja - che attraversa la città - e del Nervia, ricche di borghi antichi. Attivo centro commerciale soprattutto per quanto riguarda i fiori, nel suo passato ebbe florida vita sin dai tempi dell’Impero Romano. In seguito fu protagonista di importanti vicende storiche, che la videro a capo di una potente Contea estesa da Monaco a Sanremo. Dell’epoca prima feudale poi comunale a Ventimiglia ci sono molte testimonianze: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, ad esempio, e l’antica Chiesa di San Michele, costruita nel sec. XI su un precedente edificio del VIII sec.. La città medioevale è arroccata attorno a questi edifici sacri, lungo strette vie che una volta continuavano con le mulattiere che portavano ai pascoli.

STORIA DI VENTIMIGLIA. Ventimiglia è l’antichissima Albium Intemelium, capitale dei Ligure Intemeli, indipendenti sino alla conquista romana (180 anni prima di Cristo). Sotto Roma, il nome si abbreviò in Albintimilium che, nel Medioevo, divenne Ventimiglia. Nella parte bassa della città era l’insediamento ligure di Albium Intemelium, sostituito poi dal castrum di Albintimilium, nodo strategico della via Iulia Augusta. Il decadere dell’impero romano e le invasioni barbariche determinarono la rovina della città; tra i resti dell’antico insediamento, nuovamente urbanizzato solo nel nostro secolo, il più rilevante è senza dubbio il Teatro Romano. Nell’Alto Medioevo la popolazione si trasferì sul colle, per garantirsi una maggiore capacità difensiva. Nell’XI secolo, il borgo diventò sede dei conti di Ventimiglia, che estesero la propria giurisdizione su un ampio territorio nelle valli del Roja, del Nervia e del Bevera. L’apice dell’altura venne cinto da mura che nel XII e nel XIII secolo furono allargate per comprendere nuovi edifici sviluppatisi lungo il versante del colle. Sulla sommità del colle si ergeva il castello dei conti, affiancato dalla Cattedrale e dal Palazzo Vescovile: era questo il cuore civile, militare e religioso della comunità. Nel 1261 il trattato di Aix stabilì la suddivisione della contea tra le signorie che nel frattempo si erano impegnate per la sua conquista. Ai conti di Ventimiglia, pertanto, venne assegnata la parte settentrionale attorno al colle di Tenda, mentre i Doria, i Grimaldi, Genova e la Provenza si spartirono il resto. Ventimiglia passò sotto il dominio di Genova, cui rimase sempre legata, anche se la protezione di questa potenza non la salvaguardò dall’attacco dei Grimaldi del 1526, che determinò anche la rovina delle mura, ricostruite nel giro di due anni. Gli insediamenti dell’antica contea occuparono luoghi elevati disponendosi a gradoni sui colli o sviluppandosi lungo il loro crinale, oppure, ancora, situandosi su terrazzi fluviali. Di solito, la sommità dell’altura su cui sorge il paese era occupata da un castello, di cui non restano più tracce, come a Caravonica, a Castel Vittorio e a Pigna, mentre maggiormente conservati sono Apricale, Baiardo, Coldirodi e Rocchetta Nervina. Tra i personaggi storici di rilievo che hanno avuto i natali a Ventimiglia si ricordano Padre Angelico Aprosio (1607-1681), un frate agostiniano, autore di numerosi testi di carattere bibliografico, moralistico e polemico, e al quale si deve la costituzione di una preziosissima biblioteca di 5000 volumi: la Biblioteca Aprosiana di Ventimiglia conserva ancor oggi opere preziose e rarissime. In questa città nacquero lo storico Girolamo Rossi (1831-1914), autore di numerose pubblicazioni e soprattutto scopritore del teatro romano di Ventimiglia, e, nel 1876, il giornalista e romanziere Alessandro Varaldo, fondatore nel 1920 della Società Italiana degli Autori e degli Editori (SIAE). Tra gli uomini politici va menzionato Giuseppe Biancheri (Ventimiglia, 1821 – Torino, 1909), deputato per oltre mezzo secolo, uomo dell’unificazione dell’Italia, si batté per non cedere Nizza alla Francia, per l’apertura della linea ferroviaria Cuneo-Ventimiglia, per la ricostruzione della Riviera colpita dal terremoto del 1887.

ITINERARI CULTURALI A VENTIMIGLIA. Nella parte moderna di Ventimiglia si può visitare il Museo archeologico che ha sede nel Palazzo del Comune e che raccoglie materiale di scavo ritrovato nella zona romana Albintimilium. In questa zona (a un quarto d’ora di strada verso Bordighera), si trovano i resti ben conservati del Teatro Romano (II secolo dopo Cristo), che è l’unico del genere che si trovi in Liguria. Sulla collina le prime mura di cinta furono costruite nel XII e nel XIII secolo. Nella parte più alta dell’abitato sorgevano il Castello, la Cattedrale e il Palazzo Vescovile. Il Castello è stato sostituito, nel XVII secolo, dal monastero delle Canonichesse Lateranensi. La cortina di mura è per buoni tratti ancora visibile e conserva qualche antico varco, come Porta Piemonte e Porta Nizza. La struttura urbana della vecchia Ventimiglia è ben conservata ed è formata da gruppi di case differenti, secondo le epoche di costruzione: a nord-ovest si trova un quartiere (località Oliveto) assai compatto e, al centro, un agglomerato lineare che seguono, disperdendosi a gradoni, l’andamento del colle. Nella parte superiore della città si ammirano la romanica Cattedrale (sec. XI-XIII, con strutture sottostanti databili tra il IX e il X secolo e il campanile della metà del XII secolo), con l’attiguo Battistero (1100) che racchiude un’antichissima vasca ad immersione. All’interno si può ammirare il dipinto Madonna con il Bambino di Barnaba da Modena, affermatosi nella Liguria del Trecento. Da questi edifici sacri nasce via Garibaldi, principale arteria del borgo, denominata essa stessa la "Piazza". Sulla via si affacciano i principali edifici comunitari di Ventimiglia: il medioevale Palazzo Pubblico, la trecentesca Loggia del Magistrato dell’Abbondanza o del Parlamento, il Teatro e l’Oratorio di San Secondo. Gli altri palazzi costituivano le antiche residenze nobiliari. Sul perimetro del centro storico sorgono la Chiesa di San Francesco, edificio del ‘400 rifatto in epoca barocca, e la Chiesa di San Michele (del XII sec.), con una cripta su colonne romane. Di fronte a San Michele, presso Porta Piemonte, si trova il "Funtanin", pittoresca fontana pubblica cinquecentesca. Pare che ciò che maggiormente colpisca di Ventimiglia sia soprattutto la pittoresca atmosfera, tipicamente ligure, dell’abitato, con case strette, alte, disposte irregolarmente, con poderose fondamenta lungo il perimetro cittadino, con finestre fitte, molte sporgenze e rientranze, archi di sostegno, balconcini, ringhiere, vasi di fiori e panni stesi come da cartolina. Completano il quadro i vicoli acciottolati, le scalinate, le decorazioni antiche, le edicole religiose e i colori degli intonaci, di vivaci tonalità nel perimetro esterno, mentre nell’edificato interno prevalgono i toni della terra. Non mancano ambienti di stampo medievale, come Piazza Morosini, oppure ambienti più popolari, come Vico del Mulino e Vico delle Lavandaie. Procedendo invece di qualche chilometro verso il confine francese, si possono fare ancora due interessantissime soste. La prima a Mortola Inferiore, al Giardino Hanbury, uno dei più importanti giardini di acclimatazione del mondo creato nel 1867 dall’inglese Sir Thomas Hanbury, viaggiatore e commerciante con l’Estremo Oriente, su tutto un costone che scende verso il mare, con esemplari di piante rarissime. Vi sono circa 2000 specie su una superficie di 18 ettari. Grazie al clima estremamente mite di quest’angolo di Riviera, al quale contribuisce la protezione dei monti contro i venti freddi del nord, ha preso vita il progetto di accostare le più disparate piante tropicali alle specie rivierasche, dall’ulivo al pino marittimo, al pino d’Aleppo, al lentischio, al corbezzolo al mirto. Al centro del giardino si trova la villa (oggi sede di congressi e di eventi a livello internazionale), col piazzale antistante, vialetti d’accesso e pergolati, fontane e scalinate, che animano l’ambiente dando vita a scorci scenografici. Di straordinario effetto è il giardino roccioso, dove è ricreato un angolo di Arizona con i cactus giganteschi, i cereus lanuti, le opunzie spinosissime, tutte piante del deserto. Ma questo non è il solo angolo "straniero" nel quale si può incappare: basti pensare al "giardino giapponese", alla "foresta australiana", al "viale dei cipressi"… All’estremo lembo sud della villa ecco invece la straordinaria macchia mediterranea affacciata sul mare, profumata dal rosmarino, che cresce spontaneo dappertutto e si mescola alle piante de sottobosco, alle ginestre, ai cespugli del mirto, agli olivi, alle agavi, all’aloe, alle acacie. Seminascoste dalla vegetazione, si trovano poi tracce consistenti della via Julia Augusta che transitava nei pressi. Dopo la morte dell’ideatore, l’opera fu continuata e ampliata dal figlio Cecil e dalla di lui moglie Dorothy, innamorati dalla Riviera Ligure come tutti gli inglesi di quei tempi. Si ottenne il duplice scopo di conservare intatto un patrimonio boschivo naturale, ma anche quello di far conoscere al più vasto pubblico piante e alberi di tutte le parti del mondo. Ma la fama di questi giardini è legata anche all’opera di Lodovico Winter (1846-1912), un profondo conoscitore della flora locale al quale si deve la creazione degli angoli più suggestivi. Nel 1960 lo Stato italiano acquistò dalla famiglia inglese l’intero patrimonio dandolo in gestione all’Istituto Internazionale di Studi Liguri, mentre ora è affidato all’Università di Genova. E’ aperto al pubblico tutto l’anno. La seconda sosta è a Grimaldi, alle Grotte di Balzi Rossi, così chiamate per il colore rossiccio della roccia, ampie caverne marine, abitate dall’uomo preistorico. Qui, oltre che antichissime sepolture umane, sono stati rinvenuti resti di animali tipici di climi caldi come elefanti, ippopotami e rinoceronti e animali "da freddo" come la renna e la marmotta nella parte più recente, segno che in questa zona della Liguria l’uomo primitivo fissò le sue abitazioni negli anfratti naturali tra le due grandi glaciazioni dell’Era Quaternaria. Vi abitarono l’uomo della razza di Grimaldi, che sembra presentasse caratteri negroidi, e l’uomo detto di Cro-Magnon. Le grotte furono esplorate a partire dalla seconda metà dell’800 e battezzate con i nomi di Caverna dei Fanciulli, Florestano, Riparo Mochi, Barma Grande, Grotta del Principe, Grotta del Caviglione. In un piccolo museo presso la Barma Grande sono raccolti scheletri rinvenuti in sepolture paleolitiche e una notevole quantità di strumenti litici e ossei, corredo delle tombe preistoriche. I Balzi Rossi sono considerati uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo occidentale.

ITINERARI NATURALISTICI A VENTIMIGLIA. Agli albori del Mille i conti di Ventimiglia avevano dato inizio alla conquista degli insediamenti circostanti e il loro dominio si era esteso a tutte le valli del Roja, del Nervia e del Bevera. Nelle località dell’entroterra di Ventimiglia oggi rimangono tracce degli antichi insediamenti che fecero parte della contea. Si trattava di piccoli centri fortificati composti da edifici di tipo agricolo e, sulla sommità dell’altura attorno alla quale si raccoglieva il borgo, di solito sorgeva un castello. E del castello non ne restano più tracce a CARAVONICA, interessante per le sue fontane, a CASTEL VITTORIO e a PIGNA, le cui caratteristiche vie pavimentate in pietra sono collegate da stretti vicoli detti "chibi" (cupi). Alcuni resti di opere difensive si trovano ad APRICALE e BAIARDO e nelle compatte strutture urbane di COLDIRODI e ROCCHETTA NERVINA. Chi voglia avventurarsi seguendo il corso dei torrenti, qui può scegliere di percorrere a ritroso o la Val Roja, che per buona parte è in territorio francese, o la vicina Val Nervia, che inizia quasi a fianco dell’antico teatro romano di Ventimiglia; dopo una breve pianura ricca di serre e di colture floricole, oltrepassato Camporosso, si giunge a DOLCEACQUA: una sosta è d’obbligo non solo per la bellezza del borgo, ma perché qui siamo nella zona dei vigneti del vitigno Rossese, ad oltre 500 metri sulla valle. Da qui si gode la vista panoramica di tutta la catena delle Alpi Marittime e, in primo piano, la visione dei filari di questo noto vino DOC, vanto di una tradizione vinicola secolare. Il bellissimo borgo medioevale, dominato dalla massiccia sagoma dal Castello dei Doria, è diviso in due parti: una più vecchia, chiamata Terra, sulla riva sinistra del Nervia; una più recente, detta Borgo, sulla riva opposta; le unisce un magnifico ponte quattrocentesco a schiena d’asino. Oltre al Rossese nella zona si produce un eccellente olio d’oliva. L’itinerario può proseguire per Rocchetta Nervina, dove un’ex strada militare conduce alla Punta dell’Arpetta sul confine francese. Alti dirupi e ricca vegetazione alpina, talvolta rara, contraddistinguono i luoghi. La strada, raggiungendo Monte Alto (m 1269) scende sulla provinciale nei pressi di PIGNA, notevole borgo a struttura medioevale nato attorno al 1200, e da qui si può raggiungere Castel Vittorio o Bugio, anch’essi di remota origine, e circondati dagli olivi. Da Bugio partono numerosi sentieri di alpeggio, di transumanza che possono condurre, in itinerari tra rocce, prati, pinete ed abetaie, agli alti pascoli. Da Bugio, ritornando indietro sulla provinciale, ci si inerpica verso il Colle Langan. Da qui possono iniziare una serie di escursioni a piedi, in mountain bike o in auto il Monte Torraggio (1973), i Balconi di Marta (2138) e il Monte Gray (2012).

EVENTI, MANIFESTAZIONI E CUCINA TIPICA A VENTIMIGLIA. Tra le manifestazioni più caratteristiche di Ventimiglia si segnala la Festa della Battaglia dei Fiori, che si svolge a giugno. Essa dura un giorno e vi partecipano decine di carri che sfilano davanti a migliaia di spettatori, dei quali sono moltissimi quelli che provengono dalla vicina terra di Francia. Ogni carro è come un immenso mazzo di fiori e rappresenta, con garofani e rose disposti in mille forme e in mille originalissimi disegni, qualcosa di spettacolare. Sul pubblico che applaude, intanto, piovono dai carri stessi, profumati omaggi gettati da graziose fanciulle. Ad Agosto si svolge Il Palio Marinaro. I piatti della cucina locale sono: il coniglio e l’orata alla ventimigliese, i barbagiuai (ravioli ripieni di zucca fritti nell’olio), la pisciadella (pizza all’acciuga e cipolla dalla pasta intrisa con latte), il tortello (torta con ripieno di verdure), i dolci castagnole e canestrelli. Vini pregiati sono il Rossese e il Vermentino di Latte.

 

Altre informazioni sono disponibili sui siti: www.alpidelmare.net www.apt.rivieradeifiori.it www.cec.it www.cmintemelia.it www.comune.ventimiglia.it www.inliguria.liguriainrete.it www.liguriainrete.it www.liguriaplanet.com www.provincia.imperia.it www.tourism.it www.turismo.liguriainrete.it www.ventimiglia.i

Ultimi eventi a Ventimiglia

Mercati/mercatini a Ventimiglia

  • Alimentare (405 banchi)
    Dove: Lungo Roya / Passeggiate Oberdan / Cavallotti / Via Milite Ignoto
    Quando: Venerdì (orario: Invernale 06.00 / 17.00 Estivo 06.00 / 18.00)
    Organizzatore: Comune tel. 0184 352281 - c.pesco@comune.ventimiglia.it - t.pallanca@comune.ventimiglia.it - www.comune.ventimiglia.it

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Foto di Ventimiglia
Le case arroccate
Vista panoramica
Villa Hanbury circondata dal meraviglioso parco botanico
Teatro Romano
Veduta panoramica di Ventimiglia

 

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